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I Segreti Del Mio Amato. Dawn BrowerЧитать онлайн книгу.

I Segreti Del Mio Amato - Dawn Brower


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Allora, come vi tratta quel losco individuo che chiamate marito? Se non vi rispetta abbastanza ditelo a me, che gliene farò passare la voglia!”

      Elisabeth alzò gli occhi al cielo. “Jack è un marito meraviglioso. Sapete che ha abbandonato la pirateria nel XVIII secolo. Adesso è un perfetto gentiluomo. "

      Jackerson Morgan Carwyn, il duca di Whitewood, era un ex pirata noto come Capitano Jack Morgan. Beh, almeno questo succedeva nel diciottesimo secolo, come gli aveva ricordato sua sorella! Anche lui era stato oggetto di un viaggio nel tempo, che lo aveva catapultato improvvisamente nel diciannovesimo secolo. Il re gli aveva assegnato un ducato dopo che lui gli aveva salvato la vita.

      "Se lo dite voi…" mormorò Nicholas e si sedette sulla panchina accanto a Elisabeth. “Comunque, sono contento di averti trovato qui." Che bugiardo! Come se non fosse andato lui a cercarla!

      "Davvero? – esclamò Elisabeth guardandolo con furbizia – E come mai?”

      "Ho trovato il diario della mamma qualche tempo fa. È stata una lettura interessante, soprattutto in alcuni passaggi…"

      Tutta la famiglia era a conoscenza del viaggio nel tempo. Di sicuro, l’arrivo della loro madre in quel secolo, e a Weston, non era passato inosservato, anche se la sorella con quel marito pirata si era addirittura superata!… Sarebbe stato impossibile per lui pensare che ciò che aveva scritto sua madre fossero frottole. "Fino a che non vi siete sposata, ignoravo che anche voi avevate avuto le stesse… esperienze della mamma! Beh…”

      “Chiaramente, vi riferite al mio viaggio nel tempo. – lo interruppe Elisabeth – Beh, questa è una cosa che deve rimanere tra voi e me. Jack ammattirebbe se lo sapesse! Per lui non ho fatto altro che guardarmi allo specchio! Ma è stato davvero emozionante!” Lo guardò dritto in faccia. “Perché me lo chiedete? Cosa morite dalla voglia di sapere?”

      Nicholas scrollò le spalle. “Niente. Mi è sembrata una cosa divertente. In genere la mia vita è sempre così…”

      "Noiosa, vero?" Elisabeth fece un sospiro profondo. "Non si gioca con cose come questa, fratellino."

      "Non ho mai detto …"

      Lei alzò la mano per interromperlo. "Non provateci con me. Vi conosco troppo bene. Non mi fareste tutte queste domande se non aveste già deciso di provare a farvi il vostro viaggetto nel tempo. Ma è pericoloso! Non si può decidere prima in quale secolo finire! Potreste mettere a rischio la vostra vita per niente!”

      "Voi come avete fatto?” chiese Nicholas. Questa era la parte che ignorava. Sua madre non aveva scritto niente al proposito sul suo diario. E lui non capiva perché. "Come mai alcuni riescono a viaggiare nel tempo e altri sono bloccati per sempre lì dove sono nati?"

      "Beh, io mi sono data una spiegazione. – rispose Elisabeth – L’ ho scritto anche sul mio diario personale, ma non ho modo di dimostrarlo. Ho sempre avuto strane visioni, soprattutto quando mi guardavo allo specchio. È così che ho visto Jack la prima volta … "

      Nicholas lo ignorava. "Affascinante. E che cosa hanno a che fare le vostre visioni con il viaggio nel tempo? ” Di norma non avrebbe fatto una domanda così diretta, ma quel giorno moriva dalla voglia di sapere. Elisabeth scosse la testa, seccata. "Siete un rompiscatole, lo sapete?"

      "Sì, ma voi mi volete bene lo stesso!” giocò lui.

      "Che str…" sbuffò lei.. “Ok, per rispondere alla vostra domanda, credo che, per accedere alla capacità di viaggiare nel tempo, bisogna possedere una specie di capacità personale. La mia è quella di avere visioni, la mamma ha una memoria eccezionale, Jack può vedere negli specchi come me. Ma non credo che sia la sua unica abilità perché in genere non ama parlarne."

      Nicholas non era sicuro di avere abilità straordinarie. Averle significava poter viaggiare nel tempo? Questa conversazione con Elisabeth, piuttosto che chiarire i suoi dubbi, gliene stava facendo nascere di nuovi!

      "E ora vi state domandando se avete anche voi qualche dono particolare." esclamò Elisabeth sorridendo, mentre lo guardava con malizia. "Sì, anche voi ne avete uno. Se ci riflettete vi renderete conto di cosa intendo. Anche Christian ne ha uno simile al vostro.”

      Nicholas si sentiva irritato. Cos’era quella cosa che gli altri sapevano che aveva e che lui ignorava di possedere? "Davvero? E di cosa si tratta?”

      "Si chiama chiaroveggenza – esclamò Elisabeth, con convinzione. – È un modo per indicare un intuito eccezionale. Mio caro fratello, voi avete un dono meraviglioso e non lo usate quasi mai!”

      Lui alzò gli occhi al cielo. "Non sono sicuro che non vi stiate prendendo gioco di me. Sembra un parto della vostra immaginazione. " Anche se, a proposito di Christian, era successo varie volte che lo aveva messo in guardia su alcuni comportamenti sbagliati, prevedendo come sarebbero andate le cose. Ed erano andate davvero come aveva detto lui! Gli seccava ammetterlo con se stesso, ma forse Elizabeth aveva ragione.

      "Per niente. – lo rassicurò Elisabeth – Ricordate quando eravate bambino e facevate quegli strani disegni?”

      Certo che se lo ricordava. "E allora? I disegni sono disegni! Tutti i bambini li fanno!”

      "Certo, ma non tutti i marmocchi disegnano di oggetti provenienti dal futuro! Avete il dono, caro fratello. La mamma mi disse che una volta avevate disegnato un'automobile, che è un mezzo di trasporto che prenderà il posto della carrozza…tra un po’. Lei non ce ne aveva mai parlato e quindi come avete fatto a disegnarla? Vedevate le cose e riuscivate a metterle su carta senza neanche pensarci, automaticamente… È un tipo di capacità psichica, e da quando avete smesso di disegnare non usate più il vostro dono. È un vero peccato! Disegnavate così bene…”

      Lui si strinse nelle spalle. "Non mi piace più." Ma ora era davvero incuriosito. Forse avrebbe potuto riprovarci. Forse disegnare lo avrebbe aiutato a capire. O magari sua sorella mentiva, nel tentativo di farlo sentire speciale. Ma no, che stupidaggine, non poteva essere così! Alla fine avrebbe scoperto che era tutta una fantasia e ci sarebbe rimasto troppo male!

      Si alzò in piedi. "È stato bello parlare con voi, sorellina. Spero che tornerete più spesso a Weston. Senza di voi, questo posto non è più lo stesso!"

      "Oh, non dite idiozie!” esclamò Elisabeth, distogliendo lo sguardo.

      "Io?" Le lanciò un sorriso innocente. "Non farei mai niente del genere."

      "Allora non vi prendete gioco di me!” esclamò la sorella, leggermente stizzita – Andate a giocare da qualche altra parte!”

      Il sorriso scomparve dalla faccia di Nicholas. "Vi assicuro che non mi sto prendendo gioco di voi. Quello che ho detto lo penso davvero.” Esclamò, con tono contrito.

      Elisabeth lo guardò con affetto. " Allora va bene!" esclamò. Si alzò e gli strinse le braccia intorno alla vita e poi lo attirò forte a sé. "Questo nel caso non ci rivedessimo più. Vi voglio bene, fratellino. "

      "Vi voglio bene anch'io!" disse Nicholas, e l'abbracciò con più forza.. Adorava sua sorella. "Ok, ora vado. Ho promesso a Christian che l'avrei battuto a biliardo. Vi auguro un buon pomeriggio."

      Si liberò dal suo abbraccio e la lasciò sola nel giardino. Elisabeth gli aveva fornito molti spunti su cui riflettere.

      Nicholas entrò nella sala giochi di Weston. Christian era già lì, a caricare le palle sul tavolo. “Oh bene, finalmente siete arrivato! Pensavo che vi foste dimenticato della nostra partita pomeridiana. "

      Nicholas si mise teatralmente una mano sul cuore. “Mi avete ferito, caro fratello! Potrei io volervi fare aspettare così a lungo?”

      Christian incontrò il suo sguardo. "Guardate che state parlando con me. E’ inutile fare la commedia! So bene quanto siete bugiardo e malfidato!”

      "Un appuntamento dimenticato e mi maltrattate così? Bene, allora qual è la mia penitenza, affinché mi lavi dai


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