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Gli Isopodi Del Tempo. Angel MartinezЧитать онлайн книгу.

Gli Isopodi Del Tempo - Angel Martinez


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disastro. Incapace di dire al suo compagno in polizia che lo ama, Vikash vive un silenzioso conflitto, terrorizzato all’idea di perdere Kyle come amante, compagno e amico.

      Ma la vita al 77° non lascia molto spazio per la riflessione interiore. Un confronto con un rotolacampo lanciabastoni al Fairmount Park porta a bizzarre conseguenze che includono isopodi, statue e… viaggi nel tempo? Se Vikash riuscirà a sopravvivere alla settimana e restare in un dato punto del tempo potrebbe essere in grado di occuparsi di cose normali come i problemi della sua relazione. Ha solo bisogno che Kyle abbia un altro po’ di pazienza. Forse per un secolo o due.

      Dediche

      A tutti quelli che hanno mai pensato che i loro talenti non fossero del tutto adatti. È un grande, strano universo e ci serve uno di ognuno.

      Riconoscimento dei marchi

      L’autore riconosce i marchi commerciali e i relativi detentori dei seguenti elementi menzionati in quest’opera di fantasia:

      Lego: The Lego Group

      Odo: Paramount Television

      Deep Space Nine: Paramount Television

      Shop-Vac: Shop-Vac Corporation

      La storia fantastica: William Goldman, Twentieth Century Fox

      Dragonsong: Ann McCaffrey

      Monty Python: Monty Python

      Post-it: 3M Company

      Un milione di anni fa: Twentieth Century Fox

      Styrofoam: The Dow Chemical Company

      Ford: Ford Motor Company

      Jeep: FCA US LLC

      King Kong: RKO Radio Pictures Inc.

      Doctor Who: British Broadcasting Corporation

      In viaggio nel tempo: NBC Universal Television Distribution

      Ken: Mattel, Inc.

       Capitolo Uno

      La normalità era qualcosa che si lasciava alla porta quando si veniva assegnati a una stazione di polizia paranormale. L’agente Vikash Soren ne aveva avuto la prova la prima volta che aveva messo piede nel 77°. Durante l’appello, l’uomo che sarebbe poi diventato il suo compagno aveva accidentalmente sparato fiamme al soffitto dalle dita. Fiamme di qualcun altro, si era scoperto.

      Nelle settimane successive, aveva incontrato un giubbotto di pelle animato, lavorato con un vampiro, un uomo lucertola e parecchi agenti dai dubbi talenti paranormali, e aveva aiutato a fermare la furia assassina di una tartaruga alligatore delle dimensioni di una sedan. Di norma, niente altro avrebbe dovuto sorprenderlo. Ma quando entrò nella stanza degli agenti quella mattina, in ritardo a causa di una visita dal dottore, i suoi colleghi si erano raccolti attorno alla periferia della stanza per guardare Greg Santos intento a fare a pugni con una pozza d’acqua. Tazza di caffè in mano, Vikash avanzò per andarsi ad appoggiare alla scrivania accanto al suo compagno.

      «Ehi, Kash». Kyle gli rivolse una rapida occhiata, la sua attenzione calamitata dagli improbabili pugili. «È andato tutto bene?»

      «Sì. La spalla sta bene».

      «Non intendi neanche chiedere, vero?»

      Vikash sorseggiò il suo moccaccino annegato nella panna.

      «Me lo dirai tu».

      «Stai dicendo che parlo troppo, Soren?» Kyle gli diede di gomito. «Uno di noi deve farlo. Il sospetto era in origine un albero di ghiaccio. Una specie di albero. Una cosa. Era ghiaccio e assomigliava a un albero fatto coi Lego da un bambino di tre anni».

      Carrington Loveless III, il vampiro con problemi alimentari della stazione, andò ad appoggiarsi alla scrivania dall’altro lato di Vikash.

      «A quanto ho capito se ne stava su Viale Ben Franklin e colpiva la gente che gli passava accanto. Non sembra causasse loro danni, ma non possiamo lasciare che una bestia di ghiaccio schiaffeggi il sedere ai turisti. Molestie, come minimo. Non fa bene all’immagine della città».

      «Si è sciolto?»

      «Beh, sì. Sì, l’ha fatto». Al sorriso di Carrington mancava solo una zanna per essere maligno. «Si è sciolto nella rete in cui Santos l’aveva catturato, e la pozza che ne è risultata gli ha dato un pizzicotto al sedere. Le cose sono precipitate alquanto in fretta da lì».

      Greg non sembrava fare progressi, a parte diventare zuppo.

      «È il caso che prenda un secchio da Odo?» mormorò Vikash.

      «Un che?»

      Kyle ridacchiò nel suo caffè. «Sul serio, Carr? Non hai mai guardato Deep Space Nine? Il personaggio che manteneva forma solida solo per un certo periodo?»

      Carrington tirò su col naso. «Master da geek. Con voi due, è di quello che avrei bisogno per decifrare metà delle vostre conversazioni».

      «Detto da uno che canta l’opera in auto», mormorò la compagna di Carrington, Amanda Zacchini, mentre passava loro accanto, il passo rallentato dall’attrezzatura che portava. Shira Lourdes, la compagna di Greg, le andava dietro in fretta con le braccia piene di un qualche genere di tubo corrugato.

      «Mi piace un sacco di musica!»

      «Musica umorale, dark, emo, di sicuro», controbatté Amanda, anche se la sua attenzione era su quello che lei e Shira avevano portato dentro, molto probabilmente dal furgone di Amanda, dato che si erano portate dietro anche della neve. Quando Amanda collegò il tubo, infine Vikash lo riconobbe: uno Shop-Vac, del tipo che la gente teneva nei garage o accanto alle postazioni di lavoro. Scosse la testa mentre Shira si affrettava ad attaccare la spina. Mentre i membri maschili della stazione se ne stavano là attorno a guardare lo scontro, alcuni facendo scommesse, i loro due membri femminili avevano trovato una soluzione. Senza un’altra parola, Amanda accese l’aspiratore, risucchiò il lottatore acquatico, rimosse il tubo e cacciò una palla di gomma nell’apertura, intrappolando a tutti gli effetti l’acqua animata e lasciando Greg ad ansimare sul pavimento. La tenente Dunfee era appena emersa dal suo ufficio, le sopracciglia alzate.

      «Voglio saperlo?»

      Appollaiato sul telaio della porta della tenente, un mucchietto di penne blu acceso e rosa fluorescente batté le ali ed emise una gracchiante risata roca. Edgar, lo sboccato corvo della stazione, decise infine di metterci del suo. «Giochi d’acqua!» gridò. «Non adatti al lavoro! Dilettanti del cazzo!»

      La tenente Dunfee gli lanciò uno sguardo letale. «Basta con l’editoriale, Edgar. Che cavolo sta succedendo qua fuori?»

      «Sotto controllo, signora», disse Amanda impassibile. «Ma sto compilando una richiesta di rimborso per uno Shop-Vac. Per sua informazione».

      «Mettila sulla mia scrivania. La firmerò. Vediamo cosa pensano di quella i contafagioli». La tenente inchiodò Greg con uno sguardo duro. «Santos? Hai bisogno di assistenza medica?»

      Greg si rimise in piedi in fretta, passandosi il dorso di una mano sul labbro spaccato. «No, signora».

      «Buono a sapersi. Tornate al lavoro, signore e signori. Cercate di mantenere al minimo gli alterchi violenti oggi».

      Un Greg Santos piuttosto seccato e umido si diresse al bagno degli uomini per ripulirsi mentre Shira continuava a badare alla pozza combattiva.

      «Solo un altro giorno come tanti», mormorò Vikash mentre infine si sedeva al suo posto alla scrivania che condivideva con Kyle.

      «Uhm?» Kyle alzò lo sguardo da quello che stava scrivendo. «Oh. Già. Anche se sono grato per ogni giorno privo di esplosioni e morte imminente. O stai avendo di nuovo una crisi esistenziale paranormale?»

      «Una divertita».

      «Beh,


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