Amata . Морган РайсЧитать онлайн книгу.
dobbiamo.”
La guardò.
“Questa sua scuola,” le chiese. “E' lontana?”
“Solo una piccola passeggiata,” rispose, prendendogli il braccio e guidandolo attraverso il prato innevato. “Oakville High. Era anche la mia scuola fino a qualche settimana fa. Uno dei miei amici deve sapere dove lui si trova.”
*
Oakville High era esattamente come Caitlin ricordava. Era surreale esserci tornata. Guardandola, le sembrò come se fosse ritornata alla vita normale, dopo un breve periodo di vacanza. Credette anche, per un breve istante, che gli eventi delle scorse settimane, fossero stati solo il frutto di un folle sogno. Si lasciò trasportare dall'idea che tutto fosse tornato alla normalità, proprio come era sempre stato. Le diede una piacevole sensazione.
Ma, nell'istante in cui tornò a guardare Caleb accanto a lei, seppe che nulla era normale. Se c'era qualcosa di surreale, era proprio tornare lì con Caleb al suo fianco. Sarebbe entrata nella sua vecchia scuola con questo splendido uomo accanto, alto oltre 1.80cm, dalle spalle ampie e larghe, tutto vestito di nero, gli alti colletti del suo cappotto nero di pelle che gli fasciavano il collo, coperto dai suoi lunghi capelli. Sembrava esser venuto fuori dalla copertina di una di quelle popolari riviste per adolescenti.
Caitlin immaginò quale sarebbe stata la reazione delle altre ragazze, vedendola con lui. Lei sorrise al pensiero. Non era mai stata molto popolare, e certamente nessun ragazzo le aveva prestato molta attenzione. Non era impopolare—aveva pochi buoni amici—ma difficilmente si era trovata al centro dell'attenzione dei gruppi più popolari. Pensava di essere una via di mezzo. Anche così, ricordò di quanto alcune delle ragazze più popolari la disprezzassero, loro che sembravano agire sempre insieme, camminando nei corridoi con i loro nasi all'insù, ignorando chiunque non considerassero perfetto quanto loro. Ora, forse, avrebbero prestato attenzione.
Caitlin e Caleb salirono le scale e entrarono dalle ampie porte doppie all'interno della scuola. Caitlin dette uno sguardo all'enorme orologio: erano le 8:30. Perfetto. La prima lezione stava per terminare ed i corridoi si sarebbero riempiti in un istante. Questo li avrebbe fatti passare più inosservati. Lei non doveva preoccuparsi della sicurezza, o di passare per i corridoi.
In quel preciso istante, la campanella suonò e, in pochi secondi, i corridoi iniziarono a riempirsi.
Il lato posiìtivo di Oakville era che fosse un mondo a parte dall'orribile liceo di New York City. Qui, anche quando i corridoi pullulavano di studenti, c'era abbastanza spazio per agire. Grandi finestre occupavano tutte le pareti, lasciando entrare la luce ed il cielo, e si potevano vedere gli alberi ovunque si andasse. Le bastava quasi per sentirne la mancanza. Quasi.
Ne aveva avuto abbastanza della scuola. Le mancacano pochi mesi al diploma, ma sentiva di aver imparato di più in quelle poche settimane, di quanto avrebbe potuto fare seduta in classe per ancora pochi mesi fino ad ottenere un diploma ufficiale. Amava apprendere, ma era davvero felice di non doverci più ritornare.
Entrando nel corridoio, Caitlin cercò volti familiari. Riuscì a vedere per lo più studenti del secondo e del terzo anno, e non riuscì a scorgere nessuno della sua classe del terzo anno. Ma, mentre passavano davanti agli studenti, lei fu sorpresa di vedere la reazioni sui volti delle altre ragazze: ogni singola ragazza era letteralmente incantata da Caleb. Nessuna di loro cercò di nasconderlo, o fu in grado di distogliere lo sguardo. Era incredibile. Era come se lei stesse attraversando il corridoio con Justin Bieber.
Caitlin si voltò e vide che tutte le ragazze si erano fermate, e continuavano a guardare. Molte sussurravano tra loro.
Rivolse lo sguardo verso Caleb, chiedendosi se se ne fosse accorto. Se così fosse stato, non ne aveva mostrato alcun segno, e di certo sembrava non interessargli.
“Caitlin?” disse una voce scioccata.
Caitlin si voltò e vide Luisa lì, una delle ragazze con cui aveva fatto amicizia prima di andar via.
“Oh mio Dio!” Luisa esordì con entusiasmo, allargando le braccia per un abbraccio. Prima che Caitlin potesse reagire, Luisa l'abbracciò. L'amica ricambiò. Era bello vedere un volto familiare.
“Che cosa ti è successo?” Luisa le chiese; parlava con un tono frettolosamente concitato, come suo solito, ed emerse il suo lieve accento ispanico, visto che si era trasferita da Porto Rico solo pochi anni prima. “Sono così confusa! Credevo ti fossi trasferita!? Ti ho inviato degli sms e delle e-mail, ma non mi hai mai risposto –”
“Mi spiace tanto,” disse Caitlin. “Ho perso il telefono e non c'erano computer dove mi trovavo, e–”
Luisa non stava prestando ascolto. Aveva solo notato Caleb, e stava lì a guardarlo, quasi ipnotizzata. La bocca letteralmente spalancata.
“Chi è il tuo amico?” chiese infine, quasi sussurrando. Caitlin sorrise: non l'aveva mai vista così sconvolta prima.
“Luisa, questo è Caleb,” Caitlin disse.
“E' un piacere,” Caleb disse, sorridendo, protendendo la mano.
Luisa si limitò a continuare a guardarlo. Lentamente sollevò la mano, stupita, mostrandosi ovviamente troppo scioccata per proferire parola. Lei volse lo sguardo verso Caitlin, senza comprendere come lei avesse potuto acchiappare un ragazzo simile. Guardò Caitlin in maniera diversa, quasi come se non la riconoscesse più.
“Um…” Luisa cominciò, con gli occhi spalancati, “…um…come…dove…come…come vi siete incontrati?”
Per un secondo, Caitlin giocherellò con l'idea di come risponderle. Immaginò di raccontare tutto a Luisa, e sorrise all'idea. Ma non avrebbe funzionato.
“Ci siamo incontrati…dopo un concerto,” Caitlin rispose.
Almeno era parzialmente vero.
“Oh mio Dio, quale concerto? In città? I Black Eyed Peas!?” chiese lei con entusiasmo. “Sono così gelosa! Farei di tutto per vederli!”
Caitlin sorrise all'idea di Caleb ad un concerto rock. Anche se non ce lo vedeva per nulla in un contesto del genere.
“Um….non esattamente,” disse Caitlin. “Luisa, ascolta, mi spiace interromperti, ma non ho molto tempo. Devo sapere dove si trova Sam. L'hai visto?”
“Naturalmente. Tutti l'hanno visto. E' tornato la settimana scorsa. Sembrava strano. Gli ho chiesto dove tu fossi, e quali fossero i suoi progetti, ma non ha voluto dirmelo. Probabilmente si sta precipitando verso quel fienile vuoto che ama.”
“Non è così,” Caitlin le rispose. “Ci siamo appena stati.”
“Davvero? Mi dispiace. Non lo so. E' in seconda, sai? Non ci incrociamo spesso. Hai provato ad inviargli un'e-mail? E' sempre su Facebook.”
“Non avevo il mio telefono—” Caitlin esordì.
“Prendi il mio,” Luisa intervenne, e prima che potesse terminare, il suo telefono era già tra le mani di Caitlin.
“Facebook è già aperto. Fai il log in e inviagli un messaggio.”
Naturalmente, Caitlin pensò. Perchè non ci ho pensato?
Caitlin eseguì il log in, digitò il nome di Sam nel box di ricerca, trovò il suo profilo e digitò un messaggio. Esitò, chiedendosi esattamente che cosa scrivere. Ma poi digitò: “Sam. Sono io. Sono al fienile. Incontriamoci là. Al più presto possibile.”
Cliccò su invia e restituì il telefono a Luisa.
Caitlin sentì un trambusto, e si voltò.
Un gruppo di ragazze del terzo anno, tra le più popolari, stava dirigendosi nel corridoio, proprio verso di loro. Sussurravano. E tutte guardavano direttamente Caleb.
Per la prima volta, Caitlin divenne provò una nuova emozione dentro di sè. La gelosia. Poteva vedere chiaramente negli occhi di quelle ragazze, che non le avevano mai prestato attenzione prima d'ora, quanto avrebbero voluto portarle via Caleb in un