Pioggia Di Sangue. Amy BlankenshipЧитать онлайн книгу.
a fondo. Al momento, Lacey voleva davvero provare quel delizioso effetto collaterale... se lui era d’accordo.
Scacciando dalla mente l’eccitazione che aveva inavvertitamente provato prima al negozio, ripensò all’ultima volta che si erano toccati. Era successo proprio lì, in quell’ufficio. Lei credeva che sarebbe morta dopo l’asta e perciò aveva desiderato trascorrere le sue ultime ore abbandonandosi al piacere con lui. Ma Ren l’aveva fermata perché aveva ascoltato i suoi pensieri.
Beh, adesso non era più in pericolo, perciò quella scusa non valeva più. Se avesse fatto a modo suo, allora Ren avrebbe usato qualcos’altro di lì a poco... e lei, per come si sentiva in quel momento, sperava che fosse un qualcosa di grosso e palpitante.
«Visto che sei stato tu a darmi il potere di eccitarmi così all’improvviso... vuoi aiutarmi anche a spegnere le fiamme, o devo cercare qualcun altro che sia disposto ad essere il mio pompiere?» gli chiese, ricordando il dolore del suo ultimo rifiuto.
Ren si afferrò alla scrivania quando l’ondata di calore che stava sentendo si trasformò subito in una rabbia tremenda. Aveva davvero minacciato di cercare qualcun altro per soddisfare il suo desiderio? L’immagine di lei e Vincent che facevano l’amore in un passato non troppo remoto gli mandò in fumo il cervello.
Avrebbe dovuto avvertirla anche della tremenda gelosia dei paranormali ma era un dettaglio opinabile, visto che lui sembrava essere il solo a provare quella particolare emozione.
«T’insegnerò ad usare i tuoi poteri, ma anche a controllare quelli che potrebbero essere un pericolo per gli altri.» le sussurrò in modo ingannevole, prima di prenderla tra le braccia.
Lacey rimase sorpresa quando lui la strinse a sé e l’ufficio iniziò a svanire. Dopo pochi secondi si ritrovò nella stessa stanza in cui si era svegliata... quella di Ren. Guardò il letto, sperando di ottenere finalmente quello che desiderava da quando lo aveva incontrato la prima volta.
Ren, invece, la prese per un braccio e la trascinò lontano dal letto. Lei si accigliò confusa, fu spinta in bagno e non riuscì a trattenere un grido sconvolto quando si ritrovò improvvisamente sotto la doccia, con l’acqua gelata che le scrosciava addosso. Rabbrividendo, allungò una mano per chiudere l’acqua e si rese conto di essere ancora vestita. Adesso vedeva la propria pelle sensibile sotto una luce completamente nuova. Sentiva più freddo di quanto pensasse di poter mai sentire.
«Che cavolo ti prende?» gli chiese, lanciandogli uno sguardo omicida.
«Lezione numero uno...» ringhiò Ren, chinandosi verso di lei per aggiungere enfasi, «... non lasciarti sopraffare dal desiderio sessuale al punto da andare a letto con chiunque per risolvere il problema.».
Lacey non abbassò lo sguardo e, battendo i denti, replicò: «Hai ragione. Come mi è saltato in mente di chiederlo a te? La prossima volta starò più attenta a chi mi rivolgo.». Si aspettava una sua reazione ma come risposta ricevette solo il silenzio totale; si sentiva nervosa e il non poter vedere gli occhi di Ren dietro quegli stupidi occhiali da sole non le era per niente di aiuto.
Si chiese dove fosse finito il desiderio di Ren e perché diavolo fosse stato rimpiazzato dalla rabbia di punto in bianco. Quell’emozione era così forte che dovette sforzarsi per arginarla. Nell’ultimo anno aveva difeso i propri pensieri e le proprie emozioni dalla gente pericolosa e adesso era quasi un’esperta... tranne quando era con Ren, e non capiva il perché.
Invece di dargli uno schiaffo come avrebbe voluto, afferrò la porta della doccia e gliela sbatté in faccia per non averlo più davanti agli occhi. Togliendosi il vestito, lo lanciò oltre il vetro e sogghignò quando sentì l’acqua che schizzava contro qualcosa. Sperava che quella pioggia fredda gli fosse finita dritta in faccia, se lo meritava.
Guardò attraverso il vetro satinato e le venne quasi la voglia di saltellare di gioia quando vide la sagoma di Ren e capì che si stava togliendo gli occhiali per asciugarli. Quel piccolo assaggio di vendetta placò momentaneamente la sua rabbia. Aprendo l’acqua calda, Lacey si mise sotto il getto e gemette mentre la pelle si riscaldava.
Ren serrò le mascelle, continuava a ripensare alla facilità in cui Lacey aveva detto che avrebbe chiesto aiuto a qualcun altro, la prossima volta che si sarebbe sentita eccitata. Spingerla sotto l’acqua gelata era stata un’idea frutto della sua ira, e la sua ira non era molto intelligente. Doveva rimediare prima che lei tentasse di mettere in pratica la sua minaccia... “tentasse” era la parola chiave, perché lui non avrebbe mai permesso a nessun altro di toccarla in quel modo.
Fece dirle che avrebbe firmato la condanna a morte di tutti quelli che avrebbe cercato di sedurre ma si trattenne e strinse i denti. Lacey l’avrebbe presa come una sfida e, probabilmente, sarebbe andata dritta dal suo ex amante, visto che uccidere quell’idiota era inutile.
Ren si scostò i capelli dagli occhi e iniziò a camminare avanti e indietro mentre la sua mente lavorava. Era vero che avrebbe dovuto testare i suoi limiti per capire quanto potere riusciva ad assorbire da ciò che la circondava. L’ultima cosa di cui avevano bisogno era che Lacey si scatenasse in una furia omicida solo perché un demone nei paraggi era di cattivo umore. Lui aveva fatto molta più pratica a riguardo e le avrebbe insegnato come affrontare la cosa.
Rallentò il passo, rendendosi conto che Lacey non era l’unica che aveva a che fare con delle novità. Per l’amor del cielo, non era neanche uscito dal bagno per farle fare una doccia in santa pace. Aveva così tanta paura di perderla di vista? La risposta a quella domanda era ovvia.
Ren volse lentamente lo sguardo verso il vetro satinato che li separava. Aveva una vista troppo sviluppata per starsene lì.
Con un sospiro frustrato, si voltò e uscì subito dal bagno. Doveva stare lontano da quel corpo nudo per riuscire a pensare lucidamente. Si fermò di colpo quando vide Storm appoggiato ad un palo del letto, con un paio di buste piene di roba.
«Faccio subito perché tra pochi minuti Lacey uscirà col sedere di fuori e s’infurierà con te.» disse Storm sorridendo, sapeva che il suo amico stava attraversando un periodo difficile. Sembrava che la giornata non fosse stata buona per nessuno dei due, ma quella di Ren, almeno, stava per finire.
«Allora sbrigati, prima che teletrasporto il tuo culo lento fuori di qua.» disse Ren ricambiando il ghigno, che però gli morì subito sulle labbra quando si rese conto che Storm sapeva che Lacey sarebbe uscita nuda. Rimase perplesso quando vide del sangue accumularsi nell’orecchio del suo amico
«Le serviranno questi.» disse il Viaggiatore nel Tempo, indicando le buste prima di sparire.
Sapere che Storm stava evitando la ramanzina che lui stava per fargli non gli fu di aiuto. Che diavolo stava combinando Storm al punto da sanguinare? Si avvicinò furtivamente per guardare nelle buste e vide degli indumenti. Ciò gli fece ricordare che Lacey, al momento, era coperta solo di acqua...
Guardò lentamente verso la porta del bagno, chiedendosi se non dovesse lasciare quei vestiti lì dov’erano.
Il battito cardiaco di Lacey stava ancora martellando mentre lei s’insaponava e si strofinava la pelle accaldata con movimenti rapidi, quasi dolorosi. Era incazzata da morire e, stranamente, era ancora molto eccitata, cosa che la faceva infuriare ancora di più. Maledizione... persino il dolore della pelle irritata sembrava una bella sensazione.
Tutta colpa di Ren. Era sicura che fosse stato il suo desiderio sessuale a sopraffarla in ufficio. Era così intenso che si poteva quasi toccare con mano. E non c’erano dubbi che lui fosse eccitato quando l’aveva bloccata contro la scrivania... l’enorme rigonfiamento nei pantaloni era una prova innegabile.
Come osava darle lezioni di controllo quando poi lui stesso aveva fallito nel negozio, poco prima? Chiuse gli occhi e si morse il labbro inferiore nel tentativo di reprimere un gemito quando quel ricordo le provocò una scarica elettrica dagli addominali fino al suo nucleo pulsante.
Accidenti a lui. Sperava che la cosa funzionasse in entrambi i sensi, così lo avrebbe ripagato per la frustrazione sessuale che stava soffrendo. Si fermò mentre s’insaponava il seno. Forse era una strada a doppio senso. Lui sentiva le emozioni degli altri,