Il Gran Gesto Di Garron. Carol LynneЧитать онлайн книгу.
ne è uscito con un occhio nero” disse Rawley mentre seguiva Garron fino al recinto.
Voltandosi indietro, Garron indicò il filo rotto. “Guarda questo, è ovviamente stato tagliato. Vado a vedere come sta Sonny”. Camminò verso l’uomo che amava, che gli scaldava le vene. Come osava Lionel fargli del male? Aveva una mezza idea di andare in città e trovare subito quel bastardo. L’unica cosa che lo fermava era lo sguardo sul viso di Sonny mentre lui si avvicinava. Aprì le braccia e Sonny ci si tuffò immediatamente. “Stai bene?”. Abbassò lo sguardo sul viso contuso di Sonny.
“No, ma sto meglio”. Sonny guardò Buford. “Lo ha ucciso così, senza motivo”.
Accarezzando la schiena di Sonny, Garron guardò Jeb. “La recinzione è stata tagliata”.
Jeb annuì. “C’ero arrivato anch’io”. Jeb indicò l’uomo più anziano. “Questo è il nostro veterinario, il dottor Mac Whitcomb. Mac, lui è mio fratello Garron”.
I due uomini si strinsero la mano. Sebbene i suoi capelli fossero completamente grigi, Mac non sembrava avere più di quarantacinque anni. Lo guardò negli occhi. “Può stabilire da quanto tempo è successo?”.
Mac si grattò la mascella, poi tornò a guardare il toro morto. “Difficile esserne certi, con questo caldo. Ma direi da un paio d’ore al massimo”.
Garron guardò di nuovo Sonny e gli diede un bacio in fronte. “A che ora avete litigato?”.
“Più o meno lo stesso, credo” rispose Sonny.
“Com’è successo?” Garron continuò a tenere le braccia intorno alla vita di Sonny.
“Beh, immagino mi abbia visto entrare nel negozio di mangimi dal suo ufficio, che è dall’altra parte della strada. Quando sono uscito, Lionel mi stava aspettando. Ha iniziato a dire delle cose, ma io l’ho ignorato. Poi mi ha dato una spinta” Sonny fece un piccolo sorriso. “Allora io gli ho ricordato che, anche se sono piccolino, posso comunque prenderlo a cazzotti”.
Garron si guardò intorno. “Pensate quello che penso io?”.
Mac annuì, guardando di nuovo il toro. “È stato tutto orchestrato per fargli avere un alibi. Vi dico una cosa, quell’uomo non mi è sempre stato indifferente, ma chiunque possa mandare a fare una cosa come questa dev’essere malato”.
“Sì, penso che su questo siamo tutti d’accordo. Il problema è riuscire a trovare un elemento che lo colleghi al crimine” disse Rwaley, facendosi avanti. “Qui è tutto secco e non ci sono impronte. Comunque continuerò a cercare”. Poi indicò il toro morto. “Che ci farai, con Buford?”.
“Shelby è nella parte est del pascolo orientale a scavare una buca proprio adesso. Verrà a prenderlo con il trattore quando ha finito”.
Rawley si passò le dita tra i corti capelli neri e guardò Mac. “Il proiettile è ancora dentro?”.
Mac guardò l’animale. “Non c’è ferita d’uscita, quindi sì. Vuoi che provi a tirarlo fuori?”.
“Se ci riesci senza danneggiare il proiettile. Lo manderò al laboratorio della scientifica di Lincoln per far fare una perizia balistica. È un po’ un azzardo, ma è probabile che sia l’unica prova che abbiamo”.
Garron guardò Rawley. “Hai fatto qualche foto? Di certo la compagni di assicurazioni vorraà vedere anche quelle, oltre che hai rapporti che farete tu e Mac”.
“Sì, le ho fatte. Non è la mia prima volta, sai” sottolineò Rawley.
“Scusa, mi è uscito male. Volevo solo assicurarmi che fosse tutto apposto, prima di portare Sonny a casa”.
“Portacelo pure, qui finiamo noi”.
Garron guardò Sonny. “Dov’è il furgone?”.
“L’ha preso Shelby. Immagino che dovrò venire con te sul fuoristrada” gli strizzò l’occhio. “Che peccato”.
Con uno schiaffo sul culo a Sonny, Garron salutò Mac, Jeb e Rawley.
* * * *
Quando arrivarono a casa, entrambi erano già arrapati da morire. Entrando in cucina, Garron si attaccò alle sue labbra. “Ho bisogno di te”.
“Sì” disse Sonny, togliendo i vestiti a Garron. Riuscì a sollevargli la maglietta sopra la testa, prima di iniziare a dedicarsi alla sua patta. Non appena ebbe finito di sbottonare e tirare giù la zip, Sonny si inginocchiò. Passò la lingua sulla punta del cazzo di Garron e gemette quando assaggiò il liquido preseminale. “Hai un sapore che adoro” disse, prima di prendergli in bocca la cappella.
Tirandogli giù i jeans morbidi, fece scorrere le mani sulle sfere sode del culo di Garron. Sentì i suo muscoli tendersi mentre iniziava a darsi delle spinte. Sonny si perse in quell’atto appassionato, facendo scivolre un dito tra le chiappe di Garron e premendo contro il suo buco. Non aveva ancora fatto l’amore con questo culo. Vista la differenza di statura tra i due, Sonny aveva automaticamente assunto il ruolo di passivo, nella relazione. E la cosa era andata benissimo a entrambi. Ora però, voleva entrare dentro Garron con una necessità che non aveva mai sentito prima.
Sonny lasciò andare il cazzo di Garron e lo guardò. “Ti voglio”.
Garron doveva aver capito cosa gli stava chiedendo, perché annuì e lo fece alzare prendendolo per un braccio. “Sarà meglio farlo in camera da letto”. Garron si tirò su i Levi e condusse Sonny per le scale.
Mentre si spogliavano in tutta fretta, Sonny si sentiva nervoso. Non capiva perché. Si era scopato un sacco di uomini, perché questa paura improvvisa di non essere abbastanza bravo?
Quando furono entrambi nudi, al centro del letto, avvolti l’uno nelle braccia dell’altro, finalmente capì. Era la prima volta che faceva l’amore così con un altro uomo. E l’opinione che Garron aveva di lui era importante. Interrompendo il loro bacio, Sonny guardò Garron nei suoi occhi scuri. “Per te va bene?”.
Garron sorrise e tirò su le gambe contro il petto, facendo vedere a Sonny il più bel buco che avesse mai visto. “Ti amo” gli disse. “Non aspettavo altro che tu prendessi l’iniziativa”.
Sonny si rese conto che non importava se faceva tutto alla perfezione. Importava solo il fatto che così poteva esprimere il suo amore per Garron. Il fatto che potesse esprimere il suo amore per Garron amandolo lo faceva. Andando a prendere il lubrificante, Sonny cercò di controllare il proprio respiro. Doveva darsi una calmata. Chissà da quanto tempo Garron non lo faceva e, visto come si sentiva, in questo modo non sarebbe certo durato a lungo.
Dopo essersi leccato le dita, Sonny diede a Garron un bacio profondo, poi ne infilò lentamente uno nella sua apertura. Interrompendo il contatto tra le labbra, sorrise all’uomo che amava.”Tra un paio di settimane è il tuo compleanno”.
Gemendo, Garron mosse il sedere. “Non me lo ricordare”.
“Pensavo di fare una festa. Niente di speciale, possiamo solo affittare la stanza sul retro del Dead Zone. Qualche amico, del buon cibo,” gli strizzò l’occhio “magari quattro salti in pista?”.
Garron si fermò per guardare Sonny negli occhi. “Dici sul serio?”.
Sonny annuì e mise dentro un altro dito. “Certo che dico sul serio. Se poi dovessimo aver voglia di dire qualche parola per impegnarci l’uno con l’altro, davanti ai nostri amici e alle nostre famiglie, ben venga.”
“Mi stai forse chiedendo di sposarti?” ansimò Garron, mentre Sonnyt raggiungeva la sua ghiandola prostatica.
“Lo so che non possiamo sposarci veramente, ma per me ci andrebbe molto vicino”. Lo guardò a lungo negli occhi. “Mi prometti che ci penserai?”.
“Non ho bisogno di pensarci, la risposta è sì”. Garron si dimenò ancora un po’. “Ora fai l’amore con me”.
Sonny tolse