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Dolce Guarnizione. Carol LynneЧитать онлайн книгу.

Dolce Guarnizione - Carol Lynne


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      “Non è questo,” mormorò Kyle. “Non so se qualcuno l'ha mai fatto, da quando me ne sono andato di casa. La maggior parte della gente cerca di far finta che la metà inferiore del mio corpo non esista. Non guardano mai più in basso del mio viso.” Kyle si strinse nelle spalle. Era difficile spiegarlo a qualcuno che non si trovava nella sua posizione.

      Gill gli toccò di nuovo la coscia. “Peccato. Tutti hanno bisogno di essere toccati, ogni tanto.” Gill strinse leggermente la gamba di Kyle. “Ti dispiace se ti faccio una domanda?”

      “No, purché a te non dispiaccia se rifiuto di rispondere.”

      “Riesci a sentire la mia mano su di te?”

      “Un po'”. Kyle annuì. “Sento la pressione, ma è un po' come se tu mi stessi toccando attraverso uno spesso piumino o qualcosa di simile. Ha senso?”

      Gill sorrise. “Sì. Quindi, se esercito una pressione maggiore, tu ricevi uno stimolo più forte?”

      Una stretta più salda sulla gamba ottenne l'effetto desiderato. “Ora?” chiese Gill. “Non voglio farti male, ma desidero che tu capisca che non ho paura di toccarti.”

      Kyle sentì il suo viso avvampare, mentre il pene iniziava a pulsare dietro la cerniera lampo. Gill non avrebbe mai capito il potere che una singola frase aveva su di lui.

      “Questa volta l'ho sentita di più,” sussurrò Kyle.

      Alzò gli occhi dalla gamba e vide che Gill gli stava fissando il bacino. Merda, aveva visto la pulsazione?

      “Quindi, hai dei progetti per il giorno di Natale?” chiese alla fine Gill.

      Kyle deglutì. Glielo stava chiedendo per semplice curiosità oppure il loro flirt stava passando alla fase successiva? Non sapeva bene quale delle due possibilità lo spaventasse di più. Da un lato, desiderava sentire di nuovo il torace di un uomo contro il proprio, ma dall'altro lui non era più l'uomo di un tempo.

      “Kyle?”

      “Sì, scusa. Dovrei passare le feste con la mia famiglia.”

      “È la vigilia di Natale. Quando progetti di partire?” gli chiese Gill ridacchiando.

      La sua famiglia lo aveva perseguitato negli ultimi nove mesi, perché si facesse di nuovo visitare. I dottori sembravano credere che avesse qualche possibilità di camminare di nuovo. Fino a quel momento, aveva respinto quell'idea in fondo alla mente, ma se avesse potuto avere la possibilità di una vita normale con Gill? “Andrò in macchina fino a Sheridan di mattina e prenderò un volo da lì; è meno caro che viaggiare prima di Natale. Ormai la maggior parte della gente sarà arrivata a destinazione.”

      Gill sorrise e annuì. “Dove si trova casa tua?”

      “Qui a Cattle Valley, ma i miei genitori vivono a Irvine. E tu? Grandi progetti?”

      “No, sono andato a casa per il Ringraziamento. Probabilmente passerò la giornata a guardare la TV.”

      “Ehi, Gill, puoi venire qui per un minuto?” gridò Hal dall'altra parte della stanza.

      Gill passò lo sguardo da Kyle ad Hal e poi di nuovo a Kyle. “Scusa, non ci vorrà molto. Resti ancora per un po'?”

      “Sì,” rispose Kyle mentre la sua gamba veniva strizzata di nuovo. Guardò Gill attraversare la stanza. La piccola sveglia nel suo orologio suonò e Kyle sospirò; era tempo di fare una visita al bagno. Si fece strada sulla sedia a rotelle verso i servizi, facendo cenni del capo alla gente che superava.

      “Cosa vuoi?” chiese Gill ad Hal. Non avrebbe voluto usare un tono così burbero, ma Hal sapeva che lui stava parlando con Kyle.

      Hal alzò le mani in segno di resa. “Mi dispiace, amico. Non volevo portarti via, ma la macchina di Pam non vuole partire e lei ha bisogno di portare a letto i bambini.”

      Gill si voltò di nuovo verso Kyle. Guardò l'oggetto dei suoi interessi infilarsi nelle toilettes. “Va bene, ma tienilo d'occhio. Non voglio che Kyle se ne vada, fino a quando non sarò di ritorno.”

      Hal ridacchiò. “D'accordo, Romeo. Devo fare la guardia fuori dalle toilettes?”

      “Imbecille,” mormorò Gill avviandosi verso il guardaroba.

      Erano passati trenta minuti quando Gill entrò di nuovo alla festa. Scorse Kyle al centro della stanza. A quanto sembrava, si stava preparando ad andarsene. “Oh, no, non farlo.”

      Gill si avvicinò rapidamente alla preda, felice di aver notato la posizione di Kyle nella stanza. Si fermò di fronte a lui, impedendogli di andare avanti, e indicò in alto.

      Kyle alzò lo sguardo e roteò gli occhi, con un'espressione confusa sul viso. “Vischio. Conosci la tradizione che riguarda il vischio, vero?” gli chiese Gill mettendosi in ginocchio.

      Kyle annuì, arrossendo lievemente.

      “Ti dispiace se ti bacio?” domandò Gill.

      Come risposta, Kyle si chinò verso di lui. Fissandolo negli occhi, Gill gli stampò un bacio su quelle labbra incredibilmente morbide.

      “Wow,” sussurrò Kyle.

      “Penso che possiamo fare di meglio.” La mano di Gill si spostò sulla nuca di Kyle e lui lo baciò di nuovo. Questa volta, il bacio si infiammò e Gill gemette, quando sentì la lingua di Kyle colpire la propria.

      Fu Kyle ad interrompere il bacio, alla fine. “Devo andare,” disse, abbassando gli occhi sul proprio grembo.

      “Vieni a casa con me,” disse Gill, quasi implorandolo.

      Scuotendo la testa, Kyle rifiutò di incontrare il suo sguardo. “Non posso.”

      Gill posò la mano su quelle inutili gambe e baciò la punta del naso di Kyle. “ È per queste?”

      Kyle alzò di scatto la testa e spalancò gli occhi. “Le mie gambe? No... Solo che... devo andare.” Fece arretrare la sedia a rotelle, poi manovrò rapidamente intorno a Gill e si diresse alla porta.

      Gill si grattò la mascella, osservando Kyle che si allontanava da lui. “Cosa diamine?” sussurrò.

      Capitolo 2

      “Pronto?”

      “Hai visto che Kyle è tornato in città?” chiese Hal.

      “Come? Quando è arrivato?” Gill si pulì il grasso dalle mani. Entrò nell'ufficio e guardò giù per Main Street, verso la panetteria.

      “Ieri, non so a che ora. Prima sono andato a comprare una dozzina di ciambelle glassate e lui era lì, al posto di Chuck.”

      “Grazie per la chiamata. Credo di avere bisogno di una ciambella.” Gill chiuse la telefonata e andò al lavandino per lavarsi le mani con il sapone. Mentre si strofinava le unghie corte con uno spazzolino, i suoi pensieri tornarono indietro alla vigilia di Natale. Erano passate circa cinque settimane, ma sentiva ancora il sapore della bocca di Kyle, se si concentrava.

      Girò l'insegna su “Chiuso” e attraversò di corsa la strada. Aveva avuto un sacco di tempo per pensare, da quando Kyle se ne era andato quella notte. Aveva stabilito che era stata la paura, piuttosto che il non- interesse, a trascinare via Kyle.

      Aveva passato un mucchio di tempo al computer da allora, cercando di scoprire tutto quello che poteva sulla paraplegia e su alcuni dei suoi effetti collaterali. Gill scosse la testa: dannazione, era entrato persino in un gruppo di una chat, nella speranza di capire cosa stava succedendo a Kyle.

      Un sorriso gli attraversò il viso, mentre si avvicinava alla panetteria. Kyle si sbagliava di grosso, se pensava che Darshawn Gilling si sarebbe arreso così facilmente. Il campanello all'antica sopra la porta annunciò il suo arrivo, quando spinse la porta per entrare.

      “Solo un attimo,” gridò Kyle dal retro.

      Invece di fare quello


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