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Folgorato Dalla Mia Monella Natalizia. Dawn BrowerЧитать онлайн книгу.

Folgorato Dalla Mia Monella Natalizia - Dawn Brower


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di liquore e si sedette soddisfatta sul divano: suo padre, per fortuna, non teneva mai l’alcool sotto chiave. E nemmeno considerava disdicevole che una signora se ne servisse. I suoi genitori erano molto più liberali di quanto si potesse supporre!

      Addie cercò a tastoni il candelabro sul tavolo accanto al divano. Accese le candele con un tizzone del camino e sprofondò beata sui cuscini. Iniziò a mangiare, riprese il libro che stava leggendo in quella sala solo poche ore prima e lasciò che la trama del racconto l’assorbisse. Era notte, ormai, e l’intero castello era immerso nel silenzio.

      La luce delle candele lampeggiava sul suo libro e lei mordicchiava tranquillamente un pezzo di formaggio. Il calore della stanza si era ormai diffuso sul suo corpo e Addie si mise completamente a suo agio. Chi poteva venire a disturbarla, lì dentro, a quell’ora tarda?

      "Bene, bene"… - mormorò la voce di un uomo - Non mi aspettavo di trovarvi qui. Che meravigliosa sorpresa!"

      Addie sussultò e quasi lasciò cadere il bicchiere di brandy. Per fortuna era quasi vuoto.

      "Devon ..." esclamò, cercando di non gridare per la paura. Se almeno lui le avesse detto il suo nome completo…Rivolgersi così ad un perfetto sconosciuto poteva essere interpretato in maniera equivoca. Lui invece la chiamò per nome senza tanti problemi.

      "Addie ..." mormorò, con voce roca e libidinosa. Sembrava quasi assaporare ogni lettera del suo nome…con l’atteggiamento del lupo cattivo che pregusta già la sua preda. Ad Adeline vennero i brividi lungo la schiena.

      "Cosa ci fate voi, qui?" sussurrò.

      Lui le si avvicinò. "Potrei farvi la stessa domanda." Le prese il bicchiere di mano e bevve il brandy rimasto. Deglutì, e poi disse con voce roca. “Una femmina con dei gusti raffinati, non c’è che dire. Dove posso trovarne altro…di questo?” chiese, indicando il bicchiere vuoto.

      Lei andò a prendere la bottiglia. Non aveva intenzione di berne più di un bicchiere, ma l'aveva lasciata su un tavolo vicino, nel caso avesse cambiato idea. "Servitevi pure.” disse.

      "Vi trattate molto bene, a quanto vedo! - esclamò Devon, ridacchiando - Addirittura il Brandy del Duca! Lui lo sa che v’intrufolate qui dentro, di notte?”

      Adeline scrollò le spalle. "Non saprei." rispose tranquillamente. Suo padre non la teneva d'occhio. Le concedeva tutta la libertà che voleva. "Ma dubito che la sua preoccupazione primaria sia di controllare chi beve il suo Brandy”

      Beh, almeno fino a quella sera. Ma di certo, suo padre avrebbe avuto più di qualcosa da dire, se l’avesse vista da sola, di notte e in vestaglia in compagnia di un uomo! Adeline si sarebbe trovata nei guai.

      "E…non v’importa nulla, se vi scoprisse…qui, in camicia da notte?” ammiccò Devon

      Lei deglutì a fatica. "Beh…Sono sicura che non gradirebbe.” Sollevò il mento in aria di sfida. “Ma…in generale…non temo il suo giudizio.”

      Fece una risatina imbarazzata. La situazione stava diventando scottante! Doveva fuggire di lì, subito! Adeline si alzò e Devon approfittò della sua nuova posizione. La prese tra le braccia e si chinò su di lei.

      "Siete adorabile."

      Il cuore di Adeline batteva all’impazzata. Ritrovarsi così stretta tra le braccia di quell’uomo la faceva sentire eccitata e spaventata nello stesso tempo. Cercò di divincolarsi.

      “Lasciatemi andare!” mugolò, quasi senza fiato.

      "Davvero vorreste fuggire? - mormorò Devon, al culmine dell’eccitazione - Chissà perché, ma non ci credo…”

      Adeline quasi gemette. Come poteva leggerle dentro così facilmente?

      "Non importa cosa voglio. Ma non posso rimanere qui con voi, non sta bene per una fanciulla! Lasciatemi andare nelle mie stanze…” mugolò lei.

      "Va bene, vi lascerò andare. Ma prima c’è una cosa che voglio fare.” mormorò Devon. Adeline lesse nei suoi occhi un’intenzione malvagia che la turbò.

      Ebbe quasi paura di chiedere: "Cosa?"

      "Questo. - le sussurrò lui. Premette le labbra contro quelle di lei, in attesa della risposta al suo bacio. Un brivido di piacere scosse Adeline così violentemente che dovette resistere all’impulso di crollare tra le braccia di quell’uomo. Quel bacio la faceva sentire così…penetrata. Sollevò la testa e incontrò lo sguardo di Devon, che la guardava con un sorriso maligno sulle labbra.

      "Perdonate, ma non potevo lasciare che tutto questo vischio andasse sprecato. Avete fatto un ottimo lavoro!" La lasciò andare e fece un passo indietro. "Dormite bene, dolce Addie."

      Con quelle parole sgusciò furtivamente dalla porta del salone e la lasciò sola.

      Adeline non riusciva a capire a che gioco lui stesse giocando: cosa sperava di ottenere, comportandosi così? Stava cercando di sedurla? Ma sapeva chi era lei? Concluse di sì: era l’unica al castello a portare quel nome.

      Scosse la testa e si tirò su le gonne, afferrò il lume e uscì velocemente dalla biblioteca: un attimo in più e sarebbe stata perduta! Si precipitò fuori della sala e si rintanò velocemente nella sua camera da letto.

      Devon le aveva augurato una felice notte, ma non sapeva cosa era riuscito a scatenarle dentro! Non sarebbe stata una notte tranquilla, ma piena di sogni spaventosi e piacevoli, intrisi di desiderio e di passione…a cui Adeline agognava da sempre. Devon aveva risvegliato il lupo affamato che era in lei e che non sarebbe tornato tanto facilmente alla sua tana. Oh, Dio del cielo! Cosa sarebbe successo, adesso?

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