Il Regista. Hilton AureliaЧитать онлайн книгу.
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© 2019 Aurelia Hilton
Questa è un’opera di fantasia. Nomi, personaggi, luoghi e avvenimenti sono il prodotto dell’immaginazione dell’autore o usati in maniera fittizia. Qualsiasi somiglianza a persone reali, vive o morte, aziende, imprese, avvenimenti o luoghi è da considerarsi puramente accidentale.
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Capitolo 1
Sono sempre stato un porco, da quando ero in quinta elementare. Ciò è un po’ strano, considerando che i miei compagni di classe non erano minimamente interessati al sesso, a quell’età. Per i maschi giovani, queste cose costituiscono un aspetto importante della vita, ma per me era diverso. Il sesso ha finito per condizionare gran parte del mio comportamento, del mio carattere e della mia personalità di adulto.
All’età di cinque anni, sorpresi per la prima volta mio padre a masturbarsi nella sua stanza, mentre guardava un porno alla tv. Sembrava che gli piacesse, mentre a me inizialmente fece schifo guardare un uomo e una donna che si contorcevano a letto. Fu allora che scoprii come scopano un maschio e una femmina.
Quella fu un’esperienza sconvolgente per me, mentre continuavo a guardare dalla porta socchiusa. Rimasi lì per almeno dieci minuti, e mio padre non si accorse di nulla: era troppo impegnato a godere davanti a quella femmina latina che si faceva sbattere da un vecchio di razza bianca.
Confesso che la prima volta non mi piacque, ma rimasi molto colpito dalla faccia che faceva mio padre mentre guardava quei due che scopavano: un’ espressione che gli vedevo sulla faccia, ogni volta che mi mettevo a spiarlo dalla porta socchiusa. Quel volto che si contorceva, le rughe sulla fronte che si facevano più scure, e quell’ansimare… Sembrava che stesse soffrendo, ma capii che si lamentava per il piacere.
Poi, cominciai a guardare anche la faccia degli attori sullo schermo: era la stessa di mio padre! Lentamente, il senso di disgusto che avevo provato si affievolì per lasciare il posto alla curiosità. Come poteva essere così brutto se a mio padre e a quei due piaceva tanto?
Da allora, la mia presenza dietro la porta quando mio padre guardava i film porno divenne costante. Lui invece non si accorse mai di niente. Alla fine, diventai molto esperto di quello che succede a letto tra maschi e femmine.
Lui guardava i porno ogni volta che mia madre non era in giro. Anzi, nel tempo questa sua fissa aumentò, tanto che mi feci una cultura di queste cose, dalla mia postazione segreta. Bastava che socchiudessi leggermente la porta, e potevo deliziarmi a volontà. Così, quando divenni un adolescente, il sesso non aveva più segreti per me. Ero pronto per emulare ciò che avevo imparato sullo schermo.
A scuola, cominciai a immaginare le mie compagne di classe che facevano le stesse cose che avevo imparato dai films. Alla lunga, le mie fantasie divennero quasi una droga per me, ma non l’ho mai confessato a nessuno e sono cresciuto con questo segreto. Non riuscivo a capire come la maggior parte delle persone considerasse il sesso una depravazione, come se fosse un enorme problema.
Io, invece, sono convinto che il sesso sia molto importante nella vita e, visto che ognuno di noi ha le sue fantasie, l’unico modo per non soffrire è dare loro libero sfogo. Anzi, chi è un maniaco come me, deve prenderne coscienza ed esserne fiero. E’ una cosa che non si può ignorare, quindi tanto vale imparare a gestirla e a controllarla.
Da giovane ebbi due relazioni importanti; la prima quando ero ancora al campus, e la seconda quando ho cominciato a lavorare. Ma sono state entrambe molto deludenti, perché le mie compagne non erano attirate dal sesso quanto me e non mi capivano, così ho cominciato a pensare che forse dovevo trovare qualcuno che la pensasse come me.
Era fondamentale trovare una donna assatanata quanto lo ero io. In genere, le femmine non condividevano la mia voglia di restarmene a scopare per un intero weekend, e mi evitavano. Personalmente, ho amato ogni ragazza con cui sono stato, ma non ho mai trovato una perfetta comunione con loro. Quindi, ora che sono vicino ai trent’anni, sono ancora single. Ma non mi dispiace. Adoro la mia libertà.
Capitolo 2
Mia madre mi telefona ogni fine settimana, chiedendomi se ho finalmente trovato una ragazza fissa, ma resta sempre delusa. Non fa che affliggermi con la storiella che vorrebbe avere un nipotino, prima di morire.
Non le ho mai confidato quest’aspetto oscuro della mia personalità: un po’ per riserbo, e molto perché penso che non la riguardi. Sono fatti miei, e non voglio darle un dispiacere. In fondo, lei è molto orgogliosa di me. Vivo a Philadelphia e ho un ottimo posto come contabile presso una grande azienda automobilistica. Mi piace molto il mio lavoro, mi dà la possibilità di vivere in una bella città…e l’opportunità di conoscere molte donne disponibili.
Una delle mie ultime fantasie è di registrarmi con una cam mentre scopo le mie femmine da letto, e poi masturbarmi rivedendo il filmato. Era un vero peccato che, all’epoca in cui spiavo mio padre, non esistessero. In questo modo, ognuno si può fare i propri porno a casa.
Abito in un monolocale, camera da bagno, salottino, bagno e cucina, ma è tutto ben organizzato e così sono riuscito a montare varie telecamere in punti strategici, in modo da poter riprendere tutto ciò che accade nel mio minuscolo appartamento.
Le ho comprate facendole passare per telecamere di sicurezza, ma il mio fine era molto più perverso. Così ho cominciato ad invitare donne disponibili a casa mia e a filmarle mentre facevano sesso con me, e ora ho una biblioteca di video niente male, in grado di accompagnarmi piacevolmente per gli anni a venire.
In questo momento, ho tre splendide femmine sotto mano, e non vedo l’ora di filmarle perché sono le donne più attraenti che ho mai conosciuto, e potrebbero diventare la mia ciliegina sulla torta.
Ho deciso di iniziare da Ivy, una ragazza piccolina e dal fisico minuto ma con due belle tette, che ama mettere in evidenza con top scollati. La cosa che mi piace di più, però, è il suo culo, e mi sono figurato cosa potrei farci a letto. Di faccia è una bambolina, sembra un angioletto, soprattutto quando lascia ricadere sulle spalle i suoi lunghi capelli neri.