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Una Trappola per Zero. Джек МарсЧитать онлайн книгу.

Una Trappola per Zero - Джек Марс


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fosse stata uccisa davanti a loro. Maya aveva ragione; Sara non era stata addestrata per affrontare situazioni del genere. Non era nemmeno adulta. Era un'adolescente che aveva vissuto delle cose che chiunque, addestrato o meno, avrebbe trovato traumatizzanti.

      “Quando ti sei presentato”, continuò Maya, abbassando la voce, “quando sei venuto a salvarci, era come se fossi un supereroe o qualcosa del genere. All'inizio. Ma poi ... quando abbiamo avuto un po' di tempo per pensarci ... ci siamo rese conto che non sappiamo cos'altro ci nascondi. Non siamo sicure di chi tu sia veramente. Sai quanto questa cosa ci spaventi?"

      "Maya", disse dolcemente, "non dovrete mai avere paura di me..."

      "Hai ucciso delle persone". Ribatté alzando le spalle. “Molte persone. Giusto?"

      "Io..." Reid dovette ricordarsi di non mentirle. Aveva promesso che non lo avrebbe più fatto, se poteva evitarlo. Quindi annuì.

      Allora non sei la persona che pensavamo fossi. Ci vorrà del tempo perché ci abituiamo. Devi accettarlo".

      "Continui a dire 'noi'" mormorò Reid. "Lei parla con te?"

      "Sì. A volte. Dorme nel mio letto da circa una settimana. Ha gli incubi".

      Reid sospirò pieno di dolore. Il periodo felice, senza pensieri di cui la famiglia aveva goduto per un po' era terminato. Si rese conto ora che le cose erano cambiate per tutti loro, forse per sempre.

      "Non so cosa fare", ammise. “Voglio esserci per lei, per voi due. Voglio offrirvi il mio supporto quando ne avete bisogno. Ma non posso farlo se non mi dite cosa succede nella vostra testa". Alzò gli occhi su Maya e aggiunse: “Ti ha sempre vista come un esempio. Forse puoi aiutarla in questo momento. Penso che tornare alla routine di tutti i giorni, vivere una vita normale, farebbe bene ad entrambe. Almeno finisci le tue lezioni a Georgetown. Potrebbero non ammetterti se non ti presenti per un intero semestre".

      Maya rimase in silenzio per un istante. Alla fine disse: "Non credo di voler più andare a Georgetown".

      Reid si accigliò. Georgetown era il college che voleva frequentare da quando si erano trasferiti in Virginia. "E dove vorresti andare? A New York?”

      Lei scosse la testa. "No. Voglio andare a West Point".

      "West Point", ripeté Raid inespressivo, completamente sconvolto dalle sue parole. "Vuoi andare a un'accademia militare?"

      "Sì", rispose. "Voglio diventare un agente della CIA".

      CAPITOLO QUATTRO

      Reid esitò. Era certo di averla sentita bene, ma la combinazione di parole che era uscita dalla bocca di Maya non aveva senso per lui.

      Mi sta prendendo in giro, pensò. Si aspettava una discussione ma non l'ho assecondata. È solamente una ripicca. Deve esserlo.

      "Tu... vuoi diventare un agente della CIA", ripeté lentamente.

      "Sì" disse Maya. “Più specificamente, voglio frequentare la National Intelligence University di Bethesda. Ma per farlo, dovrei prima essere un membro delle forze armate. Se andassi a West Point invece di arruolarmi, potrei diplomarmi come secondo luogotenente e sarei idonea a frequentare la NIU. Lì posso fare un master in intelligenza strategica e a quel punto avrò più di ventuno anni, quindi potrei iscrivermi al programma di addestramento sul campo dell'agenzia".

      Le gambe di Reid non lo sorreggevano più. Non solo era ovvio che stesse parlando seriamente, ma aveva già fatto alcune ricerche approfondite per capire come fosse meglio muoversi per formarsi in quel campo.

      Ma non avrebbe mai permesso a sua figlia di scegliere quella strada.

      "No", disse semplicemente. Sembrava che non gli uscissero altre parole. "No. Proprio no. Questo non accadrà".

      Maya inarcò le sopracciglia. “Come scusa?” disse lei bruscamente.

      Reid fece un respiro profondo. Era testarda, quindi non sarebbe stato facile proibirglielo. Ma la sua risposta fu un inequivocabile ed enfatico "no". Non dopo tutto ciò che aveva visto e tutto ciò che aveva fatto.

      "Non è passato tanto tempo da ... dall'incidente", disse lui. “È ancora un'esperienza fresca nella tua memoria. Prima di prendere una decisione come questa, è necessario rifletterci bene. Finisci le tue lezioni. Prendi il diploma di scuola superiore. Iscriviti a un college. In futuro potremo riparlarne". Lui sorrise.

      Maya no. "Non puoi controllare mia vita in questo modo", disse lei nervosa.

      "A dire il vero, posso" ribatté Reid. Anche lui si stava irritando. "Sei ancora minorenne".

      "Non per molto", rispose lei. “Lascia che ti dica cosa succederà. Non finirò quelle lezioni a Georgetown. Anzi, non tornerò a scuola fino a settembre. Abbandonerò il semestre e dovrò frequentare di nuovo tutti i corsi. Avrò diciassette anni il mese prossimo, il che significa che quando mi diplomerò ne avrò diciotto. E poi non potrai più dirmi dove posso andare o cosa posso fare". Incrociò le braccia per esternare la sua risolutezza.

      Reid si grattò il naso. “Non puoi semplicemente saltare tre mesi di scuola. E tutte queste sessioni di studio? Tutto quell'impegno andrebbe sprecato".

      "Non ho fatto alcuna sessione di studio", ammise lei.

      Lui la guardò severo. “Quindi mi hai mentito? Dopo tutto quello che è successo?" chiese sgomento. "Allora dove sei stata?"

      "Quando te ne vai, vado al centro ricreativo", gli disse semplicemente. “Fanno un corso di autodifesa alcune volte a settimana. Lo tiene un ex membro della Marina. Ho anche studiato alcune tattiche di spionaggio e controspionaggio".

      Lui scosse la testa. "Non ci posso credere". Pensavo che non avremmo avuto più segreti". Proprio mentre lo diceva, un ricordo doloroso balenò nella sua mente: l'omicidio di Kate, la verità sulla loro madre. Non aveva ancora detto loro la verità, nonostante la sua promessa a se stesso di smetterla con le bugie e i segreti. Mantenere quel segreto lo uccideva, ma subito dopo l'incidente non era il momento di rivelare qualcosa di così orribile. Ora, quattro settimane dopo, aveva paura che fosse troppo tardi e che si sarebbero arrabbiate con lui per averglielo tenuto nascosto per così tanto tempo.

      "Sapevo che avresti reagito in questo modo", ha detto Maya. “Ecco perché non ti ho detto la verità. Ma te la sto dicendo ora. Questo è quello che voglio fare. Questo è quello che farò".

      "Quando avevi sette anni volevi diventare una ballerina", le disse Reid. "Ti ricordi? A dieci anni volevi diventare veterinario. A tredici anni volevi diventare un avvocato, tutto perché abbiamo visto un film su un processo per omicidio... ”

      "Non farmi la predica!" Maya si alzò in piedi, con un dito puntato all'altezza del suo viso e uno sguardo di fuoco.

      Reid si appoggiò allo schienale, scioccato. Non riusciva nemmeno ad essere arrabbiato con lei, tanto era sorpreso dalla forza della sua reazione.

      "Questo non è il sogno irrealizzabile di una bambina" disse rapidamente, con voce bassa. "Questo è quello che voglio. Adesso lo so”. Proprio come so cosa tiene sveglia Sara di notte. Ha degli incubi sulla sua esperienza, su ciò che ha vissuto. Su ciò a cui è sopravvissuta. Ma non è la stessa cosa che sconvolge me. Ciò che mi tiene sveglia è sapere che tutto ciò accade ancora, in questo preciso momento. Quello che ho visto e quello che ho passato è la quotidianità per qualcuno. Mentre sono nel mio letto caldo, o mangio la pizza, o vado a lezione, ci sono donne e bambini là fuori che vivono così ogni giorno, fino a quando non moriranno".

      Maya appoggiò un piede sulla sedia e tirò su la gamba dei suoi pantaloni del pigiama fino al ginocchio. Là sul suo polpaccio c'erano delle sottili cicatrici marrone rossiccio che formavano tre parole: ROSSO. 23. POLA. Era il messaggio che si era incisa sulla gamba poco prima che su di lei facessero effetto le droghe dei trafficanti; il messaggio che avrebbe fornito l'indizio su dove avevano portato Sara.

      "Possiamo far finta che questa sia solo una parola, se vuoi," insistette Maya. “Ma queste cicatrici non andranno più via. Le porterò con me per il resto della


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