Il Giuramento. Джек МарÑЧитать онлайн книгу.
posteriore si spalancò, e ne uscirono dei grossi tizi con giubbotti antiproiettile.
Passò un secondo. Due secondi. Tre. Sulla strada si erano raccolti otto uomini.
Smith aprì il fuoco dall’alto dei cieli.
Ta-ta-ta-ta-ta-ta.
Il potere degli spari fece vibrare le assi del pavimento.
Due poliziotti caddero istantaneamente a terra. Altri si ritirarono all’interno del furgone, o dietro di esso. Dietro al mezzo corazzato, tre uomini saltarono fuori dal furgoncino della tv via cavo. Smith diede loro fuoco. Uno, colto da una pioggia di proiettili, si diede a una folle danza per la strada.
“Eccellente, signor Smith,” disse Brown nel Motorola.
Uno dei poliziotti aveva attraversato metà della strada prima di essere colpito. Ora strisciava verso il marciapiede vicino, magari sperando di raggiungere il cespuglio di arbusti che si trovava davanti alla casa. Indossava un giubbotto antiproiettile. Probabilmente era stato colpito proprio tra le fessure, ma poteva ancora essere una minaccia.
“Ne hai uno a terra che si avvicina ancora! Lo voglio fuori dai giochi.”
Quasi immediatamente una grandinata di proiettili colpì l’uomo, facendolo contorcere e sussultare. Brown vide l’uccisione al rallentatore. Venne colpito nella fessura sul retro del collo, tra la parte alta del giubbotto e quella finale dell’elmetto. Una spruzzata di sangue riempì l’aria e l’uomo si immobilizzò completamente.
“Bel colpo, signor Smith. Bellissimo colpo. Adesso teniamoli tutti inchiodati a terra.”
Brown tornò scivolando nella sala di comando. Il peschereccio stava arrivando. Prima ancora che raggiungesse il molo, una squadra di uomini con casco e giacca nera ne saltò giù.
“Mascherine di sotto!” disse Brown. “Arrivano da quella porta scorrevole. Preparatevi a rispondere al fuoco.”
“Affermativo,” disse qualcuno.
Gli invasori presero posizione sul molo. Portavano pesanti scudi balistici, dietro i quali si abbassavano. Un uomo saltò su e spianò un candelotto lacrimogeno. Brown prese la mascherina e osservò il proiettile volare oltre la casa. Colpì la porta a vetri e atterrò nella stanza principale.
Un altro uomo saltò su e lanciò un altro barattolo. Poi un terzo ne lanciò un altro. Tutti i candelotti penetrarono in casa dal vetro. La porta a vetri era andata. Sullo schermo di Brown la zona vicino all’atrio cominciò a riempirsi di fumo.
“Stato di sotto?” disse Brown. Passò qualche secondo.
“Stato!”
“Tranquillo, compare,” disse Australiano. “Un po’ di fumo, e quindi? Abbiamo messo le mascherine.”
“Sparate quando siete pronti,” disse Brown.
Osservò gli uomini alla porta scorrevole aprire il fuoco verso il molo. Gli invasori vennero bloccati lì. Non riuscivano a esporsi dagli scudi balistici. E gli uomini di Brown avevano tonnellate di munizioni pronte.
“Bravi, ragazzi,” disse nel walkie-talkie. “Assicuratevi di affondargli la barca, visto che ci siete.”
Brown sogghignò tra sé e sé. Potevano resistere per giorni.
Era un disastro. C’erano uomini a terra ovunque.
Luke andò verso la casa, scrutando in giro. Gli spari peggiori venivano da un uomo che si trovava a una finestra del piano di sopra. Stava facendo dei poliziotti formaggio svizzero. Luke era vicino al fianco della casa. Da lì non aveva angolo di tiro, ma l’uomo probabilmente non riusciva a vederlo.
Mentre osservava, il cattivo finì un poliziotto abbattuto con un colpo dietro al collo.
“Ed, com’è la tua visuale sul tiratore del piano di sopra?”
“Posso ficcargliene una dritta in gola. Sono piuttosto sicuro che da lì non mi veda.”
Luke annuì. “Prima occupiamoci di questo. Qua fuori sta diventando un casino.”
“Sei sicuro di volerlo?” disse Ed.
Luke studiò il piano superiore. La stanza senza finestre era nel punto della casa più lontano dal covo del cecchino.
“Sono ancora incline a pensare che si trovino nella stanza senza finestre,” disse.
Ti prego.
“Basta che me lo dici,” disse Ed.
“Vai.”
Luke udì il distintivo rimbombo vuoto del lanciagranate.
Doonk!
Un missile volò da dietro la fila di auto attraverso la strada. Non fece un arco – percorse una traiettoria piana che sfrecciò in alto in diagonale. Colpì giusto la finestra. Passò un secondo, poi:
BANG.
Il lato della casa esplose verso l’esterno, con pezzi di legno, vetro, acciaio e vetroresina. L’arma alla finestra tacque.
“Bene, Ed. Davvero bene. Adesso fammi quel buco nel muro.”
“Come dici?” disse Ed.
“Per favore.”
Luke corse a nascondersi dietro a una macchina.
Doonk!
Sfrecciò ancora in linea retta, a poco più di un metro da terra. Colpì il fianco della casa come un incidente d’auto, e aprì una ferita nel muro. Dentro eruttò una palla di fuoco, sputando fumo e detriti.
Luke balzò quasi in piedi.
“Tieniti forte,” disse Ed. “Ce n’è un altro in arrivo.”
Ed sparò ancora, e questo entrò nella casa. Il rosso e l’arancione divamparono attraverso il buco. La terra tremò. Okay. Era ora di andare.
Luke si mise in piedi e cominciò a correre.
La prima esplosione fu sopra alla sua testa. L’intera casa ne fu scossa. Brown guardò il corridoio del piano di sopra sullo schermo.
Il fondo del corridoio era andato. Il punto dove prima si trovava Smith non esisteva più. C’era solo un buco a brandelli dove prima c’erano la finestra e il signor Smith.
“Signor Smith?” disse Brown. “Signor Smith, ci sei?”
Nessuna risposta.
“Qualcuno vede da dove è venuto?”
“Sei tu gli occhi, yankee,” disse una voce.
Avevano dei problemi.
Pochi secondi dopo un razzo colpì la parte anteriore della casa. L’onda d’urto fece cadere Brown. I muri stavano collassando. Il soffitto della cucina improvvisamente crollò. Brown era disteso sul pavimento tra pezzi di casa che precipitavano. Stava succedendo tutto il contrario di quel che si era aspettato. I poliziotti buttavano giù le porte con gli arieti – non sparavano razzi attraverso i muri.
Arrivò un altro razzo, questo fin dentro la casa. Brown si coprì la testa. Tutto tremò. L’intera casa poteva venire giù.
Passò un momento. Adesso c’era qualcuno che gridava. Per il resto, era tutto silenzio. Brown saltò in piedi e corse su per le scale. Per strada raccolse la sua pistola e una granata.
Attraversò la stanza principale. Era una carneficina, un mattatoio. La stanza andava a fuoco. Uno dei Barba era morto. Più che morto – era esploso in pezzi che si erano sparpagliati dappertutto. Australiano si era fatto prendere dal panico e si era tolto la maschera. Aveva la faccia coperta di sangue scuro, ma Brown non capiva dove fosse stato colpito.
“Non ci vedo!” urlava. “Non ci vedo!”
Aveva gli occhi apertissimi.
Un uomo con un giubbotto antiproiettile e un elmetto passeggiava tranquillamente sul muro a pezzi. Zittì Australiano col brutto chiasso di un’arma automatica. La testa di Australiano scoppiò come un pomodoro. Rimase in piedi per un secondo o due senza la testa, e