Orlando Furioso. Lodovico AriostoЧитать онлайн книгу.
del sangue che si trasse quando
uscì de l'orca in ch'era entrato tutto,
pel conte l'andò pur raffigurando;
tanto più che ne l'animo avea indutto,
tosto che del valor sentì la nuova,
ch'altri ch'Orlando non faria tal pruova.
Lo conoscea, perch'era stato infante
d'onore in Francia, e se n'era partito
per pigliar la corona, l'anno inante,
del padre suo ch'era di vita uscito.
Tante volte veduto, e tante e tante
gli avea parlato, ch'era in infinito.
Lo corse ad abbracciare e a fargli festa,
trattasi la celata ch'avea in testa.
Non meno Orlando di veder contento
si mostrò il re, che 'l re di veder lui.
Poi che furo a iterar l'abbracciamento
una o due volte tornati amendui,
narrò ad Oberto Orlando il tradimento
che fu fatto alla giovane, e da cui
fatto le fu; dal perfido Bireno,
che via d'ogn'altro lo dovea far meno.
Le prove gli narrò, che tante volte
ella d'amarlo dimostrato avea:
come i parenti e le sustanze tolte
le furo, e al fin per lui morir volea;
e ch'esso testimonio era di molte,
e renderne buon conto ne potea.
Mentre parlava, i begli occhi sereni
de la donna di lagrime eran pieni.
Era il bel viso suo, quale esser suole
da primavera alcuna volta il cielo,
quando la pioggia cade, e a un tempo il sole
si sgombra intorno il nubiloso velo.
E come il rosignuol dolci carole
mena nei rami alor del verde stelo,
così alle belle lagrime le piume
si bagna Amore, e gode al chiaro lume.
E ne la face de' begli occhi accende
l'aurato strale, e nel ruscello amorza,
che tra vermigli e bianchi fiori scende:
e temprato che l'ha, tira di forza
contra il garzon, che né scudo difende,
né maglia doppia, né ferrigna scorza;
che mentre sta a mirar gli occhi e le chiome,
si sente il cor ferito, e non sa come.
Le bellezze d'Olimpia eran di quelle
che son più rare: e non la fronte sola,
gli occhi e le guance e le chiome avea belle,
la bocca, il naso, gli omeri e la gola;
ma discendendo giù da le mammelle,
le parti che solea coprir la stola,
fur di tanta eccellenza, ch'anteporse
a quante n'avea il mondo potean forse.
Vinceano di candor le nievi intatte,
ed eran più ch'avorio a toccar molli:
le poppe ritondette parean latte
che fuor dei giunchi allora allora tolli.
Spazio fra lor tal discendea, qual fatte
esser veggiàn fra picciolini colli
l'ombrose valli, in sua stagione amene,
che 'l verno abbia di nieve allora piene.
I rilevati fianchi e le belle anche,
e netto più che specchio il ventre piano,
pareano fatti, e quelle coscie bianche,
da Fidia a torno, o da più dotta mano.
Di quelle parti debbovi dir anche,
che pur celare ella bramava invano?
Dirò insomma, ch'in lei dal capo al piede,
quant'esser può beltà, tutta si vede.
Se fosse stata ne le valli Idee
vista dal Pastor frigio, io non so quanto
Vener, sebben vincea quell'altre dee,
portato avesse di bellezza il vanto:
né forse ito saria ne le Amiclee
contrade esso a violar l'ospizio santo;
ma detto avria: – Con Menelao ti resta,
Elena pur; ch'altra io non vo' che questa. —
E se fosse costei stata a Crotone,
quando Zeusi l'imagine far volse,
che por dovea nel tempio di Iunone,
e tante belle nude insieme accolse;
e che, per una farne in perfezione,
da chi una parte e da chi un'altra tolse:
non avea da torre altra che costei;
che tutte le bellezze erano in lei.
Io non credo che mai Bireno, nudo
vedesse quel bel corpo; ch'io son certo
che stato non saria mai così crudo,
che l'avesse lasciata in quel deserto.
Ch'Oberto se n'accende, io vi concludo,
tanto che 'l fuoco non può star coperto.
Si studia consolarla, e darle speme
ch'uscirà in bene il mal ch'ora la preme:
e le promette andar seco in Olanda;
né fin che ne lo stato la rimetta,
e ch'abbia fatto iusta e memoranda
di quel periuro e traditor vendetta,
non cesserà con ciò che possa Irlanda,
e lo farà quanto potrà più in fretta.
Cercare intanto in quelle case e in queste
facea di gonne e di feminee veste.
Bisogno non sarà, per trovar gonne,
ch'a cercar fuor de l'isola si mande;
ch'ogni dì se n'avea da quelle donne
che de l'avido mostro eran vivande.
Non fe' molto cercar, che ritrovonne
di varie fogge Oberto copia grande;
e fe' vestir Olimpia, e ben gl'increbbe
non la poter vestir come vorrebbe.
Ma né sì bella seta o sì fin'oro
mai Fiorentini industri tesser fenno;
né chi ricama fece mai lavoro,
postovi tempo, diligenza e senno,
che potesse a costui parer decoro,
se