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Un Fantasma Sotto Il Vischio. Rebekah LewisЧитать онлайн книгу.

Un Fantasma Sotto Il Vischio - Rebekah Lewis


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c’è bisogno che si preoccupi durante le feste. Può aspettare...»

      Il signor Wentworth scosse la testa. «Sua zia è stata chiara nel testamento: voleva che lei fosse in grado di subentrare immediatamente, nel caso fosse venuta a mancare.»

      Tuttavia, sembrava che ci fossero un sacco di problemi da affrontare. «Questa donna verrà ricompensata per il suo lavoro, vero?» Jo avrebbe usato la sua eredità, una volta ricevuta, se non ci avessero pensato in anticipo.

      Il vecchio sorrise dolcemente. «Sua zia le ha lasciato una bella somma di denaro. La signora Taylor ha chiamato per chiedere del negozio e, quando ha saputo che l’aveva ereditato lei, si è offerta di dare una mano.» Si grattò il mento. «Ma sul conto aziendale dovrebbero esserci abbastanza soldi per pagare uno o due dipendenti in più.»

      Era una buona notizia, nonostante tutta quella storia la spaventasse un po’. Sua zia era morta alla fine di novembre. Contenitori pieni di decorazioni natalizie erano aperti accanto al bancone anteriore, e Jo fece scorrere le dita sull’albero lì accanto, non ancora addobbato. «Era... era qui quando...» non riuscì a concludere la frase. Zia Miriam era morta a causa di un ictus, ma Jo non aveva indagato troppo sulle circostanze in cui era avvenuto.

      «Sì. Un fattorino l’ha trovata la mattina in cui è accaduto il fatto: sua zia non aveva aperto la porta, e lui l’ha vista sdraiata sul pavimento attraverso la finestra.»

      «Oh no.» Il cuore di Jo si strinse mentre un brivido la investiva. Sua zia era morta da sola. Che cosa terribile. La faceva sentire ancora peggio il fatto di non conoscerla, e che la sua famiglia non le fosse stata più vicina. La madre di Jo non si era propriamente aperta su quella situazione, anche adesso che zia Miriam era morta. In effetti, aveva reagito a malapena alla notizia. Visto che anche il padre e i nonni di Jo erano morti, non c’era davvero nessuno a cui chiedere spiegazioni.

      «Vuole dare un’occhiata all’appartamento al piano di sopra?»

      Sollevata dal cambio di argomento, Jo annuì. «Sì, grazie.»

      Il primo piano era occupato da un monolocale. C’era una piccola zona cucina, un bagno con vasca, una cabina armadio e un ampio soggiorno. Un letto matrimoniale, spogliato di coperte e lenzuola, occupava lo spazio di fronte a un caminetto. Sul muro sopra di esso era appesa una televisione. Dietro, un tavolino e delle sedie costituivano la zona pranzo, e una lavatrice e un’asciugatrice erano state infilate nell’angolo. Non era grande, ma era perfetto. Jo non era riuscita a portare tutto con sé, ma, onestamente, non possedeva molte cose. Avrebbe trovato facilmente un po’ di biancheria da letto e alcuni asciugamani nuovi.

      «Spero che il fatto che sua zia sia morta nell’edificio non le dia troppo fastidio. Almeno non è successo nel letto.»

      La bocca di Jo si spalancò a quel commento. «Ha detto che dovevo firmare dei documenti?» Prima avesse sistemato tutta quella faccenda, prima lui se ne sarebbe andato e lei avrebbe potuto iniziare a pulire e portare dentro le scatole che aveva in macchina.

      Circa mezz’ora dopo, Jo era beatamente sola, con le chiavi in mano e un fascicolo di fotocopie fatte nel negozio al piano di sotto. Un’altra ora dopo, scaricata la macchina e acquistati lenzuola e asciugamani da un negozio in fondo alla strada, era al piano di sopra a spolverare e pulire i mobili. Per quanto il negozio stesso avesse bisogno di una bella pulita, non aveva voglia di salire le scale per andare a letto e ricordarsi solo a quel punto che anche quella stanza aveva bisogno di essere sistemata.

      Con la musica che suonava dal cellulare, Jo si mise a cantare e ballare mentre riordinava l’appartamento - il suo appartamento, adesso. Annuì, guardandosi intorno. Era perfetto per lei. Dopo aver trovato l’aspirapolvere e aver lavato il bagno e la cucina, decise di fare una doccia e finirla lì con le pulizie. Era scesa la sera, e il suo stomaco brontolava.

      Si sarebbe data una rinfrescata e avrebbe trovato un posto dove mangiare qualcosa prima che fosse troppo tardi. La mattina avrebbe dovuto passare in rassegna il frigorifero e la dispensa, e fare una lista della spesa per il giorno seguente. Le due scatole di bibite, l’acqua e il cibo che aveva portato con sé non sarebbero durati a lungo.

      Quando Jo scese le scale, una corrente fredda la sfiorò. Rabbrividì e afferrò il cappotto che aveva gettato sul bancone della cassa. Un tonfo la fece sobbalzare ed emettere un gridolino. Voltandosi, fissò un libro che giaceva in mezzo al pavimento. Era caduto da uno degli scaffali?

      Lo raccolse. A casa per le vacanze: un Libro di Ricette per Natale. Un rapido esame della mensola più vicina non rivelò né libri a tema natalizio né di cucina.

       Strano.

      Scrollando le spalle, Jo si assicurò di avere con sé la borsa e le chiavi e uscì per cercare qualcosa da mangiare.

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