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Destinata  - Морган Райс


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quanto affascinante tutto ciò apparisse, ciò che lei voleva davvero sapere non riguardava i vampiri, la chiesa o la religione. Voleva sapere di Caleb. Era sopravvissuto al viaggio? Era vivo? Dov'era?

      E voleva disperatamente sapere del loro bambino. Era ancora incinta? Il bambino era sopravvissuto?

      Lei pensò molto intensamente a tali domande, e sperò che il prete l'avrebbe aiutata, rispondendo ad esse.

      Ma non lo fece.

      Lei sapeva che aveva sentito i suoi pensieri, ed aveva scelto di non rispondere. Lui la stava costringendo a fargli le domande ad alta voce. E, come lei probabilmente sapeva, c'erano delle domande che temeva di formulare.

      “E che ne è stato di Caleb?” lei chiese infine, con voce tremante. Era troppo nervosa per chidere del loro bambino.

      Lei lo guardò e vide sparire il suo sorriso, mentre la smorfia più lieve gli si disegnò sul volto.

      Il cuore di Caitlin si bloccò.

      Ti prego, lei pensò. Ti prego non darmi cattive notizie.

      “Alcune cose le scoprirai da sola,” lui disse lentamente. “Alcune cose non posso dirtele io. E' un viaggio che devi fare tu. Tu e tu soltanto.”

      “Ma lui è qui?” lei chiese speranzosa. “Ce l'ha fatta?”

      Il prete, camminando accanto a lei, tenne le labbra serrate. Lasciò le domande sospese nell'aria, senza alcuna risposta, per un tempo che per lei sembrò eterno.

      Infine, si fermarono davanti ad un'altra rampa di scale, per poi voltarsi e guardarla. “Vorrei poterti dire di più,” lui disse. “Dico davvero.”

      L'uomo si voltò, sollevò la torcia, e andò di sotto, lungo un'altra piccola scala.

      Entrarono in un lungo corridoio a volta, con i soffitti dorati e ben elaborati. Erano interamente ricoperti di affreschi, allegramente realizzati, e tra di essi c'erano degli archi con righe dorate. Il soffitto risplendeva.

      Così come il pavimento. Era di un bel marmo rosa, e sembrava che fosse stato appena lucidato. Quel livello sotterraneo della chiesa era splendido, sembrava come un'antica stanza del tesoro.

      “Accidenti,” Caitlin si sentì dire ad alta voce. “Che cos'è questo posto?”

      “E' un luogo di miracoli. Sei nella chiesa di San Francesco d'Assisi. Questo è anche il suo luogo di riposo. E' un luogo molto sacro nella nostra religione. Le persone —umani e vampiri—giungono qui in pellegrinaggio, da centinaia di chilometri di distanza, solo per ritrovarsi in questo punto. Francesco era il santo degli animali, ed era anche il santo di tutte le creature viventi, oltre la razza umana—includendo la nostra specie. Si dice che qui accadano dei miracoli. Noi qui siamo protetti dalla sua energia”.

      “Non sei atterrata qui per caso,” lui continuò. “Questo luogo è un portale per te. E' una piattaforma di lancio, per farti cominciare il tuo viaggio, il tuo pellegrinaggio.”

      Lui si voltò e la guardò.

      “Ciò che ancora non riesci a vedere,” lui disse, “è che sei in viaggio. E alcuni pellegrinaggi durano anni, e richiedono di percorrere molti, molti chilometri.”

      Caitlin pensò. Tutto la stava sopraffacendo. Non voleva intraprendere un viaggio. Voleva tornare indietro a casa, con Caleb, sana e salva, nel secolo XXI, lasciandosi alle spalle tutto quell'incubo. Era stanca di viaggiare, di essere sempre in strada, di cercare sempre qualcosa.

      Rivoleva semplicemente tornare ad una vita normale, la vita di un'adolescente.

      Ma smise di pensarla in quel modo. Non l'aiutava, lei lo sapeva. Le cose erano cambiate – in modo permanente – e  non sarebbero più tornate com'erano prima. Rammentò a se stessa che quel cambiamento era la nuova normalità. Non era più la stessa, vecchia, umana media, Caitlin. Era più grande ora. Più saggia. E, che le piacesse o meno, era in una missione speciale. Doveva solo accettarlo.

      “Ma che cos'è il mio pellegrinaggio?” Caitlin chiese. “Qual'è la mia destinazione? Dove sto andando esattamente?”

      Lui la condusse alla fine del corridoio finale, e si fermarono davanti ad un'enorme tomba elaborata.

      Caitlin poteva sentire l'energia provenire dalla tomba, e sapeva sin da subito che si trattava della tomba di San Francesco. Si sentì ricaricata anche stando semplicemente accanto ad essa, sentiva che diventava più forte, tornando in sè. Si chiese nuovamente se fosse tornata indietro nel tempo da umana o da vampira. Le mancavano così tanto i suoi poteri.

      “Sì, sei ancora una vampira,” lui disse. “Non preoccuparti. Occorre un po' di tempo per tornare com'eri.”

      Lei era imbarazzata per aver dimenticato, ancora una volta, di stare attenta ai propri pensieri, ma si sentì confortata dalle parole dell'uomo.

      “Tu sei una persona molto speciale, Caitlin,” lui disse. “Sei molto necessaria per la nostra razza. Senza di te, potrei persino dire, che la nostra intera razza e l'intera razza umana sarebbero sull'orlo dell'estinzione. Abbiamo bisogno di te. Abbiamo bisogno del tuo aiuto.”

      “Ma che cosa dovrei fare?” lei chiese.

      “Abbiamo bisogno che tu trovi lo Scudo,” lui disse. “E, per poter trovare lo Scudo, dovrai trovare tuo padre. Lui, e soltanto lui, lo possiede. E per trovarlo, devi trovare il tuo covo. Il tuo vero covo.”

      “Ma non ho idea di dove cominciare,” lei disse. “Non so nemmeno perchè mi trovo in questo luogo e in quest'epoca. Perchè l'Italia? Perchè il 1790?”

      “Le risposte a queste domande dovrai trovarle da sola. Ma ti assicuro che hai delle ragioni molto speciali per essere tornata in questo periodo storico. Delle persone speciali da incontrare, delle azioni speciali da compiere. E che questo luogo e questo tempo ti condurranno allo Scudo.”

      Caitlin pensò.

      “Ma non ho idea di dove sia mio padre. Non so proprio da dove cominciare.”

      Lui si voltò verso di lei e sorrise. “Ma tu lo sai,” lui rispose. “Questo è il tuo problema. Non hai fiducia nel tuo intuito. Hai bisogno d'imparare a cercare profondamente dentro di te. Provaci ora. Chiudi gli occhi, respira profondamente.”

      Caitlin fece come lui disse.

      “Chiediti: qual è la mia prossima tappa?”

      Caitlin obbedì, sforzando il cervello. Nulla accadde.

      “Ascolta il suono del tuo respiro. Lascia che la mente si fermi.”

      Appena Caitlin lo fece, appena si concentrò e rilassò, le immagini cominciarono a formarsi nella sua mente. Alla fine aprì gli occhi e lo guardò.

      “Vedo due luoghi,” lei disse.  “Firenze e Venezia.”

      “Sì,” lui disse. “Molto bene.”

      “Ma sono confusa. Dove vado?”

      “Non ci sono scelte sbagliate in un viaggio. Ogni percorso ci conduce semplicemente ad un luogo diverso. La scelta è tua. Hai un destino molto forte, ma hai anche il libero arbitrio.  Puoi scegliere ad ogni passo. Ora, per esempio, devi fare una scelta cruciale. A Firenze, adempirai ai tuoi obblighi, ti avvicinerai allo Scudo. E' quello che ti viene richiesto. Ma a Venezia, ti occuperai delle questioni di cuore. Dovrai scegliere tra la tua missione ed il tuo cuore.”

      Il cuore di Caitlin si sollevò.

      Questioni di cuore. Intendeva dire che Caleb era a Venezia?

      Lei sentì il suo cuore proprio a Venezia. Sì, mentalmente, sapeva che Firenze era il luogo dove doveva essere per poter fare ciò che ci si aspettava da lei.

      Si sentiva già dilaniata.

      “Tu sei una donna adulta ora,” lui disse. “La scelta è tua. Ma se segui il tuo cuore, ci sarà dolore,” lui la avvertì. “La strada del cuore non è mai facile. E mai prevista.”

      “Mi sento così confusa,” lei disse.

      “Noi svolgiamo il lavoro migliore


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