Il Rancher Si Prende La Sua Sposa Di Convenienza. Shanae JohnsonЧитать онлайн книгу.
a malapena sotto il sole caldo del pomeriggio. I loro cappelli da cowboy nuovi di zecca erano perfettamente inamidati. Le loro camicie non avevano una sola goccia di sudore sotto le ascelle.
“Sono la signorina Vance,” disse fissandosi il sangue sulla camicia. “Oppure Capo”.
Quando l’anziano aiutante del ranch si girò per calmare il nuovo toro, Brenda percepì una bestemmia in spagnolo. Due degli altri uomini ridacchiarono. Il biondo magro con i jeans attillati, che quasi certamente li aveva presi da Old Navy o Urban Outfitters, era quello che Brenda aveva soprannominato Yankee. L’altro, quello che Brenda chiamava Frat Boy, aveva una maglietta stretta sui bicipiti marroni con disegnate delle lettere greche. Il tipo sosteneva che il suo bisnonno fosse uno dei famosi Buffalo Soldiers. Brenda però dubitava che quel ragazzo provenisse da una stirpe così potente, visto che si agitava e strillava ogni volta che un insetto gli si avvicinava, o si sporcava uno dei vestiti.
L’ultimo ragazzo non rise. Finse di guardare altrove, evitando di mostrarsi superiore. Il suo tentativo di non prendere posizione era chiaro. Brenda conosceva il suo nome. Era Angel Bautista, il nipote del suo anziano e irascibile aiutante.
Angel era giovane, appena uscito dal liceo. Nato in un’epoca in cui alle ragazze veniva detto che potevano fare o essere qualsiasi cosa, e che avevano esempi e strade da seguire. Lo zio di Angel era nato in un’epoca in cui il posto delle donne era in cucina. O, se avessero voluto avventurarsi fuori, c’era il giardino.
Gli altri due braccianti venivano da fuori. Quello era uno stage semestrale e loro sarebbero tornati ai college delle loro città entro un paio di settimane. Angel invece viveva lì e avrebbe dovuto trovare lavoro fisso in un ranch. Era bloccato tra due mondi con due anziani a cui badare. Brenda non avrebbe dovuto aspettare molto per capire che orme avrebbe seguito il ragazzo.
Quella era la sua vita, il suo sostentamento, e aveva bisogno di buone mani per portarlo avanti. Aveva badato al bestiame e cavalcato i cavalli. Si era fatta male dando da mangiare agli animali. Si era fratturata un dito del piede cambiando un ferro di cavallo. Rotta un polso conducendo una mandria da sola. Le aveva passate tutte, polsi slogati, caviglie rotte, aveva sudato sette camicie per quel suo lavoro di supervisore al ranch. E, nonostante ciò, non aveva mai saltato un solo giorno di lavoro.
Brenda aveva fatto tutto da sola negli ultimi tre anni, dopo che i suoi genitori erano andati in pensione. Ma in quegli anni, aveva reso il ranch così redditizio da aver dovuto far crescere la mandria, aumentando così il carico di lavoro e il bisogno di mani per aiutarla.
Con o senza quei braccianti, se così si potevano chiamare, avrebbe anche potuto farcela da sola. Manuel si rifiutava di ascoltare il suo modo di fare le cose, affidandosi invece ai vecchi metodi. E gli altri uomini seguivano lui, anche se era lei a firmare le loro buste paga.
“Forse dovrebbe rientrare in casa,” disse Manuel. “A curarsi quella ferita. È pericoloso lavorare qui fuori.”
Aveva evitato di dire: per una donna. Almeno quel giorno aveva imparato una lezione.
Tutto era nato dal suo suggerimento di usare lo zucchero, insieme al grano, per mettere in gabbia il nuovo toro appena acquistato, per poterlo marchiare. Lo zucchero avrebbe aiutato a calmare l’animale. Ma era un nuovo modo di fare le cose e Manuel si era opposto. Così il toro aveva scalciato.
Brenda era troppo stanca per discutere. Il sangue che ancora le colava negli occhi le rendeva difficile sorvegliare quello che stavano facendo. Sapeva che non lo stavano facendo nel modo in cui lei voleva che venisse fatto. Ma il toro era marchiato a fuoco, il che significava che ne era lei la proprietaria. Quello era il punto principale della sua lista di cose da fare per quel giorno, quindi la giornata poteva anche considerarsi conclusa.
Bussò alla porta sul retro della grande casa e si bloccò. La porta posteriore conduceva direttamente alla cucina. La cena sfrigolava in una padella. C’era una bistecca perfettamente cotta accanto a patate arrostite appena uscite dal forno e fagiolini imburrati. Qualcuno aprì il frigorifero e si chinò all’interno. Quando la porta si chiuse, si alzò un uomo in grembiule.
“Tu sei veramente un dono di Dio,” disse Brenda.
“E tu stai sanguinando dalla testa,” rispose l’uomo. “Ma non vedo le spine.”
Brenda si toccò la fronte. Un rivolo caldo di sangue le macchiò i polpastrelli. Per fortuna, non faceva male.
“Se esco, trovo uno dei dipendenti del ranch morto, Bren?”
Brenda sospirò, la delusione chiara nella folata del respiro. “No, Walter. Non darai l’estrema unzione a nessuno, stasera.”
Il fratello di Brenda, il pastore Walter Vance, prese dei tovagliolini di carta e li premette sulla fronte della sorella.
“Ahi,” si lamentò lei.
Walter la ignorò. Non era la prima volta che le ripuliva una ferita. Era un evento regolare in casa Vance quando erano bambini. Forse era uno dei motivi per cui si era avvicinato alla chiesa. “Dimmi cos’è successo!”
“Incompetenza. Maschilismo. Rancher pigri. Ecco cosa succede.”
“Pensavo che Bautista fosse uno dei migliori,” disse Walter.
“Forse vent’anni fa. I tempi sono cambiati.”
“Meno male,” disse Walter. “Con tutta la tecnologia che hai implementato nel ranch, hai bisogno di meno braccianti rispetto a quando eravamo bambini.”
Loro padre aveva lasciato il ranch ad entrambi. Ma Walter aveva ceduto la sua parte a Brenda e si era dedicato alla chiesa. Lei ne era stata grata. Soprattutto perché, dato che suo fratello non era un socio, non doveva condividere con lui quanto le era costata la nuova tecnologia, per non parlare del nuovo toro. Aveva chiesto un finanziamento, e la prima rata stava per scadere. Non aveva abbastanza liquidità per far fronte a tutte le fatture e alle spese generali.
“Bren, se qualcosa non andasse”, disse suo fratello, “me lo diresti?”
No, non lo avrebbe mai fatto. “Certo.”
Brenda aveva imparato molto tempo prima che mentire a un pastore non ti faceva colpire in testa da un fulmine. Quindi, aveva tempo. “Finché continuerai a venire a cucinare per me, andrà tutto bene.”
“Forse dovresti sposarti,” disse Walter.
Le posate di Brenda si schiantarono sul piatto. Quello era un argomento su cui suo fratello non si era mai evoluto. Brenda non aveva alcun desiderio di sposarsi. Gli uomini la rallentavano. Per esempio, i suoi dipendenti al ranch le rallentavano tutte le attività.
“Hai un ranch pieno di soldati proprio fuori dalla porta,” disse Walter. “Alcuni devono sposarsi nei prossimi novanta giorni, secondo le regole che vigono su quel territorio.”
Per quello Brenda si teneva alla larga dai suoi vicini del Purple Heart Ranch. E ciò includeva il confine della loro proprietà, che costringeva gli individui a sposarsi solo per poter rimanere nel ranch a guarire. Era sicura che quell’accordo fosse illegale, eppure nessuno l’aveva mai denunciato.
“Uno di quei soldati non è scappato con la tua fidanzata?” chiese lei.
Beth Cartwright, la figlia del pastore, era stata fidanzata con Walter per un breve periodo. Ma poi la sua cotta d’infanzia, un militare dato per disperso, era tornato, facendole perdere la testa con una proposta di matrimonio e un anello di fidanzamento.
“Reese è un brav’uomo,” disse Walter. C’era genuinità nella sua voce nonostante l’amarezza della rottura. “Tutti i soldati lo sono.”
Walter era fin troppo indulgente. Ma faceva parte del suo lavoro. Il lavoro di Brenda invece era quello di allevatrice. Non aveva tempo per essere la moglie di qualcuno. Era troppo occupata con il bestiame, con più progetti di riparazione di quanti ne potessero stare su un foglio A4 – interlinea singola, e con i braccianti buoni a nulla che vedeva dirigersi verso i loro camion prima del tramonto senza nemmeno aver finito il lavoro.
No. Era meglio