Il Conte Libertino. Dawn BrowerЧитать онлайн книгу.
obiettivi. Doveva ricomporsi e cercare di mostrare il meglio di sé a Sir Anthony.
«Richiedete il mio aiuto?» chiese Sir Anthony, dandole tutta la sua attenzione, «Di che si tratta?».
«Ecco…» iniziò lei. Era molto più difficile di quanto pensasse. «Avrei una richiesta che spero accettiate.».
«Oh.».
Tutto lì. Non aggiunse altro né la incoraggiò a continuare. Lord Harrington, la canaglia, si appoggiò ad un tavolo vicino e incrociò le braccia sul petto. Aveva un sorriso malvagio sul quel viso troppo bello. Se Marian non fosse stata una donna, avrebbe fatto di tutto per cancellare quel sorriso compiaciuto. Qualcuno doveva tenerlo a bada, forse non sarebbe stato più così condiscendente.
«Studio per diventare medico da molto tempo e…».
«Davvero?» Sir Anthony si accigliò, «E vostro padre ne è al corrente?».
«Sì, certo.» rispose lei, «Come ho già detto, è a conoscenza delle mie attività.».
«È un’intellettuale.» aggiunse Lord Harrington, «Si sa come va quando hanno un’idea in testa. È per questo che non l’ho fermata quando è venuta, se ricordate.».
Marian si arrese e alzò gli occhi al cielo, non poteva più trattenersi. Perché doveva sentirsi così attratta da lui? La faceva arrabbiare in più modi di quanti ne immaginasse, eppure era l’unico uomo per il quale il suo corpo si animava. Lo odiava per questo. «Grazie, milord.» si stampò un sorriso sul viso, «Dispensate consigli brillanti.».
«È il minimo che io possa fare.» rispose lui con quella sua voce peccaminosa. Le fece venire i brividi lungo la schiena. «Come potete vedere, Sir Anthony è piuttosto scandalizzato dal vostro “hobby”. Ha perso la parola per lo shock.».
Accidenti a lui, aveva ragione. Sir Anthony la fissava come se fosse un insetto da studiare a lungo. Non diceva una parola da diversi secondi. «Speravo che avreste favorito la mia ammissione alla Royal…».
«Assolutamente no.» rispose lui con veemenza, «Le donne non diventano medico né studiano alcunché. Non capisco questa generazione e il bisogno di ficcare il naso in cose di cui è meglio non fare parte.».
«Alcune donne trovano interessanti la scienza e il sapere.» disse Marian, alzando la testa in segno di sfida. «L’intelligenza è una risorsa piuttosto interessante a cui ispirarsi.».
«Touché.» concordò Lord Harrington, «Ma io farei un ulteriore passo avanti e suggerirei che, in una donna, ci sono cose che un gentiluomo trova più attraente di ciò che è nella sua testa.».
Lei scosse la testa, «Non sono venuta qui per discutere delle qualità che una persona cerca in un potenziale coniuge. Io voglio diventare un membro attivo della Royal Medical Society.».
«Non succederà, mia cara. Temo che alle donne non sia permesso e non lo sarà mai.». Sir Anthony raddrizzò le spalle, preparandosi alla battaglia. Bene, lei aveva intenzione di dargli qualcosa per cui combattere.
«“Mai” è un tempo troppo lungo da rispettare.» rispose Lady Marian, «Volete limitarvi quando ci sono infinite possibilità se accettasse la loro ammissione?».
«Non dipende da me.» le disse Sir Anthony, «La Società ha delle regole per un motivo. Andate a casa e dedicatevi a qualcosa di più femminile. È meglio così.».
Lei restrinse lo sguardo e serrò le labbra. Femminile? Lui era molto peggio di Lord Harrington. Almeno il conte fingeva di darle lo spazio per discutere della sua posizione. Sir Anthony era un lacchè vecchio stile. Pensava che, sottolineando i suoi tributi femminili, l’avrebbe convinta ad abbandonare la sua vocazione per dedicarsi al ricamo. Perché un uomo poteva fare tutto ciò che voleva, mentre una donna aveva alternative inadeguate? Se lei avesse deciso di dedicarsi alla pittura o al pianoforte, l’avrebbero incoraggiata. Diventare medico, invece? Era un’idea ridicola.
«Grazie per il vostro saggio consiglio.» rispose Marian con falsa dolcezza, «Vi lascio a ciò di cui stavate discutendo. È ora che io torni a casa. Buona giornata.». S’inchinò e si voltò verso la porta.
«Aspettate.» disse Lord Harrington facendo un passo avanti, «Vi accompagno.».
«Non ce n’è bisogno.» lo informò lei. Marian non voleva che la seguisse fino a casa. Se avesse parlato con suo padre, sarebbe stato peggio del fallito tentativo di entrare nella Royal Medical Society. «Sono arrivata qui in sicurezza senza accompagnatori. Non ne ho bisogno per ritrovare la strada di casa.».
«Può darsi.» rispose lui cordialmente, «Ma rimarrò al vostro fianco durante il tragitto, insisto. Non mi perdonerei mai se vi succedesse qualcosa che io avrei potuto impedire.». Un angolo della sua bocca si curvò in modo sensuale. «Ammiro vostro padre e solo per questo vi scorterei fino ai confini della Terra. Nulla di ciò che direte mi farà cambiare idea.».
Accidenti a lui. Lo maledisse per la millesima volta nel giro di mezz’ora. Di questo passo, avrebbe iniziato a farlo ad alta voce. Non avrebbe mai vinto in una discussione con lui. Il modo più semplice sarebbe stato assentire, ma ciò la irritava comunque.
«Bene.» rispose lei, «Faremo come dite.».
«Succede sempre così.» ribatté lui, «Buon per voi che abbiate ragionato.». I suoi occhi blu brillavano di malizia. Era un presuntuoso mascalzone.
Lei strinse i denti e si astenne dal rispondere. Invece, si voltò e uscì dall’edificio, lontano dalla misoginia di Sir Anthony. Non avrebbe rinunciato al suo sogno. Doveva esserci un altro modo, e se c’era, lo avrebbe trovato.
La pioggia non si era fermata mentre era all’interno. La colpiva ad intermittenza, facendole rimpiangere di non essere rimasta all’interno un po’ più a lungo o di non essersi procurata una carrozza. Perché non aveva pianificato tutto un po’ meglio? Perché sarebbe stato troppo sensato… e lei era accecata dalla sua ambizione e dalla necessità di far parte di qualcosa molto più grande di lei. Un giorno avrebbe compreso i vantaggi di un piano ben definito. Sfortunatamente, non era quello il giorno.
«Venite con me.» Lord Harrington si chinò e le parlò all’orecchio. Il suo calore la avvolse, facendole dimenticare per un momento dove si trovava. La prese a braccetto per condurla nella direzione scelta da lui. «La mia carrozza è dietro l’angolo.».
Lei sbatté le palpebre più volte mentre la pioggia continuava a soffocare i rumori di London Street. Che cosa le stava succedendo? Scosse la testa e fece come aveva detto Lord Harrington. Con quel tempo, una carrozza era l’ideale e, per la prima volta da quando lo aveva visto a casa di Sir Anthony, era felice di averlo accanto.
Per fortuna, la carrozza di Lord Harrington non era lontana. Lui l’aiutò a salire ma, purtroppo, era già fradicia. Non vedeva l’ora di tornare a casa e mettere una certa distanza tra di loro. “Disagio” non era una parola abbastanza forte per descrivere come si sentisse, ed essere inzuppata dalla testa ai piedi non le era di alcun aiuto. Doveva avere un aspetto orribile… ma che sciocchezza, perché le importava di sembrare poco desiderabile? Lord Harrington non era un potenziale pretendente neanche se fosse stata in cerca di marito. Era uno dei peggiori mascalzoni e lei aveva i piedi ben piantati a terra. Marian era una donna intellettuale e nubile, il più intoccabile possibile, ed era piuttosto contenta di quel destino. La sua sconsideratezza repressa poteva ridursi al nulla. Non aveva bisogno di un uomo per trovare la felicità.
Forse aveva trovato un po’ di fortuna in un mare di sfortuna. Aveva solo fatto un paio di passi indietro rispetto al suo obiettivo principale. Ciò non significava che non avrebbe trovato un modo per andare avanti. Per ora, avrebbe permesso a Lord Harrington di vedere dove abitava, poi avrebbe incontrato le sue due più care amiche per pensare a un nuovo piano. Quella non era la fine di tutto. Marian decise di vederlo come un inizio. Persone come Sir Anthony e Lord Harrington non l’avrebbero scoraggiata.
CAPITOLO DUE
Un incommensurabile silenzio avvolgeva la carrozza mentre si dirigevano verso la casa di Coventry. Jonas non era sorpreso dal fatto che Lady Marian avesse tentato di ottenere l’accesso alla Royal Medical Society. Coventry parlava spesso di quella