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L'Angelo Dalle Ali Nere. Amy BlankenshipЧитать онлайн книгу.

L'Angelo Dalle Ali Nere - Amy Blankenship


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arrivavano al ginocchio ed erano accompagnati da calze bianche. Le calze... a che diavolo stava pensando, Kyou? Lo aveva preso per una donnetta?

      Toya rinunciò alla parrucca e raccolse i capelli in una coda bassa, con alcune ciocche che ricadevano ai lati. L’unica parte che gli piaceva di quell’elaborato costume era il lungo mantello nero con il cappuccio foderato di rosso. Si abbinava molto bene a tutto il resto. L’altra cosa positiva era che Kyoko si era illuminata quando lo aveva visto vestito così.

      I suoi occhi dorati s’intenerirono quando la guardò. Lo aveva definito come “il vampiro più sexy che avesse mai visto”. Scrutò il suo corpo con lo stesso apprezzamento.

      Indossava un abito elaborato quanto il suo, ma il risultato finale era migliore. Kyou aveva scelto per lei un costume che ricordava l’epoca coloniale. Era di una bella fantasia rossa e nera, con un arricciamento sulla parte posteriore che sembrava muoversi ad ogni passo che faceva. Teneva in mano un parasole di pizzo nero e aveva un cappello a cilindro da donna, che all’epoca era usato solo come vezzo della moda.

      L’unico problema con il vestito di Kyoko era che era corto sul davanti... arrivava appena a metà coscia mentre dietro aveva lo strascico. La parte superiore del corpetto era scollata e mostrava più di quello che Toya avrebbe mai voluto che gli altri vedessero... oltre a lui.

      “Sensuale” era la prima parola che gli era venuta in mente, ma aveva tenuto per sé quel complimento. Si era limitato a prenderla in giro, dicendole che i bambini per strada si sarebbero presi la loro prima cotta per una ragazza.

      Nonostante il probabile lato perverso di Kyou emerso nella scelta dell’outfit, Toya doveva ammettere che suo fratello aveva un gusto impeccabile. Nessuno dei due aveva l’aspetto di un mostro spaventoso, quindi erano perfetti per stare in mezzo ai bambini durante i festeggiamenti. Se Kamui e Amni avevano ragione, quella notte la strega avrebbe preso un altro bambino.

      «Prova!»

      Kyoko si portò una mano all’orecchio e fece una smorfia, mentre Toya ringhiò verso l’auricolare. «Abbassa quel maledetto volume, idiota!» esclamò ad alta voce, sperando che le casse di Kamui sarebbero esplose.

      Kamui ridacchiò, «Scusate, era più forte di me. Ah, Toya, se vuoi spogliare Kyoko con gli occhi, non farlo qui.»

      «Ma che cavolo…?» borbottò Toya guardandosi intorno.

      Kyoko sogghignò e gli posò una mano sul braccio per attirare la sua attenzione, poi indicò la telecamera del traffico montata sopra il semaforo.

      «Figlio di puttana.» ringhiò Toya, «È entrato di nuovo nel sistema di controllo del traffico.». Poi sorrise e guardò Kyoko, «Perché non diamo spettacolo?»

      Kyoko gli diede uno schiaffo sul braccio e lo guardò imbarazzata.

      «L’unico che vedrà Kyoko nuda sono io.» esclamò Kotaro da qualche parte nel raggio dei cinque isolati che erano stati chiusi per Halloween. «Sono io quello di cui è innamorata veramente.»

      «Ha!» esclamò Kamui, «A Kyoko piacciono i tipi silenziosi, quindi al momento sono in vantaggio.»

      «Le hai appena gridato nell’orecchio... che cosa avresti di tanto silenzioso?!» disse Toya.

      «Volete smetterla di scherzare?» esclamò Tasuki, «Siamo qui per cercare i demoni, non per discutere della vita sessuale di Kyoko.»

      «Vogliamo parlare della tua “non vita” sessuale?» intervenne Yohji, scatenando un’altra serie di risate.

      «Volete chiudere il becco?» sbottò Kyoko, così arrabbiata da arrossire violentemente. «Solo perché non ho un ragazzo, non significa che potete prendermi in giro.»

      L’espressione di Toya s’intenerì mentre la abbracciava. «Scusa.» sussurrò.

      «Oh mio Dio, chiamate un medico... Toya si è appena scusato!» gridò Kamui negli auricolari.

      «Sai che c’è?» disse Toya, «Sono quasi tentato di tornare indietro e prenderlo a calci nel culo.».

      Kyoko ridacchiò, «Non preoccuparti. Ci divertiremo più tardi.»

      Sorrise timidamente, rendendosi conto che era sembrato un doppio senso. Mentre i loro sguardi s’incrociavano, notò che i capelli gli erano ricaduti davanti al viso, che appariva dolce e tenero sotto la luce fioca. Gli sistemò le ciocche dietro le orecchie e lo baciò su una guancia.

      Toya inspirò mentre arrossiva per il commento a doppio senso e per la sensazione delle sue labbra morbide sulla pelle. Sogghignò verso la telecamera nascosta e fece una linguaccia, poi prese Kyoko per mano e la scortò lentamente attraverso la folla che li circondava. Almeno le sue parole avevano zittito tutti.

      La festa era in pieno svolgimento, con gruppi musicali che si esibivano all’angolo di ogni strada e in ogni locale. La luna parziale splendeva nel cielo, proiettando ombre contorte attorno a loro. Avevano parcheggiato dall’altra parte della piazza perché Kyoko voleva attraversarla a piedi e perlustrare l’area prima di raggiungere la festa per bambini.

      Fece fermare Toya e indicò uno scolo vicino al marciapiede.

      Lui annuì e vi si avvicinò. «Kamui, c’è uno scarico con la grata rimossa vicino a...» si guardò intorno alla ricerca di un punto di riferimento, che trovò proprio di fronte a loro.

      Alzò un sopracciglio, «“La Casa degli Orrori”... dai, è assurdo. Vuoi che controlliamo?»

      «Possono occuparsene Yohji e Kotaro se la smettono di palpeggiare Kyoko.» rispose Kamui con voce irritata.

      Toya ringhiò mentre si girava, Kotaro le teneva un braccio attorno alle spalle, mentre Yohji le cingeva la vita, con la mano pericolosamente bassa sul fianco. Toya si passò una mano sulla fronte come se sentisse dolore, poi si avviò verso di loro con passi lunghi e decisi.

      Entrambi scattarono all’indietro, nascondendo le mani dietro la schiena con aria da innocenti. Kotaro ebbe perfino l’audacia di iniziare a fischiettare, guardando gli edifici circostanti come se fossero le cose più affascinanti della Terra.

      «Kotaro.» ringhiò Toya, «Tieni giù le mani da Kyoko.»

      Lui mise il broncio e Toya si voltò verso Yohji, che era stato abbastanza stupido da riprovarci.

      «Non pensarci neanche.» disse Toya, «Ora volete controllare quello scolo o devo buttarvi giù?»

      Kotaro alzò le mani in segno di resa, «Va bene, va bene... andiamo. Ma ti invierò la fattura della lavanderia.». Trascinò subito Yohji lontano dal pericolo quando vide che l’idiota stava cercando di baciare Kyoko sulla guancia. «Muoviti, idiota, o stasera non dovrai preoccuparti soltanto dei demoni.»

      Kotaro si toccò l’auricolare: «Ehi, genio, dove porta questo scarico?»

      «Aspetta, sto controllando.» disse Kamui lentamente, «Penso che... sì, ci sono! Arriva proprio sotto la casa stregata davanti a voi. Vediamo, è un edificio vecchio... datemi un minuto.»

      «Dicci solo se c’è un modo per scendere nelle fogne da dentro la casa.» disse Yohji.

      «Secondo te che cosa sto facendo?» gridò Kamui «Per voi sembra sempre tutto facile da trovare. Bisogna fare delle ricerche, accidenti!»

      Yohji guardò Kotaro con aria impassibile, «Detto da chi può entrare nel sistema della CIA anche mentre dorme.»

      «D’accordo, voi tre continuate pure a discutere.» disse Toya, «Io e Kyoko andiamo nell’area per i bambini, così possiamo fare il nostro lavoro.»

      Le cinse le spalle con un braccio e la condusse lontano da loro. Ma si bloccarono tutti quando la voce di Kamui risuonò di nuovo negli auricolari: «Ehm, ragazzi... abbiamo un problema.»

      «Che altro c’è, genio?» chiese Toya, cambiando tono quando percepì la serietà di Kamui.

      «Quello scolo è raggiungibile dalla casa... attraverso il seminterrato. Ma porta anche al cimitero a circa cinque isolati


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