Io Sono Il Tuo Uomo Nero - Un Racconto Della Contea Di Sardis. T. M. BilderbackЧитать онлайн книгу.
e si pulì la bocca col tovagliolo. Balzò bruscamente in piedi e annunciò: "Devo scappare. L'autobus sarà qui tra un minuto." Baciò la guancia di sua madre e baciò la sommità della testa di Alan. "Ciao! Vi voglio bene!" Sulla porta sul retro, gridò: "Ciao, Little Bit! Fai la brava ragazza!”
Little Bit abbaiò, come se avesse capito il comando.
La porta schermata sulla veranda del retro sbatté forte, e Alan sussultò. “Dopo aver fatto le sue dichiarazioni, l'araldo reale se ne va."
Katie si mise a ridere.
Alan aveva appena dato un bel morso di uova strapazzate e toast quando il suo cellulare squillò. Guardò l’identificativo di chi chiamava e disse: "È Billy." Prese la chiamata. "Ciao, Bill! Spero che Phoebe ti abbia preparato una colazione così buona come quella preparata da Katie!”
"Non credo che potrei fare colazione adesso, Alan. Ascolta, ho bisogno che tu venga qui."
Alan aveva colto il tono grave nella voce del suo amico, e fece immediatamente la connessione. "Un altro?"
"Sì."
"Dove?"
"All'Università pubblica."
"Sarò lì tra poco."
"Grazie, vecchio amico."
Alan chiuse la chiamata.
Katie aveva intuito da parte sua che Alan doveva andarsene. "È un altro di quegli omicidi?"
Alan incontrò gli occhi di sua moglie. "Sì, dev'essere davvero una cosa tremenda. Billy sembrava sconvolto."
Katie annuì, ma sentì un brivido. "Ok. Vai. Ma stai attento, Alan."
Alan cominciò a dare un altro morso alle uova, ma cambiò idea. "Meglio di no. Se fa rivoltare lo stomaco di Bill, probabilmente farà rivoltare anche il mio." Si alzò per andare di sopra e indossare la sua uniforme. Mentre si allontanava dal tavolo, vide un'anziana donna in piedi dietro di lui. Sobbalzò, si spaventò e disse: "Cavolo!”
Katie cominciò a ridere. In modo forte.
Alan si mise una mano contro il petto. L'altra mano era sullo schienale della sua sedia.
"Cavolo, zia Margo, dovevi proprio avvicinarti così di soppiatto?"
La vecchia, Margo Sardis, si mise a ridere. La sua risata sembrava un gracchiare.
“Non ti ho avvicinato di soppiatto, Alan. Sono appena entrata dalla porta sul retro. Non avrà fatto abbastanza rumore."
Katie, ancora ridacchiando, disse: " È così, Alan. L’ho vista entrare."
Alan, scuotendo la testa contro se stesso e il suo nervosismo, si avvicinò e abbracciò la vecchia strega.
"Buongiorno anche a te, zia Margo." La lasciò andare. "Ora, se voi due meravigliose streghette mi scusate, devo andare ad aiutare Billy a catturare un assassino."
"Assassino?" Margo parlò bruscamente. "Ce n'è stato un altro?"
Alan annuì. "Sì, signora."
Gli occhi di Margo si assottigliarono. "Stai attento, Alan Blake. Questo potrebbe essere un assassino non appartenente al genere umano."
Alan si fermò sulla porta che conduceva al soggiorno e alle scale. "Tu sai che è così, zia Margo?”
La vecchia scosse la testa. "No, ma il fatto che non lo sappia non deriva da una rinuncia a cercare di capirlo. Se scopro qualcosa, te lo faccio sapere subito."
Alan annuì con un cenno. "Per favore, fallo. Dobbiamo fermare questa cosa in fretta." Cominciò a salire per le scale, si fermò e si appoggiò di nuovo sulla cucina. "Margo?"
La vecchia lo guardò.
"Hai idea di quante creature dell'Inferno varcarono quella porta aperta di cui ci parlasti?”
Il volto di Margo s’ingentilì, e Alan ritenne di scorgervi un piccolo accenno di paura. Scosse la testa e disse: "Che Dio mi aiuti, Alan, non lo so. Potrebbero essere state poche, o potrebbero essere state poche centinaia. Non lo so proprio."
Alan scambiò uno sguardo con Katie. Poi guardò di nuovo Margo.
"Mi sentirei meglio se tu restassi qui con noi, zia Margo. È meglio che stare da sola nel bosco, anche se la tua casa è mimetizzata con gli specchi. Almeno, m’illuderei che saresti più al sicuro."
Margo parlò per rifiutare educatamente l'offerta, ma si fermò. Infine disse: "Ci penserò, nipote, se l'offerta nasce dal cuore."
Alan incontrò gli occhi della vecchia. " È così. Ti prego, resta." A tutte e due, disse: "Ok, devo andare."
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Capitolo 2
Alcune mattine, Phoebe Smalls Napier trovava davvero difficile riuscire a mettere in piedi i bambini in modo da poterli condurre tutti tranquillamente fuori dalla porta in tempo per il suo turno da Mackie.
Quando Phoebe e Billy si erano sposati, Billy aveva cercato di convincere Phoebe a lasciare il lavoro di cassiera da Mackie. Come sceriffo, Billy guadagnava abbastanza soldi da assicurare alla famiglia cibo, vestiario e alloggio. La sua attività collaterale di allevare i Boston terrier gli fruttava anche soldi extra... più che sufficienti per mantenere la famiglia.
Phoebe rifiutò di lasciare il lavoro. In realtà lo spiegò a Billy, in modo che lui non pensasse che si trattasse di soldi.
"Bill, questo mi mantiene equilibrata e sobria. Se non avessi quel lavoro cui dedicarmi, cosa farei di me stessa nei giorni in cui tu sei al lavoro e i bambini sono a scuola? Avrei tutte quelle ore da riempire... e un alcolista in fase di recupero non deve avere il tempo di stare da solo con i suoi pensieri. Troppo spesso, è questo che li fa tornare al bere." Abbracciò suo marito. "Quindi, piuttosto che espormi alle tentazioni, lavorerò da Mackie. Mi terrà con i piedi per terra, e sono proprio lì in città, se mai avessi bisogno di me."
Billy fu d'accordo con lei a malincuore.
Ma ne aveva anche parlato con Martin Mackie, il nipote del fondatore del negozio, e gli aveva chiesto di tenere Phoebe a casa nei fine settimana e di tenerla impegnata solo per il turno di giorno. Martin aveva accettato, e tutti erano stati contenti.
A meno che la situazione non divenisse caotica e fuori controllo durante la mattina dei giorni feriali. Quando questo accadeva, nessuno ne gioiva.
“Pam! Metti via quel telefono e aiutami con i piccoli !" Phoebe stava cercando di friggere un paio di uova per Mary.
Pamela, che era la figlia più grande di Phoebe, era all'ultimo anno delle superiori di Perry. I suoi capelli erano castani con riflessi biondi. I suoi occhi erano blu, quasi blu ghiaccio. Le sue labbra non erano piene, ma non erano sottili. A diciotto anni era una giovane donna molto bella e la somiglianza tra Pamela e sua sorella Mary era impressionante. Era quasi come se Mary fosse una piccola Pamela. Molte persone si erano espresse in proposito.
Mary era la secondogenita di tredici anni.
Catherine, che era la terza figlia per anzianità, assomigliava a Phoebe e alle ragazze più grandi, ma c'erano nette differenze di aspetto che facevano sembrare che Caterina avesse un padre diverso. Aveva dieci