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Sotto La Luna Del Satiro. Rebekah LewisЧитать онлайн книгу.

Sotto La Luna Del Satiro - Rebekah Lewis


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o febbricitante e stava avendo delle allucinazioni. La seconda: qualcuno stava tentando di rievocare Un tranquillo weekend di paura – grazie al cielo non stavano suonando il banjo. Al pensiero, iniziò a urlare a se stessa di correre nella direzione opposta, ma i suoi piedi non le prestarono attenzione. La terza: era morta, finita in Paradiso e qualche ragazzo davvero figo stava per suonarla nello stesso modo seducente riservato a quella specie di flauto, facendola venire più e più volte per tutta l’eternità.

      A pensarci bene, la terza opzione sembrava piuttosto allettante. Peccato che cose del genere non accadessero nella vita reale e, in ogni caso, Lily non era emotivamente pronta. Non pensava di potersi fidare di nuovo abbastanza da entrare in una relazione e non era interessata ad avventure di una notte.

      In qualche modo, doveva scegliere fra seguire la musica o tornare indietro. L’idea continuava a comparire nella sua mente, come un’insegna al neon con scritto: Decidi, decidi, decidi. Quando Lily credette di aver riassunto il controllo di sé necessario a rompere il sortilegio, i suoi occhi si posarono su di lui.

      Beh, non lo vide davvero. Sebbene sembrasse totalmente reale, Lily era ancora abbastanza cosciente da distinguere un sogno a occhi aperti dalla realtà. Riusciva a vedere dove stesse andando, riusciva a prestare abbastanza attenzione ai detriti da non inciampare, eppure lo vide fare un cenno nella sua direzione. Era appoggiato contro un albero e la sua mano si stava muovendo in un gesto che sembrava dirle “vieni qui”. I suoi capelli erano come una cascata d’oro, impreziosita da ciocche ambrate, che gli cadeva oltre le spalle e ondeggiava nella brezza, accarezzandogli i pettorali. Assomigliava a un guerriero vichingo, abbastanza forte da sconfiggere intere legioni prima di fare ritorno a casa e condurre la sua innamorata nel Valhalla del piacere. Allo stesso tempo, però, non sembrava affatto nordico, ma esotico, con un’abbronzatura mediterranea a colorargli la pelle. E quegli addominali. Avrebbe potuto lavarci i vestiti sopra.

      L’uomo delle sue fantasie fece l’occhiolino e sollevò un flauto, formato da diverse canne tenute insieme dalla più lunga alla più corta con strisce di cuoio. Lo portò alla bocca e ci soffiò sopra, senza mai toccare lo strumento con le labbra, e le note colpirono Lily come un’onda anomala che si infrange contro una costa rocciosa. Parole che non erano parole danzarono nella melodia. Lo farai? Non lo farai? Non vuoi sapere com’è?

      Sì, pensò Lily. Aveva un disperato bisogno di saperlo.

      No, urlò il suo buon senso. Non arrenderti così facilmente. La tua volontà non è così debole. Non entrare nella sua rete.

      Al diavolo il buon senso. Le aveva fatto credere che Donovan fosse affidabile. Che sarebbe stato onesto e non l’avrebbe mai tradita in alcun modo, perché era un bravo ragazzo. Eppure, l’aveva ingannata comunque, le aveva spezzato il cuore e l’aveva lasciata lì a morire come un randagio al lato della strada.

      Lily si asciugò una lacrima, maledicendo le emozioni che minavano la sua risolutezza. Mentre l’uomo delle sue fantasie continuava a suonare il suo flauto arcaico, una foglia gli si posò sull’addome, trasportata dal vento. Lily lanciò un’occhiata più in basso, ma l’erba alta lo copriva dalla vita in giù. Era probabile che fosse magnificamente formato anche lì come sopra. Era una sua fantasia, quindi doveva esserlo. Se solo avesse potuto dare una sbirciatina per saperlo…

      Non vorresti saperlo? La musica sembrò leggerle nel pensiero. Potresti andartene ora, ma a quel punto resteresti con il dubbio per il resto dei tuoi giorni. Vieni da me, te lo mostrerò.

      I suoi talloni si conficcarono nel fango. Lily non sapeva bene come ci fosse riuscita, ma aveva riacquistato il controllo. Poteva ancora tornare indietro; aveva sentito il bisogno di fermarsi e lo aveva fatto. Aveva preso in considerazione l’idea, prima, ma non aveva mai davvero voluto farlo. Lo voleva? Lily si morse il labbro. Voleva davvero che l’uomo delle sue fantasie glielo mostrasse…

       Lo farai? Non lo farai? Non vuoi sapere com’è?

      Voleva davvero saperlo. Se in quel momento l’avesse ignorata, avrebbe poi desiderato conoscere l’origine di quella musica per sempre. Proveniva davvero da un uomo attraente in mezzo ai boschi? Improbabile. Benché apprezzasse l’immagine mentale fornitale dal suo cervello. Non si sarebbe avvicinata ai musicisti, a meno che non fossero sembrati affidabili, ma doveva sapere chi stesse suonando il flauto. Magari avrebbero potuto aiutarla.

      Fece per avanzare di un passo.

      Allora si ricordò di come Donovan fosse sembrato “affidabile”. Non poteva fidarsi del proprio giudizio.

      Vacillò.

      Lily si guardò alle spalle, nella direzione da cui era arrivata e quasi gemette. Si era concentrata talmente tanto sulla canzone da non prestare attenzione a ciò che la circondava. La sensazione di essere osservata era tornata, ma non riusciva a scorgere nessuno. Cosa diavolo sta succedendo!

      La melodia sensuale andava in un erotico crescendo, scivolando sul suo corpo come seta, rivendicando la sua totale attenzione. Si aggrappò a un ramo, il suo respiro usciva in modo irregolare tra i denti stretti. Ben presto Lily si ritrovò a camminare verso la musica. Posso farti sentire in quel modo ancora e ancora, risuonarono le note, promettendole una ricompensa per la sua scelta. Riusciva quasi a crederci. Lily voleva sentirsi ancora in quel modo. Perdersi in quella sensazione.

       Lo farai? Non lo farai? Non vuoi sapere com’è?

      In quel miraggio allucinogeno che aveva davanti, l’uomo biondo smise di suonare per studiarla. Improvvisamente, Lily si rese conto di non volerlo solo incontrare, ma di voler anche conoscere la sua storia. Era la seduzione in persona, eppure la sua espressione conteneva un accenno di tristezza. Cosa potrebbe rendere infelice un uomo tanto bello? Suona la sua musica perché si sente solo?

      L’uomo ritornò a suonare e le sue palpebre ondeggiarono fino a chiudersi, mentre riversava la propria anima nelle note.

       Abbandona i tuoi pensieri. Senti! Trovami! Trooovamiiii!

      La decisione ormai presa, Lily decise che lo avrebbe cercato davvero. Man mano che si avvicinava, il ritmo della melodia aumentava, travolgendola e facendola inciampare dalla premura. Avanzando con determinazione, Lily vide un campo di fiori selvatici con l’erba alta, molto simile a quello in cui si era trovato l’uomo delle sue fantasie. La canzone era diventata frenetica, il volume aveva raggiunto il culmine, come se si trovasse proprio accanto alla fonte. Il musicista doveva essere in quel campo.

      Lily rallentò il passo, esitante, ma poi si avvicinò in punta di piedi, non volendo rendere nota la sua presenza, sebbene la musica la spingesse a manifestarsi. Nella boscaglia oziava un uomo dalla chioma dorata. Lily si nascose velocemente dietro un albero ed ebbe un sussulto, la mano poggiata sul petto, dove poteva sentire il suo cuore battere rapidamente sotto la superficie. L’uomo che aveva immaginato era reale, ma come? Come è possibile tutto questo? L’aveva davvero chiamata a sé con una canzone e una promessa di seduzione?

      Lily diede un’altra sbirciatina e si rese conto che l’uomo delle sue fantasie era esattamente come l’aveva immaginato, eccetto per un piccolo dettaglio.

      Un gioco di luce creava la forma di un corno a spirale di colore scuro al lato della sua testa. Sempre suonando lo strumento, l’uomo si mosse e divenne ovvio che la luce non c’entrava nulla. Aveva chiaramente un paio di corna. Un copricapo pagano di qualche tipo? Forse faceva parte di un culto e sarebbe stato più saggio sgattaiolare via prima di essere notata. Stava suonando lo strumento che Lily aveva visto nella sua mente: una serie di flauti di diverse lunghezze legati insieme. Soffiò sulle estremità e le note risuonarono nell’aria, dandole il benvenuto. Pregandola di ricambiare il saluto. Giurandole piacere e libertà ed estasi e tutte le cose necessarie a farle scatenare gli ormoni. All’improvviso, come avvertendo la sua presenza, l’uomo abbassò lo strumento e si mise più ritto, allerta. Pronto ad agire. Salvo che non guardò nella sua direzione. Al contrario, si concentrò su qualcosa dritto davanti a sé, da qualche parte alla sinistra di Lily.

      Una donna dai capelli biondi si addentrò nella radura. Indossava una camicia


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