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Raji: Libro Uno. Charley BrindleyЧитать онлайн книгу.

Raji: Libro Uno - Charley Brindley


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senza l'infermiera Smithers. Poteva cucinare, dar da mangiare al padre e metterlo a letto la sera, ma occuparsi di un invalido senza aiuto era troppo per lui. Il dottore veniva due volte alla settimana, ma era la signora Smithers che lo teneva in vita e in salute. Non aveva idea di quanto costasse avere un'infermiera lì tutto il giorno – la banca si occupava di tutte le spese mediche – ma era grato del suo aiuto.

      Quando Fuse raggiunse il set di scacchi, gli occhi di suo padre si mossero ma rimasero indietro rispetto al movimento della mano del figlio, come se ci volesse molto tempo prima che l'azione si registrasse nella sua testa.

      "Ho pensato a una nuova mossa d'apertura oggi in classe di storia". Fuse sistemò i pezzi. "Voglio vedere cosa ne pensi".

      Posizionò gli scacchi per entrambe le parti, eseguendo le prime quattro mosse della partita. Suo padre inclinò il mento leggermente verso il basso per seguire i movimenti.

      "Ok, tu studia questo mentre io vado a controllare Stormy. Potremmo già avere un nuovo puledro. Dopo essermi preso cura degli animali, vado a friggere del prosciutto e delle uova per cena. Ti sembra una buona idea?"

      Fuse indossò il cappotto e uscì dalla porta sul retro trovando Ransom ad aspettarlo. Il cavallino nitrì, fece una dozzina di passi veloci verso la stalla, poi corse indietro verso Fuse.

      "Ransom, come sei uscito?" Allungò la mano per dare una pacca sul collo al cavallo. "Quel recinto non si può saltare, e il chiavistello è all'esterno. Hai dato un calcio a qualche tavola? Dopo aver controllato Stormy, andiamo a riparare la recinzione".

      Il cavallo attraversò veloce la stalla, e Fuse gli corsedietro.

      Quando arrivarono da Stormy, il cancello era aperto. Fuse sbatté gli occhi e scosse la testa.

      "Ho le visioni, Ransom, o quel cancello si stava muovendo quando siamo entrati? Si guardò intorno nel fienile silenzioso vedendo i piccioni tubare. Loro agitarono la testa da un lato all'altro, guardandolo. Lui scrollò le spalle. "Forse ho bisogno di un paio di occhiali".

      Stormy era in piedi accanto al suo abbeveratoio, con la testa bassa e il respiro affannoso.

      "Ciao, Stormy, tesoro. Ancora niente cucciolo, eh?"

      Le accarezzò il collo, e lei alzò la testa verso di lui, con gli occhi socchiusi.

      Si inginocchiò nel fieno e le portò la mano lungo il ventre. "Lo sento muoversi. Non ci vorrà molto ormai". Controllò la sua mangiatoia; era mezza piena. "Oggi non hai mangiato niente".

      Anche Ransom guardò nella mangiatoia, poi iniziò a sgranocchiare l'avena di Stormy.

      "E c'è ancora acqua in abbondanza. So che ti senti triste, ma non puoi stare tutto il giorno senza mangiare e bere". Vide che aveva ancora molto fieno. "Bene", disse, poi si fermò un attimo. "Non c'è molto da fare qui. Mi occuperò dei maiali e mungerò le mucche. Poi tornerò a vedere come stai".

* * * * *

      Dei forti colpi svegliarono Fuse. Lui afferrò il cuscino e si coprì la testa. Dopo un attimo, di nuovo quel rumore. Si tolse le coperte e si sedette sul letto.

      Potrebbe essere la mamma? Ma perché avrebbe dovuto bussare?

      Con solo il pigiama addosso, si precipitò giù per le scale. Quando raggiunse la porta d'ingresso e accese la luce, sentì di nuovo quel suono, ma dal retro della casa.

      Guardò l’orologio sul muro: 3:45.

      Chi diavolo bussa alla porta sul retro a quest’ora?

      Mentre Fuse si affrettava attraverso la cucina buia, bussarono di nuovo, con più insistenza. Accese la luce della cucina e aprì la porta.

      “Tu!”

      Era la ragazza che aveva trovato a dormire nel loro fienile il giorno prima. Ransom saltellava sotto i gradini del portico, quasi quanto lei.

      La ragazza balbettò qualcosa gesticolando verso il fienile.

      "Cosa stai dicendo?” Fuse tremava per l'aria fredda. "Non ti capisco".

      Blaterò un'altra serie di parole agitate e pestò il suo piccolo piede sul pavimento. Poi cullò le braccia avanti e indietro come se stesse tenendo un bambino.

      "Stormy!” Fuse gridò e corse verso il fienile.

      Capitolo Quattro

      Fuse sentì le grida di Stormy non appena attraversò la porta del granaio.

      Corse verso la stalla e trovò la cavalla che scalpitava a terra, tremante per i dolori del travaglio. Lei si volse verso di lui e con gli occhi spalancati lo fissò.

      Una lanterna appesa a un piolo emise una fievole luce gialla. Fuse si chiese come mai fosse accesa. Quando la ragazza entrò dietro di lui, realizzò che doveva essere stata lì tutta la notte.

      Stormy piagnucolava e saltellava in semicerchio, guardando verso le sue zampe posteriori.

      “Oh, no”, sussurrò Fuse quando controllò l'andamento. “Parto podalico”.

      Percorse la mano lungo il fianco di Stormy, poi guardò la ragazza. Lei spostò lo sguardo da lui alla cavalla, evidentemente preoccupata.

      “Il puledro sta cercando di uscire al contrario.”

      Scosse la testa.

      “Ransom!” Fuse quasi inciampò sull'altro cavallo, che stava con gli occhi spalancati accanto a Stormy. “Levati di mezzo”.

      Spostò Ransom col ginocchio mentre cercava di confortare Stormy. La ragazza afferrò il cavallo dalla criniera per trascinarlo fuori dalla stalla. Una volta fatto uscire, fece retromarcia, chiudendo la porta.

      “Grazie.”

      Mentre Fuse si inginocchiava vicino al secchio dell'acqua per lavarsi le mani e le braccia, guardò la valigia malconcia sulla paglia. Era contento che lei fosse lì, altrimenti Stormy e il suo cucciolo sarebbero potuti morire prima che arrivasse mattino.

      “Devo trovare le zampe posteriori”, disse mentre si sciacquava le mani nell'acqua gelida.

      La cavalla si sdraiò, si contorse e poi si rialzò. Fuse prese il secchio da dietro le sue zampe e le tenne la coda per lavarla. A Stormy non piaceva l'acqua fredda. Cercò di morderlo.

      “Non l'ho mai fatto da solo”. Fuse si schivò dai denti del cavallo. “Ma ho aiutato papà a farlo con le mucche”. Si sciacquò di nuovo le mani nel secchio. "Tienile la testa".

      La ragazza disse qualcosa che Fuse non comprese, e quando lui la guardò, lei scrollò le spalle. Improvvisamente lui capì: non parlava inglese.

      “La sua testa!” le disse indicando Stormy, toccandosi la propria per farle capire cosa intendesse.

      La ragazza annuì con uno sguardo di assenso, ma prima che potesse tenere Stormy, la cavalla cercò di nuovo di mordere Fuse sulla gamba. Lui balzò all’indietro, quasi rovesciando il secchio dell'acqua. La ragazza avvolse le braccia attorno al collo di Stormy, tenendole la testa stretta contro il suo fianco.

      “Ecco, così. Tienila stretta.”

      Stormy diede un calcio a Fuse, ma lo mancò e colpì il secchio di metallo, facendolo volare contro il muro.

      “Le zampe posteriori del puledro sono fuori, ma non i suoi zoccoli”. Fuse si pulì le mani sui pantaloni del pigiama. “Abbiamo solo pochi minuti prima che inizi a cercare di respirare. Non ce la farà mai in questo modo. E potrebbe uccidere anche Stormy”. Sapeva che la ragazza non lo capiva, ma parlandone rese più chiaro nella sua mente ciò che doveva fare.

      Quando Fuse cominciò a spingere il puledro all'interno, Stormy cadde in ginocchio e si rotolò su un fianco. Cercarono di tenerla ferma mentre lottava contro di loro. Fuse spinse il puledro e infilò la mano accanto a lui. Stormy urlò e si alzò, cercando di allontanarsi dal ragazzo. Lui la trattenne e introdusse il braccio fino al gomito, raggiungendo gli zoccoli del puledro.

      La ragazza perse la presa, e prima che potesse di nuovo mettere le braccia attorno al collo della cavalla, Stormy addentò la coscia di Fuse. Lui gridò e le diede uno schiaffo sul naso con la mano libera, facendole mollare la presa.

      La


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