Эротические рассказы

Orlando Furioso. Lodovico AriostoЧитать онлайн книгу.

Orlando Furioso - Lodovico Ariosto


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ancora, anzi l'un l'altro guata;

      che quel Lurcanio in arme è così fiero,

      che par che di lui tema ogni guerriero.

69

      Atteso ha l'empia sorte, che Zerbino,

      fratel di lei, nel regno non si truove;

      che va già molti mesi peregrino,

      mostrando di sé in arme inclite pruove:

      che quando si trovasse più vicino

      quel cavallier gagliardo, o in luogo dove

      potesse avere a tempo la novella,

      non mancheria d'aiuto alla sorella.

70

      Il re, ch'intanto cerca di sapere

      per altra pruova, che per arme, ancora,

      se sono queste accuse o false o vere,

      se dritto o torto è che sua figlia mora;

      ha fatto prender certe cameriere

      che lo dovrian saper, se vero fôra:

      ond'io previdi, che se presa era io,

      troppo periglio era del duca e mio.

71

      E la notte medesima mi trassi

      fuor de la corte, e al duca mi condussi;

      e gli feci veder quanto importassi

      al capo d'amendua, se presa io fussi.

      Lodommi, e disse ch'io non dubitassi:

      a' suoi conforti poi venir m'indussi

      ad una sua fortezza ch'è qui presso,

      in compagnia di dui che mi diede esso.

72

      Hai sentito, signor, con quanti effetti

      de l'amor mio fei Polinesso certo;

      e s'era debitor per tai rispetti

      d'avermi cara o no, tu 'l vedi aperto.

      Or senti il guidardon che io ricevetti,

      vedi la gran mercé del mio gran merto;

      vedi se deve, per amare assai,

      donna sperar d'essere amata mai:

73

      che questo ingrato, perfido e crudele,

      de la mia fede ha preso dubbio al fine:

      venuto è in sospizion ch'io non rivele

      a lungo andar le fraudi sue volpine.

      Ha finto, acciò che m'allontane e cele

      fin che l'ira e il furor del re decline,

      voler mandarmi ad un suo luogo forte;

      e mi volea mandar dritto alla morte:

74

      che di secreto ha commesso alla guida,

      che come m'abbia in queste selve tratta,

      per degno premio di mia fé m'uccida.

      Così l'intenzion gli venìa fatta,

      se tu non eri appresso alle mia grida.

      Ve' come Amor ben chi lui segue, tratta! —

      Così narrò Dalinda al paladino

      seguendo tuttavolta il lor camino.

75

      A cui fu sopra ogn'aventura, grata

      questa, d'aver trovata la donzella

      che gli avea tutta l'istoria narrata

      de l'innocenza di Ginevra bella.

      E se sperato avea, quando accusata

      ancor fosse a ragion, d'aiutar quella,

      via con maggior baldanza or viene in prova,

      poi che evidente la calunnia truova.

76

      E verso la città di Santo Andrea,

      dove era il re con tutta la famiglia,

      e la battaglia singular dovea

      esser de la querela de la figlia,

      andò Rinaldo quanto andar potea,

      fin che vicino giunse a poche miglia;

      alla città vicino giunse, dove

      trovò un scudier ch'avea più fresche nuove:

77

      ch'un cavallier istrano era venuto,

      ch'a difender Ginevra s'avea tolto,

      con non usate insegne, e sconosciuto,

      però che sempre ascoso andava molto;

      e che dopo che v'era, ancor veduto

      non gli avea alcuno al discoperto il volto;

      e che 'l proprio scudier che gli servia,

      dicea giurando: – Io non so dir chi sia. —

78

      Non cavalcaro molto, ch'alle mura

      si trovar de la terra e in su la porta.

      Dalinda andar più inanzi avea paura;

      pur va, poi che Rinaldo la conforta.

      La porta è chiusa, ed a chi n'avea cura

      Rinaldo domandò: – Questo ch'importa? —

      E fugli detto: perché 'l popol tutto

      a veder la battaglia era ridutto,

79

      che tra Lurcanio e un cavallier istrano

      si fa ne l'altro capo de la terra,

      ove era un prato spazioso e piano;

      e che già cominciata hanno la guerra.

      Aperto fu al signor di Montealbano,

      e tosto il portinar dietro gli serra.

      Per la vota città Rinaldo passa;

      ma la donzella al primo albergo lassa:

80

      e dice che sicura ivi si stia

      fin che ritorni a lei, che sarà tosto;

      e verso il campo poi ratto s'invia,

      dove li dui guerrier dato e risposto

      molto s'aveano, e davan tuttavia.

      Stava Lurcanio di mal cor disposto

      contra Ginevra; e l'altro in sua difesa

      ben sostenea la favorita impresa.

81

      Sei cavallier con lor ne lo steccato

      erano a piedi, armati di corazza,

      col duca d'Albania, ch'era montato

      s'un possente corsier di buona razza.

      Come a gran contestabile, a lui dato

      la guardia fu del campo e de la piazza:

      e di veder Ginevra in gran periglio

      avea il cor lieto, ed orgoglioso il ciglio.

82

      Rinaldo se ne va tra gente e gente;

      fassi far largo il buon destrier Baiardo:

      chi la tempesta del suo venir sente,

      a dargli via non par zoppo né tardo.

      Rinaldo vi compar sopra eminente,

      e ben rassembra il fior d'ogni gagliardo;

      poi si ferma all'incontro ove il re siede:

      ognun s'accosta per udir che chiede.

83

      Rinaldo


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