La Cattura. Sandra CarmelЧитать онлайн книгу.
Spero di entrare nell’orchestra sinfonica ma sto prendendo il diploma per insegnare come piano di riserva”.
“Quindi sei un’artista e una creativa”.
“Vivo in Norvegia da tutta la vita e non sono mai stata all’estero...”
“Quindi ti piacciono le comodità di casa e sei vicina alla tua famiglia":
“E... “ esitò.
“Come posso dire... “
Batté con dita tremanti sul mento delicato.
“La mia...” si percepiva chiaramente che era indecisa se rivelare o meno qualcosa.
“La mia discendenza è... complicata.
Sono una mezzosangue... ”
“E quindi?
Se tu sei una mezzosangue io sono un meticcio, praticamente un delinquente”.
Lei evitò il suo sguardo e scosse la testa.
“Non capisci.
Sono una mezza Jade”.
Jade?
Che diavolo significa?
“Mi dispiace,
non conosco i gruppi etnici scandinavi”.
“Non sono in molti a conoscerli.
Pensavo che ci fossero pettegolezzi all’università.
Alcuni studenti sono molto... intelligenti”.
Abe le prese la mano.
“Pettegolezzi su cosa?
Cosa c’è di così speciale in questa tua discendenza dai Jade?”
Lo sguardo di lei si fece supplichevole.
“Te lo dico solo se mi prometti che dopo non scapperai via”.
Lui fece uno scatto indietro.
“Scappare?
Ma certo che non lo farò.
Quanto può essere brutta?
Sono una famiglia di assassini scandinavi colpevoli di omicidi di massa?”
Ma l’espressione mortalmente seria di lei smorzò il suo tentativo di scherzare.
“Prometti”.
“Sì, lo prometto”.
Accarezzò la morbida pelle pallida della mano di lei.
Rhoda prese un gran respiro e fissò le loro dita intrecciate.
“Esistono due clan, i Jade e i Violet.
E non vanno d’accordo, fin dal Medioevo”.
“Fammi indovinare, è ancora così”.
“Sì.
Personalmente non ho problemi coi Violet, ma non è questo il punto”.
Abe le strinse la mano.
“E qual è?”
Lo sguardo di lei catturò nuovamente il suo.
“I Violet e i Jade sono”, esitò, “creature della notte”.
“Creature della notte?
Intendi dire che a loro piace” disegnò due virgolette con le dita “divertirsi?”
Quindi non si trattava di conservatori che rifiutavano il sesso prima del matrimonio.
Caspita.
Ma non gli dava fastidio.
I tempi stavano cambiando comunque.
Lei scosse la testa, coi suoi bellissimi capelli biondi che frusciavano sulle spalle.
“No, intendo dire... vampiri”.
Lui rise.
“Ti piace veramente scherzare, eh?
È una caratteristica molto attraente”.
Ma l’espressione seria di lei non mutava di una virgola.
“Non sto scherzando stavolta”.
“Stai tentando di dirmi che sono seduto qui fra le grinfie di un vampiro?
Mi hai attirato qui per cena?
Per fare di me il piatto principale?” disse cercando di trattenere la risata che gli saliva lungo la gola.
Lei sbuffò e lasciò andare la mano di lui.
“Non sta andando come mi aspettavo”.
Non stava andando neanche come lui si era aspettato.
“Come posso convincerti?” chiese lei.
“Spero non facendo di me un pasto”.
Lei chiuse gli occhi per un lungo attimo, come se stesse mettendo insieme i pensieri per mostrargli che ciò che diceva aveva senso.
“Il clan Jade si distingue per gli occhi verde giada e i capelli chiari.
Più geni vampiri hanno, più profondo è il colore degli occhi e più chiari sono i capelli.
Mentre i Violet hanno i capelli scuri e gli occhi viola.
“Devi comprendere che la maggior parte di noi non beve sangue umano.
I mezzosangue come me hanno una dieta simile a quella umana, eccetto il fatto che devo aggiungere un po’ di sangue animale una volta la settimana altrimenti mi stanco facilmente e divento irritabile”.
La paura si diffuse come un cancro aggressivo dal suo cervello fino al resto del suo corpo.
C’era qualche possibilità che fosse vero?
Di sicuro certe cose non esistevano, non nella realtà.
Ma sembrava così sincera.
“Dovrei crederti?”
“Perché mai dovrei inventarmelo?”
Lui scrollò le spalle.
“Non lo so, una psicosi?
Forse hai deciso che dopo tutto non ti piaccio e vuoi spaventarmi per farmi andare via?
Forse hai fatto una scommessa con un’amica?”
Lei lo fissava con espressione immutata.
“Giuro che ti sto dicendo la verità”.
Hai detto che non molti sanno dei Jade e dei Violet.
Quindi se è un segreto, perché lo stai dicendo a me?”
“Perché mi piaci ed è importante che tu sappia come stanno le cose e le implicazioni se io... ti piaccio.
E penso di piacerti”.
Sembrava e suonava seria.
Significava che i vampiri non erano solo una leggenda?
Che esistevano veramente?
E anche se ha detto di non cibarsi di esseri umani, dovrei comunque preoccuparmi?
Le probabilità suggerivano che lei fosse fisicamente più forte e invincibile.
Che succede se le viene fame?
Lui si chiuse e si allontanò da lei con la testa che gli girava.
Aveva appena baciato una vampira.
Beh, una mezza vampira, comunque era la stessa cosa.
Gli occhi di lei si riempirono di tristezza.
“Avevi promesso che non saresti scappato”.
Abe sussultò, la paura gli suggeriva di tenersi pronto a fuggire.