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Tornanti. Pamela Fagan HutchinsЧитать онлайн книгу.

Tornanti - Pamela Fagan Hutchins


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      FORESTA NAZIONALE DI BIGHORN, WYOMING

      18 settembre 1976, ore 2 del pomeriggio

       Perry

      Cavalcando su per la ripida strada, con un notevole precipizio alla sua sinistra e una salita quasi diritta alla sua destra, il cuore di Perry non voleva rallentare. Di solito non aveva paura dell’altezza, ma sentiva come se una calamita gigante lo stesse tirando verso il bordo. Duke e Cindy non rendevano le cose più facili. Non riusciva a convincerli a starne lontani. Duke era quasi saltato oltre il bordo quando gli uomini sulle motociclette se ne erano andati facendo andare su di giri i motori e sfiammando con la marmitta.

      Quegli uomini avevano guardato sua sorella in un brutto modo. Era così infuriato. Come lo era stato la volta un cui Judd, un bullo della scuola, lo aveva chiamato “viscida ragazzina”. Perry si era sbracciato per tirargli dei pugni e Judd gli aveva riso in faccia afferrandogli i polsi, senza nemmeno prendersi la briga di colpirlo. Al posto della faccia di Judd c’erano ora i denti macchiati dal fumo di Coda di Cavallo e gli occhietti di Testa Rasata; al posto della sua risata, le loro voci. Neanche loro lo avevano preso sul serio. Non c’era stato niente che Perry avesse potuto fare per proteggere Trish. Non era nemmeno riuscito a far fuggire il suo stupido cavallo senza il suo aiuto.

       Perché tutti mi trattano come un bambino?

      Le lacrime gli bruciavano gli occhi ed era sollevato di essere dietro a sua sorella. Le lasciò scorrere e asciugarsi al vento del Wyoming. Avrebbe voluto essere più grande e più forte — all’istante.

      Il silenzio era pesante, rotto solo dal rumore degli zoccoli, dal forte respiro dei cavalli e, occasionalmente, dai loro sospiri tra le labbra. Gli sembrava di avere la bocca piena di marshmallow. Non riusciva nemmeno a dire a Trish quello che avrebbe voluto. Che gli dispiaceva di non essere stato d’aiuto. Gli dispiaceva e aveva paura. Era quello che sentiva anche lei? Era per questo che non gli diceva niente?

      Sperava solo che i due uomini non tornassero.

      Un instabile camion scendeva traballando verso di loro. Duke tese le orecchie in avanti e sollevò la testa. Mentre il mezzo si avvicinava, Perry vide che aveva una piattaforma di legno sopra la cabina, recintata da assi verticali. Dalla parte anteriore del recinto facevano capolino le minuscole zampe, il naso appuntito e le orecchie ciondolanti di un cane bassotto, a fianco di un san Bernardo così enorme che sembrava impossibile che il camion non si fosse ancora rovesciato.

      Un autista con una folta barba nera sollevò due dita in segno di saluto mentre passava. Perry guardò il veicolo a bocca aperta. Il pianale aveva una recinzione che raggiungeva l’altezza di quella anteriore, anche se era fatta con i più tradizionali assi di legno orizzontali. Dietro il camion c’era un vecchio rimorchio per cavalli scoperto. Un cavallo maculato come un dalmata nitrì a Duke.

      Duke sbuffò.

      Trish mise una mano sulla sella dietro di sé e si voltò completamente per guardare il camion. «Solo nel Wyoming.»

      Perry fece di sì con la testa. Il buffo veicolo lo fece sentire un po’ meglio. La gente del Wyoming era decisamente diversa da quella del Texas. Più avanti, vide finalmente il pick-up e il trailer di suo padre. Quando lui e Trish lo raggiunsero, lo trovarono mentre leggeva le cartine distese sul cofano.

      «Ci avete messo un bel po’.» Patrick sorrise e iniziò a ripiegare le cartine. «Pronti per caricare?»

      Trish gli chiese: «Hai visto le motociclette?»

      «Sì. Delle Harley Davidson. Non se ne vedono molte in montagna.»

      Perry squittì: «Quelli là erano dei pezzi di merda. Hanno dato fastidio a Trish.»

      Patrick si paralizzò mentre si stava infilando le cartine nella cintura. «Cosa?»

      «Solo chiacchiere e niente fatti», minimizzò Trish.

      Patrick prese le redini di Duke.

      Perry saltò a terra. «Hanno spaventato Duke.» Non disse quanto avessero spaventato lui.

      «Avete parlato con loro?» Gli occhi di Patrick fissarono quelli di Perry, sapendo bene quale dei suoi figli aveva più probabilità di rivelare informazioni.

      «No. Ma volevano sapere dove stavamo andando.»

      «Glielo avete detto?»

      «No.»

      «Bene.»

      Si diressero verso il retro del trailer. I tre rimasero in silenzio mentre appendevano i finimenti e le selle, e facevano salire i cavalli. La paura di Perry iniziò a calare. Il solo fatto di stare con suo padre lo faceva sentire al sicuro. Si guardò intorno. Non aveva mai visto le montagne da quel lato. La vista ravvicinata di Cloud Peak lo fece sentire vuoto. Dal lato di Buffalo, quella era la vetta più alta. Dalla nuova prospettiva, sembravano denti neri arrabbiati.

      Salirono sul pick-up e Patrick iniziò a guidare lentamente lungo la strada Red Grade.

      Trish disse: «Mi sembrano le Alpi svizzere di Heidi.»

      «Eh?» chiese Perry.

      «Tu conosci il libro di Heidi

      Guardò fuori dal finestrino. Trish amava leggere. Lui lo odiava. La conversazione finì, ma non gli dispiacque. Per mezz’ora la sua mente vagò pensando al calcio, alla pesca, alla caccia al cervo e poi più a niente, mentre passavano davanti ad acquitrini, alci che brucavano piante acquatiche, torrenti, ampi prati dall’erba marrone e qualche casetta di legno qua e là.

      Doveva essersi addormentato, poiché quando aprì gli occhi, Patrick stava svoltando a destra in una strada forestale oltre un torrente.

      Patrick abbassò il finestrino dalla proprio parte. «Parcheggeremo qui vicino e proseguiremo a cavallo.»

      Trish lasciò su il proprio, mentre Perry tirò giù entrambi quelli posteriori. Passarono davanti a un pick-up con un trailer e delle Harley Davidson parcheggiate fuori. I finestrini e gli sportelli del trailer erano oscurati con qualcosa attaccato dall’interno.

      «Sono le stesse motociclette.» Perry arricciò il naso. «C’è uno strano odore.»

      Patrick inclinò la testa verso il finestrino aperto. «Sembra ammoniaca.»

      Trish rabbrividì. «Sono lì dentro. Accampiamoci lontano da loro.»

      Patrick annuì. «Il posto consigliato da Henry è bello lontano.»

      Un miglio più in là, Patrick parcheggiò il pick-up. Cindy, come sempre, stava scalciando nel trailer.

      Patrick dette una botta sul fianco. «Smettila o ti faccio diventare cibo per cani.»

      Perry allungò la mano e accarezzò il collo di Cindy. «Papà, non può farci niente. È nervosa.»

      «Io direi che è impaziente.» Patrick sorrise a suo figlio.

      «Non la venderai davvero per farne cibo per cani, vero?»

      «Probabilmente no.»

      «Papà! Prometti che non lo farai.»

      Patrick strofinò i capelli a spazzola di Perry. «Lo prometto. Anche se è fastidiosa, non la venderò come cibo per cani.»

      Cindy continuò a scalciare finché lo sportello posteriore non venne aperto. Preparare i cavalli richiese più tempo di quanto ce n’era voluto sulla Red Grade. A Cindy fu montata una sella da carico con attaccato l’arco con le frecce; oltre a quello, lei e gli altri cavalli portavano bisacce piene di attrezzature, viveri e indumenti. Ma non tutti gli indumenti. Patrick aveva fatto lasciare a Trish metà dei suoi sul fondo posteriore del pick-up.

      Perry osservò il padre mentre controllava la sua 357 magnum e il suo coltello, poi li infilava rispettivamente nella fondina e nel fodero attorno ai fianchi. «Se


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