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Raji: Libro Tre. Charley BrindleyЧитать онлайн книгу.

Raji: Libro Tre - Charley Brindley


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da pranzo chiuse. Lasciammo poi l'hotel per tornare verso la sua stanza, ma quando raggiungemmo l'angolo dell'edificio, il cielo si aprì in un forte acquazzone.

      "Da questa parte, presto!" disse prendendo una chiave dalla sua borsa mentre correvamo.

      Quando raggiungemmo un'entrata laterale dell'hotel, Kayin infilò il passe-partout nella serratura e aprì la porta. Saltammo dentro, già bagnati dalla pioggia, poi lei chiuse la porta e la chiuse a chiave.

      In quella piccola anticamera, ci trovammo di fronte ad un'altra porta, e di fronte ad essa c'era una scala che portava ai piani superiori. Kayin disse che la porta conduceva alla cucina, dove il cuoco e il suo staff stavano mettendo a posto. Nessuno dei due prese la decisione di prendere le scale; era semplicemente l'unica opzione.

      Nella mia stanza, le diedi un asciugamano e la mia vestaglia e mi diressi in bagno per mettermi dei vestiti asciutti. Quando uscii, lei si stava asciugando i capelli, e vidi che aveva ancora i vestiti bagnati sotto la vestaglia. Sapevo che era a disagio e nervosa a stare da sola nella stanza con me, così suggerii di spostare le sedie sul balcone. La pioggia era cessata all'improvviso così com’era cominciata, e la luna filtrava attraverso le nuvole. Fuori, non si sarebbe sentita minacciata e avremmo potuto rilassarci.

      Non avevo intenzione di provare a fare l'amore con lei. Se questo fosse arrivato in un momento successivo della nostra relazione, bene; anzi meraviglioso. Ma non questa notte. Non sarebbe stato appropriato. Volevo sapere di più sul suo passato e sui suoi piani per il futuro. Comunque, non avevo idea di come portare a letto una donna. Si poteva semplicemente chiedere a una ragazza di spogliarsi? O ci doveva essere qualche ora di drink, scherzi e preliminari, come avevo letto nei libri? Forse l'uomo aspettava pazientemente che la donna gli dicesse quando era il momento di procedere al passo successivo.

      Odiavo la mia mancanza di esperienza in materia d'amore, e sapevo che quando, o se, sarebbe successo, avrei sicuramente fatto cento errori infantili. Certo, dai miei studi conoscevo la meccanica e la funzione del sesso, ma i professori di medicina non scrivevano nulla del lato emotivo o sensuale di quel più intimo di tutti i comportamenti umani. Perché io e Raji non avevamo mai fatto l'amore? Se non altro per vedere come procedere e cosa dover fare, e in che ordine. Ma no, eravamo troppo 'intellettuali' per indulgere nelle attività grossolane degli altri giovani. Non potevamo abbassarci a perdere tempo con il romanticismo. Peccato; avrei potuto certamente usare l'esperienza ora.

      Ci stringemmo sul piccolo balcone, poi ci rilassammo sulle sedie guardando le luci della città spegnersi una ad una. I rumori che filtravano dalla strada diminuirono lentamente fino a quando sentimmo solo lo sferragliare occasionale delle ruote sull'acciottolato mentre un conducente di risciò portava a casa il suo ultimo cliente dopo una notte in città.

      "Hai abbastanza caldo? Chiesi a Kayin.

      Lei sorrise e annuì.

      Mentre eravamo seduti uno di fronte all'altra, con le ginocchia che si toccavano, potevo quasi sentire il battito del suo cuore.

      "Hai sempre vissuto a Mandalay? Chiesi.

      "Sì. Sono nata nel quartiere di Quang Ka, proprio vicino al fiume".

      Lasciammo la politica e parlammo di noi. Sua madre morì quando Kayin aveva nove anni. Fu cresciuta da un altro membro della sua famiglia. Non avevano abbastanza soldi per mandarla a scuola, ma imparò l'inglese da un uomo che chiamò Than-Htay. A quattordici anni si manteneva già da sola e si arrangiava come poteva vendendo frutta fresca per strada. Fu poi assunta dall'hotel grazie alla sua conoscenza dell'inglese.

      Parlai di mia madre e mio padre, della fattoria in Virginia dove sono cresciuto, dell'Accademia Octavia Pompeii, poi della scuola di medicina. Nella primavera del 1928, mia madre spostò tutti gli investimenti della famiglia in titoli di stato. I rendimenti non erano così alti rispetto al ruggente mercato azionario, ma investire nel mercato azionario, diceva a me e a papà, era come cavalcare un toro selvaggio: era sicuramente eccitante, ma ad un certo punto la bestia ti avrebbe buttato a terra e forse ti avrebbe fatto a pezzi. Grazie al suo buon giudizio, la mia famiglia stava finanziariamente meglio nel 1932 che prima del crollo del '29. Il buon vecchio governo degli Stati Uniti continuava a pagare i dividendi sulle obbligazioni di mia madre, nonostante la Depressione.

      Raccontai a Kayin di aver lasciato la scuola e di essere salito sulla nave diretta in India. Che scrissi a mia madre ma non le chiesi soldi. Con così tante persone che soffrivano per la devastante depressione economica, sentivo di non avere diritto al denaro della mia famiglia. Avevano costruito la fattoria dal nulla, e la maggior parte del loro reddito proveniva ora dai titoli di stato e da una piccola mandria di cavalli in miniatura, ma tutto ciò non aveva nulla a che fare con me. Decisi di essere indigente come la stragrande maggioranza del mondo e di cercare di farmi strada da solo.

      Alle 3 del mattino della nostra prima notte insieme, Kayin ed io sapevamo l'uno dell'altro quasi quanto sapevamo di noi stessi. Fu anche il momento in cui iniziò ad insegnarmi il birmano. Ho sempre avuto un talento per le lingue, imparando l'hindi molto rapidamente da Raji. La grammatica era un po' difficile, ma lo slang era il mio problema più grande. Imparare lo slang di una nazione è sempre la rovina quando si cerca di diventare nativi.

      "A che ora devi essere al lavoro?". Le chiesi.

      "Alle sette".

      Camminai con lei per i pochi isolati fino a casa sua, un appartamento vicino situato sopra un negozio, dove viveva con un'altra ragazza. Le chiesi perché non vivesse in albergo e lei mi disse che era troppo caro.

      Avrebbe dormito solo poche ore prima di tornare al lavoro, così decisi di alzarmi presto e trovare cose da fare in giro per la città. Se lei doveva stare sveglia tutto il giorno, allora l'avrei fatto anch'io.

      Ci incontrammo per il pranzo al caffè Yadana.

      "Non sei stanco del cibo del ristorante, ad ogni pasto?"Chiese lei.

      "Sì. Va bene per un po', ma poi tutto comincia ad avere lo stesso sapore". Ruppi un cracker e ci spalmai sopra un po' di burro.

      Sorseggiò il suo tè e diede un'occhiata a un cameriere che raccolse alcune monete da un tavolo vicino. "Ed è anche piuttosto caro".

      "Lo so." Sgranocchiai il mio cracker imburrato.

      "Non vuoi venire a cena da noi stasera?" La sua tazza da tè sbatté nel piattino quando colpì il bordo invece del centro. Il suo viso arrossì un po' mentre guardava la tazza incriminata.

      "Volentieri", dissi. "Ma la tua compagna di stanza?"

      "A Lanna non dispiacerà", disse Kayin rapidamente. "Sarà contenta della compagnia".

      Fissammo l'ora in cui sarei passato per la cena quella sera, mentre tornavamo all'hotel.

      "Devi essere esausta", dissi.

      "No, per niente. Ho trovato la notte scorsa molto piacevole".

      "Deliziosa", dissi io. "Ti dà fastidio quando correggo il tuo inglese?".

      "Ti sono grata per farlo. Come potrei imparare altrimenti?".

      "E", dissi, "mentre mi insegni il birmano, puoi restituirmi le correzioni".

      "Lo farò", rispose lei mentre ci avvicinavamo alla porta dell'albergo. "Ti aspetto stasera".

      Kayin mi toccò la mano e ebbi la netta sensazione che volesse baciarmi la guancia ma si trattenne. Io avrei voluto certamente baciarla.

      Si affrettò ad entrare nell'albergo per tornare al lavoro.

      * * * * *

      La casa di Lanna e Kayin consisteva in due piccole stanze e una minuscola cucina sopra un negozio di tessitura in Hoa-Bin Road. Condividevano un bagno comune con altre famiglie nell'edificio accanto al loro.

      "Dov'è Lanna?" Chiesisistemandomi sul pavimento ad un tavolo basso dove Kayin mi aveva indirizzato.

      Lei corse in cucina per occuparsi di qualcosa sui fornelli. "È dovuta uscire per urgenti affari di famiglia, tornerà tra due ore", disse portando un grande vassoio sul tavolo. "Circa", aggiunse e mi fece un rapido sorriso mentre


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