Salvato. Bailey BradfordЧитать онлайн книгу.
lupo, sentendo la ferita lasciata da qualche tipo di catena. Ora era così arrabbiato che cominciò a tremare, le mani che si agitavano mentre sfiorava il pelo scuro. Cosa era stato fatto a quel lupo? Chi lo aveva fatto? Se l’avesse trovato, era sicuro che qualcuno sarebbe stato picchiato. Gabe incontrò lo sguardo di Adam, vedendoci un riflesso della sua stessa rabbia.
“Quindi lo hanno investito, preso, incatenato o legato. Sembra che lo abbiano tenuto per alcuni giorni, che ne dici?”
Adam annuì. “Già, sto pensando che qualche stupido imbecille ha pensato che sarebbe stato un animale domestico figo e ha scoperto che c’erano uno o due errori nella sua teoria. Tipo il fatto che non si può addomesticare un animale selvatico.” Proseguì la sua ispezione, passando le mani sul dorso, i fianchi e le zampe del lupo. Il veterinario fece scivolare le mani sotto la pancia del lupo e Gabe sentì il corpo del lupo tendersi. Scuotendo la testa per l’occhiata preoccupata di Gabe, Adam riportò le mani sul fianco del lupo e diede un colpetto a Gabe. “E questo meraviglioso lupo è un maschio come ho appena scoperto. Ecco perchÈ si è irrigidito, spero, visto che l’ho palpeggiato il poverino.” Ridacchiando leggermente, Adam fece un cenno col capo verso Gabe. “Voglio che tu vada dall’altro lato verso la sua testa. Devo guardargli in bocca.”
Mentre scivolava verso l’altro lato, Gabe mormorò parole tranquillizzanti al lupo, non volendo che si spaventasse e si domandò perchÈ diavolo lo avesse irritato sentire che le mani di Adam avevano confermato il sesso del lupo. Gabe si scrollò via quella ridicola ondata di rabbia e guardò Adam toccare la pelle e tirarla per controllare la disidratazione. Annuendo tra sÈ, il veterinario si mosse verso la bocca del lupo, guardando dentro e poi controllando i suoi occhi. Gabe si domandò se Adam si fosse reso conto che non era più preoccupato di essere morso.
Adam continuò a ispezionare l’animale alla ricerca di altre ferite con la sua solita efficienza. Le uniche evidenti risultarono quelle viste in precedenza oltre alla disidratazione e alla malnutrizione.
“Bene, non vedo altri danni chiari, ma non farebbe male eseguire una serie di radiografie per esserne sicuri, e vorrei prelevare del sangue e fare degli esami ulteriori. Però dovremmo portarlo in clinica per farlo.” Adam lo guardò e Gabe scosse la testa. Sapeva che era molto pericoloso portare il lupo in clinica a meno che non fosse assolutamente necessario. Mentre non gli piaceva l’idea di far correre rischi alla salute dell’animale, Gabe non poteva rischiare di portare il lupo in città a meno che non ci fosse stato un bisogno pressante.
“Non so se è una buona idea, Adam. La clinica è in città e c’è una legge che impedisce di portare lupi o animali simili ai lupi all’interno dei confini della città. Non puoi pensare che lo sceriffo Kaufman non coglierebbe la palla al balzo per ricordare la legge e obbligarci all’eutanasia.” Gabe sapeva che il bastardo avrebbe avuto un orgasmo nel farlo. Il lupo frignò e si appoggiò contro di lui come se avesse capito la conversazione. Beh, forse lo aveva fatto, almeno le emozioni che ci stavano dietro.
Adam si sedette a pensare, poi annuì. “Già, hai ragione. Il problema è che se ci fosse qualche danno interno che non ho rilevato con questo esame veloce, potrebbe anche morire.”
Il lupo frignò di nuovo, spingendosi più vicino a Gabe, quasi gettandolo a terra. Allungò un braccio all’indietro per non perdere l’equilibrio, non volendo distendersi e rischiare di spaventare o ferire il suo lupo.
Ma che diavolo? PerchÈ stava pensando a questa meravigliosa creatura ferita come sua? Gabe scacciò via quel pensiero, perchÈ lo rendeva un mostro proprio come il bastardo che aveva ferito il lupo nel tentativo di possederlo, no? Volere tenere il lupo per sÈ invece che riportarlo in salute e restituirlo alla vita selvaggia.
“Credi che sia il caso?” Si fermò in attesa della risposta.
“Non credo, ma non posso giurarlo, Gabe. Hai ragione riguardo allo sceriffo Kaufman, perciò credo che faremmo meglio a portarlo da te, metterlo sotto flebo per reidratarlo, pulirgli e sistemargli le ferite. Ti lascerò anche dei sedativi in caso tu ne abbia bisogno.” Adam passò le dita sulla testa del lupo, grattando gentilmente dietro le orecchie tremolanti. “Dovrai controllare attentamente il lupo nel caso ci sia qualche danno interno. Non credo che ci sia ma…” Adam alzò le spalle e accarezzò la testa scura del lupo. Quell’ondata di rabbia attraversò di nuovo Gabe mentre osservava la mano vigorosa del veterinario sfiorare la testa del lupo. Cosa c’era di sbagliato in lui? Cristo, si stava comportando come un amante geloso!
Todd arrivò di corsa verso di loro facendo cenno di sbrigarsi, con un’espressione che ai suoi amici sembrò di preoccupazione.
“Dovete sbrigarvi. Kaufman ha detto via radio di vedere cosa stava succedendo qui e sembrava sospettoso. Non credo di poter impedire per molto all’imbecille di venire qui.” Todd fece un cenno verso il lupo. “Credi che starà bene, Adam?”
Gabe osservò come lo sguardo di Todd percorresse tutto il corpo dell’uomo, avvantaggiandosi della preoccupazione del veterinario per il lupo per ammirare le sue spalle larghe e il sedere stretto che sembrava rendere Todd molto nervoso. Gabe sospettava che il suo amico provasse…qualcosa…per il veterinario ormai da un anno.
Non che l’uomo sembrasse notarlo. Todd riportò lo sguardo verso la strada mentre Adam e Gabe si alzarono insieme tenendo il lupo tra loro. Se solo Gabe avesse avuto qualche indizio, qualche cenno che Adam potesse essere interessato a Todd, non si sarebbe preoccupato della situazione. Sì, Todd aveva sempre mantenuto il segreto, non volendo affrontare le reazioni quasi certe della sua famiglia, ed era anche sicuro che lo sceriffo Kaufman avrebbe colto l’occasione per licenziarlo. Gabe, però, sapeva, e Todd sapeva che lui sapeva.
Diavolo, Gabe non era neppure sicuro che Adam fosse gay. Si era reso conto che non aveva mai visto Adam uscire con una donna, ma non l’aveva neppure mai visto uscire con un uomo. Si fece quasi sfuggire un gemito per la situazione senza speranza del suo amico.
Con fatica, Gabe e Adam portarono il lupo verso il furgoncino di Gabe. Todd corse e aprì la porta della cabina, tenendola aperta mentre gli altri due fecero scivolare con cautela il loro paziente sulla coperta nel sedile posteriore. Todd si stava comportando come se fosse sempre più spaventato e Gabe capì che dovevano filarsela al più presto.
“Andiamo!” la voce di Todd fu stranamente ferma e precisa quando lo disse ad alta voce. Gabe e Adam sentirono la sua urgenza, corsero ai loro veicoli e vi saltarono dentro. Gabe fece una inversione a u e pigiò sull’acceleratore con Adam proprio dietro di lui. Per il momento era tutto a posto. Ora tutto quello che dovevano fare era tornare a casa di Gabe senza nessuna interferenza da parte dello sceriffo.
Capitolo Due
Gabe ritornò in bagno per controllare le flebo a cui Adam aveva collegato il lupo prima di andarsene, lasciandogli una dettagliata lista di istruzioni per la cura dell’animale. Guardando la sua densa pelliccia color carbone, decise che aveva bisogno di un nome per il lupo. Tutti i cani che aveva salvato avevano dei nomi, perciò gli sembrava giusto non chiamare il suo ultimo salvataggio ‘il lupo’. Avvicinandosi per accucciarsi vicino all’animale, ponderò le diverse possibilità. Un occhio marrone si aprì e guardò attentamente Gabe. Lui sorrise perchÈ, per qualche motivo, sentì una qualche sorta di cameratismo con il lupo.
“Okay, amico, stiamo per trovarti un nome.” Vide aprirsi l’altro occhio, poi sentì il grattare di una ruvida lingua contro la sua mano. Alzando la mano appena bagnata di saliva cominciò ad accarezzare il lupo, godendosi il folto pelo contro la sua pelle.
“Così morbido. Come può qualcosa di così liscio e setoso essere parte di un lupo grande e grosso come te, eh? Sei proprio un esempio di contrasti, vero?” Fece scivolare l’altra mano nell’abbondanza del setoso pelo scuro, affondandola in profondità e muovendosi attorno ai forti muscoli. Gabe riuscì a sentire un tremito notevole sotto la punta delle sue dita e le avrebbe levate se il lupo non si fosse fatto sfuggire un rumore, un brontolio di quello che pensò fosse piacere. Un sorriso gli si formò sulle labbra mentre si spostava e si sedeva appoggiandosi al muro per stare più comodo. Tenne gli occhi chiusi. “Non ti biasimo amico mio. Tutti hanno bisogno di coccole di tanto