I Diamanti Non Piangono Mai. Dawn BrowerЧитать онлайн книгу.
City non era cambiata molto negli anni successivi alla sua partenza. Era già tornato qualche volta, ma solo per qualche partita occasionale. Non si era mai allontanato dallo stadio o dalla camera d'albergo che gli era stata riservata quando era tornato nella sua città natale. In quel modo, JD non avrebbe rischiato di imbattersi in qualcuno che preferiva non incontrare. Aveva fatto molti errori ai quali non avrebbe potuto porre rimedio. C'era una persona in particolare che aveva ogni ragione per odiarlo: Scarlett.
Chiedere scusa non sarebbe stato facile. Non voleva incontrarla prima di avere la possibilità di capire come avrebbe potuto compiere quel gran gesto. Era lei l'unica persona dalla quale voleva farsi perdonare. Le aveva fatto un grande torto. Tornare di nuovo a casa…gli aveva fatto provare nuovamente un gran senso di colpa e di rimpianto. Aveva odiato persino quei brevi soggiorni per le partite fuori casa, perché cercava di evitare i propri demoni interiori. Tuttavia, adesso non aveva altra scelta che esplorare la città: quella era di nuovo casa sua.
Quello stesso giorno, aveva acconsentito al trasferimento nella squadra degli Sparkle City Suns: sarebbe stato il loro nuovo ricevitore. Un tempo aveva sognato di giocare a baseball per la squadra dei Suns. Fare parte di una squadra e sposare Scarlett Oliver erano le uniche due cose che avesse mai desiderato, ma aveva distrutto quella donna ed ormai non aveva alcuna possibilità di riaverla nella propria vita. Cosa avrebbe fatto Scarlett, quando avesse saputo che lui era ritornato? Le sarebbe importato? JD non avrebbe potuto biasimarla, se lei non lo avesse più voluto vedere.
Tuttavia, non poteva permetterle di monopolizzare i suoi pensieri. Per lui era fondamentale prestare attenzione a cosa aveva da dirgli il suo nuovo manager. Qualcosa che riguardava il suo nuovo contratto…
“Mi stai ascoltando?”, gli chiese Calvin Rooney, lasciando trapelare l'irritazione dal suo tono di voce mentre parlava.
JD si voltò verso di lui. L'uomo più anziano aveva dei folti capelli sale e pepe e gli occhi marrone scuro come una tazza di caffè forte. Se il suo precedente manager non avesse deciso di lasciare tutto ed andare in pensione, JD non si sarebbe trovato nell'ufficio di Calvin Rooney. Non era ancora sicuro che gli piacesse quel tipo; c'era qualcosa di abbastanza…viscido in lui. Tuttavia, a parte quella sensazione viscerale quando si trovava in sua presenza, JD non aveva alcuna ragione di mettere in dubbio le sue capacità. Aveva negoziato il suo contratto meglio di quanto si fosse aspettato. Per questo JD aveva lasciato da parte i propri sentimenti ed aveva continuato a lavorare con lui. Almeno, finché non gli avesse dato una ragione per non farlo…”Scusami”, gli disse tranquillamente. “Ho un sacco di cose a cui pensare.”
La stagione era già iniziata. Entro un mese, avrebbero avuto una pausa per gli All- Star. Nel giro di due settimane le selezioni per il turno primario sarebbero terminate e poi sarebbe iniziato il primo turno. Sperava ancora di avere la possibilità di formare la squadra. Diamine, in verità sperava in molto più di quello, ma avrebbe iniziato con il far progredire la propria carriera. Scarlett…Beh, forse lei lo avrebbe preso a pugni se si fossero incontrati e lui se lo sarebbe ben meritato. Tuttavia, c'era sempre la possibilità che lei non fosse in città: avrebbe potuto anche essere in tour. JD non si era preoccupato di controllare, perché aveva troppa paura di conoscere la verità.
“Comunque sia”, Calvin iniziò a parlare, riportando JD indietro dalle proprie riflessioni. “Dobbiamo parlare di molte cose prima che tu te ne vada. Ho il contratto definitivo, con l'aggiunta delle disposizioni che hai chiesto. Tutto quello che devi fare è controllare i cambiamenti, poi firmare e apporre la data.”
Con un semplice tratto di penna su un foglio, aveva apportato dei cambiamenti alla propria vita. Prima di questo contratto era stato un libero professionista. Una volta firmato, avrebbe giocato con i Suns per i successivi cinque anni. Non avrebbero potuto cederlo, senza il suo consenso. Gli piaceva l'idea della stabilità e di non dover più spostarsi continuamente. Stava già cercando un posto fisso in cui abitare: odiava vivere negli alberghi e non vedeva l'ora di lasciare quello in cui soggiornava al momento.
“Indicami dove devo firmare”, disse JD, facendo un cenno verso il documento sul tavolo. “Voglio che sia tutto a posto.” Aveva voglia di uscire dall'ufficio e di andare in giro per Sparkle City in macchina. Forse avrebbe seguito i propri ricordi e visitato i suoi posti preferiti. Eppure, tutto ciò gli avrebbero fatto ricordare cosa aveva perso- Scarlett. Dio, era stato talmente stupido!
Calvin indicò due punti. “Queste sono le disposizioni delle quali hai bisogno.”
JD le controllò, per assicurarsi che fossero corrette, poi firmò con le proprie iniziali. “Mi sembrano giuste.”
Il manager prese il contratto e lo sfogliò fino all'ultima pagina, poi lo posò di nuovo sul tavolo. “Firma qui.” Dopo avere firmato ed apposto la data, JD gettò la penna sul tavolo. “Se è tutto…”
“Per ora”, replicò Calvin. “Potremo rivedere in seguito qualsiasi nuova clausola.”
“Va bene”, disse JD. “Quindi me ne vado. Chiamami quando e se senti qualcosa.”
Non aspettò di vedere se Calvin avrebbe risposto a quell'ultima affermazione. Per quanto lo riguardava, aveva finito ed aveva molto di meglio da fare. JD uscì rapidamente dall'ufficio e si diresse verso la moto- un' Harley Davidson Street 750 di un colore “rosso cattivo.” Era il suo ultimo acquisto- Ora che viveva in una città dove il tempo era bello tutto l'anno, aveva la ferma intenzione di godersela.
JD slacciò il casco da dietro il sellino, poi se lo infilò e lo allacciò. Si sedette sulla moto ed accese il motore, poi partì in direzione della spiaggia. Una passeggiata sul lungomare sembrava proprio una buona idea. C'era qualcosa nell'oceano che aveva sempre un effetto calmante su di lui, una sorta di balsamo per i suoi nervi. Si sentiva molto nervoso da quando aveva accettato di venire a giocare nei Suns. Dopo avere avuto il tempo di calmarsi e di dare sollievo alla sua eccessiva ansietà, avrebbe fatto ciò che aveva cercato di evitare da quando era tornato in città una settimana prima: avrebbe cercato notizie di Scarlett e controllato il programma del suo tour. Non sapeva bene se sperare che lei fosse in città o che stesse lontana per settimane. In ogni caso, JD aveva bisogno di conoscere la verità, per essere pronto. Era fiero di lei e di quello che era riuscita a fare, ma nello stesso tempo non riusciva ad evitare di sentirsi vuoto dentro. Avrebbe dovuto stare con lei, mentre raggiungeva tutti i suoi obiettivi. JD non avrebbe mai dovuto abbandonarla a fare tutto da sola. Era l'uomo più stupido del mondo. Accidenti, lei non lo avrebbe perdonato, ma la voleva disperatamente. Gli mancava…
Era giunto il momento di affrontarla. Le doveva una spiegazione e delle enormi scuse. Se aveva fortuna, Scarlett lo avrebbe perdonato, ma lui dubitava che sarebbe stata così generosa. Comunque, dovevano fare almeno una tregua apparente, visto che avrebbero vissuto nella stessa città.
Erano due ore che Scarlett era in casa e sentiva il bisogno di fare una passeggiata sulla spiaggia. Quei sussurri che la guidavano sempre, la spingevano ad uscire e non si erano mai sbagliati. Le voci che sentiva le procuravano le melodie meravigliose con le quali scriveva le sue canzoni e l'avevano aiutata a costruirsi una carriera di successo. Inoltre, poteva dedicare qualche ora a se stessa e persino alla meditazione. Si sentiva a terra e, di quel passo, sarebbe finita all'ospedale.
Odiava…essere a casa.
Lì c'erano troppi ricordi legati all'amore che aveva perso. Scarlett non si era mai ripresa veramente, dopo essere stata abbandonata all'altare. Il tradimento di JD aveva lasciato delle cicatrici e, per colpa sua, aveva difficoltà ad affezionarsi a qualcuno. Non era facile avere fiducia, quindi si aggrappava alla propria indipendenza con tutte le forze. Non avrebbe mai più permesso a nessuno di ferirla come aveva fatto JD.
Lasciò la macchina in un parcheggio nelle vicinanza e spense il motore, poi scese dalla Camaro rosso ciliegia. Non aveva aperto la capote, ma forse lo avrebbe fatto al ritorno. Scarlett amava sentire il vento tra i capelli, l'aiutava a sentirsi viva e libera. Si mise in tasca le chiavi e si incamminò verso il lungomare. Le onde si infrangevano a riva con spruzzi di schiuma bianca, poi si ritiravano nuovamente nel mare. La sabbia bianca brillava alla luce del sole e Scarlett immaginò che si sarebbe bruciata, se avesse camminato a piedi nudi. Era tentata di provare, ma tenne le scarpe e continuò a camminare