Maschere Il Re Dei Fae. Brenda TrimЧитать онлайн книгу.
venne investita da un milione di pensieri nello stesso momento.
Ryker si concentrò su quanto di più importante. Guardò le autorità e notò che i loro occhi erano su di sé. Non si trattava dell’attenzione di cui aveva bisogno in quel momento. Non si preoccupò di togliersi i guanti sporchi quando portò la mano in tasca e strinse il talismano mentre si sforzò di pensare a Maurelle.
Nel giro di pochi secondi, il gruppo che si stava dirigendo verso di lui si fermò, i Fae si guardarono attorno prima di riprendere a svolgere le attività che stavano compiendo. Ryker tirò un sospiro di sollievo e ritirò la mano, lasciando l’amuleto in tasca.
Ryker si diresse verso il dirupo, concedendo alla propria mente di spostarsi sulla femmina sexy che consumava i suoi sogni e quasi tutti i suoi pensieri da sveglio. Gli occhi di Maurelle, del colore della tempesta, si facevano più scuri ogniqualvolta quest’ultima provava lussuria. Pensare a lei gli sollevava sempre l’umore e anche di più.
Impose al proprio pene di comportarsi bene, quindi la mente di Ryker indulse in ulteriori immagini del sedere e del seno perfetti di Maurelle. Era da troppo tempo che non la baciava, figurarsi fare qualcos’altro. Gli mancava da impazzire, ed era l’unico fattore che lo rendeva impaziente di fare ritorno all’Accademia.
Il forte legame che lo collegava a Maurelle vibrava in lui quasi con la medesima intensità del ruolo di Re. Lo tenevano lucido e con i piedi per terra. Gli davano inoltre un motivo di restare ancora nascosto. Era determinato a fare in modo che non le venisse torto nemmeno un capello rosa. Avrebbe fatto di tutto per la sicurezza della ragazza.
Un’occhiata veloce ai suoi amici fu sufficiente per fargli tornare alla mente il consiglio della Peridun risalente a qualche settimana prima. Come aveva potuto chiedergli di far entrare quei maschi nella relazione che intratteneva con Maurelle? Gli ci erano voluti due giorni per placare la rabbia e tornare a pensare in maniera lucida dopo che Shineah gli aveva detto che lui e Maurelle avrebbero dovuto aprire la loro relazione ai suoi amici.
Detestava l’idea di condividere Maurelle, ma iniziava ad intravedere il senso della proposta della Peridun. Ed onestamente la cosa l’intrigava.
Shineah non gli aveva detto il motivo per il quale doveva espandere il proprio circolo intimo, ma aveva la sensazione che avesse a che fare con il tenere Maurelle al sicuro. Non era chiaro se sarebbe stato in grado di continuare a tenere nascosta la propria identità. Ryker prese in considerazione il condividere Maurelle con il gruppo di amici al fine di risparmiare più guai possibili a questi ultimi nel caso in cui il proprio ruolo di Re dei Fae fosse trapelato.
I Fae erano esseri passionali che avevano bisogno dell’intimità. Nessuno a Bramble’s Edge giudicava o umiliava gli altri quando indulgevano in attività sessuali. Si trattava di qualcosa che facevano gli umani. Questi ultimi ritenevano immorale la specie di Ryker, il che non poteva essere più lontano dalla verità. L’intimità era un loro bisogno naturale.
Non c’era niente di sbagliato nel dare e ricevere piacere fra soggetti consenzienti. Non esistevano né lo stupro né la violenza sessuale fra i Fae. Le cose forzate erano una prerogativa degli umani. I tuoi bisogni non prendono il sopravvento e corrompono il tuo comportamento se non vengono soppressi e negati. Allo stesso modo i Fae non mutavano mai in qualcosa di innaturale e crudele.
A Ryker non allettava l’idea di condividere Maurelle, ma quando il concetto gli venne in mente, in qualche modo lo percepì come la cosa giusta da fare. Nessuno avrebbe mai sospettato di Ryker poiché il Re non era disposto a condividere la propria femmina con altri. Tale strategia non solo avrebbe allontanato l’attenzione da Ryker in quanto membro della famiglia reale, ma avrebbe anche fatto in modo che coloro ai quali teneva fossero al sicuro.
A Ryker si riscaldò il sangue nelle vene, e gli si irrigidì il membro al pensiero della bocca di Maurelle che si muove attorno all’erezione di Brokk o sulle labbra di Sol. No, non odiava affatto l’idea di loro cinque insieme. In effetti l’eccitava parecchio. Era stato così possessivo nei confronti di Maurelle dal momento in cui aveva posato lo sguardo su di lei. Che cos’era cambiato?
Si rese immediatamente conto che si trattava del legame che condivideva con lei. Quando aveva respinto l’attrazione che provava verso di lei non l’aveva nemmeno preso in considerazione. All’epoca in lui era in atto una battaglia intestina fra il volerla vicina o il mantenerla a distanza, ciò consumava tutta la sua attenzione. Quando si era finalmente arreso aveva trascorso così tanto tempo a cercare di compensare per averla trattata male.
“Non puoi fare delle stronzate del genere, Ryk” disse Sol a denti stretti.
Ryker scosse il capo per schiarirsi le idee e calmare il proprio corpo, quindi infilò una carcassa mezza mangiata nella borsa che stava utilizzando. “Non ho fatto apposta. Non so nemmeno cosa sia successo”.
“È la cosa che Shineah ti ha dato per nascondere la tua identità?” domandò Brokk. Ryker inclinò il capo di lato. Brokk non era il maschio più eloquente, ma era il più fedele possibile. Ryker si fidava ciecamente di lui.
La verità era che nessuno di loro comprendeva molto quanto stesse accadendo. Nella maggior parte dei giorni non ci provavano nemmeno. Dovevano impiegare tutte le loro energie per proteggere Ryker e nascondere la sua vera identità, tutto mentre si comportavano come se non fosse successo niente.
“No. Lo percepisco circondare il mio potere come una bolla, ma quando m’incazzo allontano quella barriera” ammise Ryker.
La risata di Daine era tesa. “Shineah deve darti delle erbe per calmarti”.
“Fottiti” ribatté Ryker con un sorriso prima di abbassarsi e raccogliere altra immondizia.
Un rumore spaventò il loro gruppo, quindi si voltarono improvvisamente. Osservarono i dirupi e Ryker sussurrò, “vedete qualcosa?”
“No” mormorò Sol sotto voce.
“Ci sono grotte da queste parti?” domandò Brokk, la sua voce era più alta rispetto a quella degli altri.
Ryker non trascorreva troppo tempo alla spiaggia, e quando lo faceva stava nell’acqua. Richiamò quindi a sé il potere della terra, e scagliò una scintilla di potere cercando di rilevare degli ingressi.
Non aveva mai tentato di farlo prima, e non era nemmeno sicuro di riuscire a farlo. Si trattava del tipo di azione che i Fae della sua età apprendevano solo grazie all’Accademia. Nell’anno che avrebbe cominciato a giorni avrebbe imparato di più circa le proprie abilità e le limitazioni dei propri elementi. Era un altro dei motivi per il quale sarebbe ritornato a scuola. Aveva un bisogno disperato di nuove conoscenze per diventare effettivamente Re, ma non era la ragione principale per la quale voleva ritornare a scuola. Era l’essere vicino a Maurelle.
Ryker provò sollievo quando percepì la roccia solida dopo aver scagliato il potere al suolo. Ripeté il gesto diverse volte fino a quando colpì un’area che sentiva vuota.
“Lì” disse Ryker indicando qualche metro più in là.
Il gruppo si diresse nel punto segnalato per investigare. Inizialmente Ryker pensò di essersi sbagliato nella valutazione, fino a quando raggiunsero la sezione rilevata. Fra i due strati di roccia era presente un’apertura, in modo che dall’esterno risultasse nascosta.
A Ryker vennero i brividi lungo la schiena quando approcciò la caverna. “Forse non dovremmo entrare” avvisò Daine quando l’amico avanzò.
Quest’ultimo diede un’alzata di spalle quando si guardò indietro. “Se qui dentro c’è qualcosa non sono né gli umani né le guardie. Quanto può essere pericoloso? Forse qui si nascondono i membri della resistenza”.
Uno dei suoi amici sbuffò quando Ryker accedette alla caverna buia e malsana. Una zaffata di muschio raggiunse le sue narici, ma non era peggio di quanto avevano raccolto per tutta la mattina.
Quando si guardò attorno nella caverna si rese conto che lo spazio non era molto largo, e che era vuoto. “Non so cosa sia stato quel rumore, ma non veniva da qui. Hai rilevato qualcos’altro?” domandò Sol.
Ryker si voltò verso l’amico ed inciampò quando qualcosa di duro lo colpì da dietro. Era come un’asse