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Luna Calante. Ines JohnsonЧитать онлайн книгу.

Luna Calante - Ines Johnson


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riparare il suo piccolo corpo quando un'altra donna le girò attorno. Quella donna sembrava più vecchia. Ma probabilmente non era così vecchia come appariva. Il modo in cui si vestiva, il modo in cui si atteggiava, la faceva sembrare così. Era una di quelle donne che sembrava non curarsi del suo aspetto e che si vestiva per nascondere la sua sensualità. Una di quelle intellettuali che pensavano che il cervello fosse più importante della bellezza.

      "Scusami," disse la donna.

      Rory sapeva che stava parlando con lui. Non era interessato a qualsiasi cosa lei stesse vendendo. Sapeva che il modo migliore per liberarsi dei visitatori indesiderati era semplicemente ignorarli.

      "Scusami," ripeté lei. "Sei Rory?"

      Rory tenne la testa bassa. Tagliò la carne, grossolanamente, in modo che il sangue schizzasse. Ma quella donna non dedico neanche uno sguardo alle interiora sparse.

      "Se vuole ordinare qualcosa, parli con me." Shelly cercò di intromettersi tra Rory e quella nuova donna. "Solo io parlo con lui."

      "Non sono qui per la carne. Mi chiamo Rhetta. Sono la fidanzata di tuo fratello."

      La mano di Rory era stata pronta a colpire la carcassa. Invece, il suo sguardo si alzò per incontrare quello della donna e il suo coltello si schiantò a terra.

      Capitolo Tre

      Rhetta aveva vissuto tutta la vita nella Valle di Sonora. Andava spesso in città per curare e addestrare i cani della comunità di umani che viveva lì, prima che arrivasse un veterinario in città. I mutaforma non sentivano il bisogno di portare gli animali selvatici nelle loro case come animali domestici. Gli unici animali che entravano in casa finivano in cucina e venivano cotti con qualche condimento.

      Gli umani si erano fatti strada nella Valle di Sonora negli ultimi anni. Portavano con sé animali al guinzaglio e avevano bisogno di aiuto per la cura dei loro animali domestici. Quando Jordan Garcia aveva aperto la sua clinica veterinaria due anni prima, Rhetta aveva iniziato a lavorare con lui durante il giorno come consulente. E poi, man mano che si erano conosciuti meglio, lei aveva iniziato a frequentarlo di notte sulla base di un interesse più personale.

      La macelleria esisteva da poco di più. Dato che quello era stato un paese di lupi per così tanto tempo, non c'era stato nemmeno bisogno di un macellaio. Almeno fino a quando gli umani si erano trasferiti e avevano avuto bisogno di aiuto per selezionare i tagli scelti delle loro carni.

      Rhetta era passata davanti alla macelleria molte volte, ma essendo cresciuta in una fattoria, non aveva avuto occasione di entrarci. Soprattutto non quando aveva visto tutte le donne umane, vestite come se stessero andando a una Festa della Luna a fine giornata, in fila fuori dalla porta. In quel momento, all'interno del negozio per la prima volta, ne capiva il motivo.

      Attraverso il divisorio di vetro che separava i clienti dalle carcasse di carne, Rhetta vide lo spettacolo assoluto di un lupo maschio con un coltello da macellaio in mano. Quel maschio era impressionante, doveva ammetterlo. Ma non di suo gusto.

      I suoi lineamenti erano troppo marcati. Le labbra gli donavano un’espressione crudele che, anche mentre lavorava, sembrava gravitare naturalmente verso un sorrisetto compiaciuto. Come se sapesse che le donne lo stavano guardando. Come se sapesse di avere la loro attenzione, ma non si degnasse di darne loro in cambio.

      Bastardo presuntuoso.

      Rhetta non riusciva a sopportare uomini del genere. Non la stupiva che Jordan non le avesse mai parlato di suo fratello. Chiaramente, se ne vergognava.

      Il caro defunto marito di Rhetta era stato un bell'uomo. Aveva attirato l'attenzione di molte donne, ma aveva avuto occhi solo per una. Sfortunatamente, quella donna non era stata Rhetta.

      Ma Moriah, l'amore della vita di suo marito, che lo aveva respinto. Dal canto suo, Moriah aveva fatto il suo interesse e si era sistemata con l'uomo più ricco della città. Rhetta si era trovata a prendere Charles dopo tutto quello. Lui le aveva chiesto la mano quando aveva capito che non poteva vivere senza di lei, ma non l'aveva mai guardata come aveva fatto con Moriah.

      Charles era morto con il nome di Moriah sulle labbra. Rhetta non si lamentava di quel fatto. Sapeva, all’epoca, cosa stava facendo sposando un uomo che non l'avrebbe mai amata quanto lei aveva amato lui. Ma in quel momento era stata la sua unica opzione.

      Era stata di fronte a tutti i lupi della valle e nessuno di loro si era avvicinato a lei come avrebbe fatto un compagno predestinato. Così aveva fatto la cosa più pratica, sposando qualcuno che forse non l'amava, ma che sicuramente aveva bisogno di lei. Proprio come stava facendo in quel momento con Jordan.

      La sua attenzione tornò al fratello di Jordan. Beh, non c'era momento migliore del presente per finire quello che aveva iniziato. Doveva essere a casa in poche ore per dare la notizia alla sua famiglia.

      Era stata lontana da casa tutto il giorno cercando di trovare il modo migliore per dire loro che era fidanzata. Sapeva che non sarebbero stati entusiasti delle nozze imminenti. Così come sapeva che anche il fratello di Jordan non lo sarebbe stato. Ma Rhetta aveva preferito fare pratica prima su di lui, poi sul branco di lupi che l'aspettava sulla soglia di casa sua.

      Mentre tornava ad avvicinarsi alla porta da cui intravedeva l'alfa, fu fermata da una piccola donna.

      "Sono qui per vedere il signor Garcia," disse Rhetta mentre aggirava la donna.

      A quanto pareva, la donna compensava con la rapidità ciò che le mancava in altezza. Rapidamente aggirò Rhetta mettendo il suo corpo tra di lei e l'uomo in questione.

      "Dovete ordinare dal menu," le disse.

      Rhetta la guardò senza attenzione. Guardò sopra la sua spalla le donne in fila. Tutti i loro occhi erano puntati sul macellaio. Rhetta spostò di nuovo lo sguardo verso la piccola donna simile a un uccello che le sbarrava la strada. Poi si concentrò sul macellaio in fondo che le ignorava tutte.

      Un normale lupo maschio, un lupo maschio non accoppiato, si sarebbe pavoneggiato di fronte a tanta attenzione. Dal momento che il macellaio rimaneva impassibile, Rhetta pensò che probabilmente fosse già accoppiato. Poteva esserlo con quella donna civetta appollaiata sotto di lei. Anche se i lupi si accoppiavano per la vita, sia i maschi che le femmine potevano comunque provare gelosia. Rhetta aveva i suoi genitori come esempio.

      "Non devo fare un’ordinazione," disse Rhetta. "Ho degli affari da sbrigare con il signor Garcia."

      "Allora può riferire i suoi affari a me. Sono la sua assistente."

      La donna disse la parola ‘assistente’ come se avesse una certa importanza. Rhetta notò che la donna non disse la parola compagna. Rhetta poteva dire che quella donna non significasse nulla per quell'uomo. Proprio come poteva dire che nessuna delle donne in fila, desiderose di un briciolo della sua attenzione, significassero qualcosa per lui. Le dispiaceva per la ragazza, ma aveva una promessa da mantenere.

      Rhetta fece un altro passo intorno alla ragazza e rientrò nella stanza.

      "Non può farlo," insistette l'assistente. "Se vuole ordinare qualcosa parli con me. Solo io parlo con lui."

      L'uomo incise l’animale, schizzando sangue sul grembiule. Un po' finì a terra vicino alle scarpe di Rhetta. Il fratello di Jordan alzò lo sguardo dalla carcassa. Alzò un sopracciglio come se pensasse che lei sarebbe stata schizzinosa. Aveva ben altro da fare. Lei diede un'occhiata alla carcassa. Aveva visto ben di peggio che l'interno del corpo di un animale.

      "Sei Rory?" chiese.

      Lui non rispose. Alzò ancora di più quel sopracciglio.

      Rhetta trattenne il proprio ghigno. Non era lì per farsi nemico quell'uomo. Voleva convincerlo a venire al matrimonio, come il suo futuro marito sperava che potesse fare. Così, si avvicinò all'uomo e gli tese la mano, sapendo chiaramente che se lui le avesse offerto la sua, sarebbe stata insanguinata.

      Sembrava uno scambio equo, dato che presto sarebbero stati una famiglia. Inoltre, Rhetta era cresciuta in una fattoria. Era stata immersa nelle budella fino agli occhi.


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