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Forse Rodry si sarebbe voltato per cercare di combattere, ma Vars era diverso e continuò a correre verso la città, verso la salvezza.
In teoria, avrebbe dovuto essere semplice. Quella era la sua città, il cuore del suo regno. Ogni strada di Royalsport era stata sua una volta, quindi avrebbe dovuto essere facile per lui seminare i suoi inseguitori nell’oscurità, prendere le curve e le giravolte fino a renderli incapaci di seguirlo.
C’era un problema in tutto ciò, però: il fatto che conoscesse a memoria le strade che portavano alle case dei nobili suoi cosiddetti amici o alla Casa dei Sospiri non significava che avesse piena padronanza della cartina della città. Vars dovette tirare a indovinare, sperando di individuare i confini grazie al suo istinto.
Intorno a lui, le case apparivano man mano più umili. A un certo punto della sua corsa all’ultimo respiro, era sfrecciato attraverso un ruscello e in un altro quartiere, ma le urla dietro di lui gli dicevano che le guardie non avevano ancora abbandonato la caccia.
Vars non si guardò indietro. Gli idioti lo facevano, inciampavano o prendevano le curve sbagliate. Vars, invece, non aveva bisogno di altri pretesti per correre, perché la paura stava già pompando a più non posso nel suo cuore. Sfrecciò dunque, alla ricerca di una via d’uscita.
Se quello fosse stato il quartiere nobile, forse avrebbe saputo da che parte andare, ma lì era impossibile e divenne presto preda di quel groviglio di strade. Peggio ancora, le guardie lo stavano raggiungendo. Girò un altro angolo e si ritrovò in un vicolo cieco, bloccato da carri che aspettavano di essere caricati.
Si voltò, cercando di capire da che parte andare. Doveva forse salire su uno dei carri? Doveva forse…
Una donna comparve su una porta. I capelli biondi le cadevano lungo la schiena e aveva un volto a forma di cuore bello in modo sorprendente. Era il tipo di donna di fronte a cui Vars si sarebbe fermato in ammirazione, se non fosse stato nel bel mezzo di una corsa per la sua vita. La mano di lei lo afferrò però, strattonandolo dentro alla porta da cui si era affacciata. “Presto, qui dentro!”
CAPITOLO SECONDO
Meredith della Casa dei Sospiri giaceva di schiena nel letto di Ravin; coperta dalle lenzuola e con i capelli arruffati, lo guardava mentre le dava le spalle e si esercitava con quella sua spada a due mani con indosso solo le vesti ufficiali. Come aveva fatto spesso nei giorni successivi alla morte della regina Aethe, sembrava ignorarla completamente adesso che gli aveva procurato i suoi piaceri.
Meredith provava odio in quel momento ma, anche se Ravin era girato di spalle, cercava di non lasciarlo trapelare dal suo volto. Sapeva quanto fosse pericoloso e quanto dovesse muoversi come sul filo del rasoio da quando aveva preso Royalsport. Un’occhiata indietro mentre lei appariva come tutto tranne che una cortigiana docile e obbediente, e le avrebbe forse conficcato quella lama nel cuore.
Una cortigiana? Meredith trattenne le risate amare. Ravin la stava trattando come la più indegna delle puttane. Aveva i suoi motivi per farlo, nonostante adesso potesse prendere qualsiasi donna del regno desiderasse. Riportava i lividi a dimostrazione dell’accaduto, e anche quelli erano parte della sua strategia per far capire alla maitresse della Casa dei Sospiri qual era il suo posto in tutto questo.
La cosa peggiore era che se si fosse posto in modo diverso, sarebbe anche potuto piacerle. Ravin era un uomo affascinante, con quella sua barba bruna, un bel corpo muscoloso, la testa rasata e lo sguardo intelligente. Era un uomo forte, brillante e persuasivo, e Meredith capiva bene come avesse fatto a conquistare un impero. Era crudele, però. La maitresse lo aveva sperimentato in prima persona e lo sentiva anche nei rapporti ogni volta che tornava a casa; parlavano di persone lasciate morire di fame o uccise in strada per aver disobbedito.
Ravin si fermò, appoggiando la punta della sua spada sul pavimento senza degnare Meredith di uno sguardo; eppure, era chiaro che si stesse rivolgendo a lei.
“Dimmi,” disse. “Se potessi, mi uccideresti?”
“Certo che no, mio imperatore,” rispose Meredith con il suo tono più docile. “Vivo per servirvi, come tutti noi.”
Si voltò e, ora che quegli occhi erano di nuovo su di lei, Meredith avvertì un fugace brivido di paura.
“Naturalmente una come te dice sempre quello che pensa di dover dire.”
“Sì, mio imperatore,” replicò Meredith, abbassando lo sguardo. “Ma resta fermo il fatto che non vi ucciderei.”
Non che non vi avesse pensato. Una delle sue ragazze si era persino offerta di farlo, nella riservatezza delle sue stanze nella Casa dei Sospiri, ma Meredith era stata costretta a spiegarle il disastro che ne sarebbe derivato, e non solo per chi lo avesse ucciso.
Sarebbe stato abbastanza facile. Meredith avrebbe potuto tagliargli la gola nel sonno o mettergli un veleno nella bevanda, ma poi? Non vi sarebbe stata un’alternativa al trono, e dunque non avrebbero ottenuto altro che ulteriori guerre, con gli eserciti di Ravin determinati a vendicarsi mentre diverse fazioni combattevano per il controllo. Per ora, almeno, l’imperatore era ciò che si frapponeva tra loro e il caos peggiore.
Osò alzare lo sguardo e incrociò gli occhi di Ravin ancora su di lei, impenetrabili e attenti, come stesse cercando di indovinare ogni suo pensiero.
“Come ho detto,” aggiunse lei, “la mia Casa è lì per servirvi.”
Ravin fece un ampio sorriso, mettendo da parte la spada. “Io ti credo; altrimenti, saresti già morta.”
Meredith sospettava che questo avesse a che fare con tutti i segreti che aveva in mano, più che con la fiducia che Ravin riponeva nella sua lealtà. Era un equilibrio delicato: lui doveva sapere che avrebbe obbedito fintanto che le fosse sembrata l’opzione migliore per il regno, ma che avrebbe anche fatto di tutto per aiutare il suo popolo. Aveva dimostrato di volerla umiliare e di volerle mostrare il posto che occupava in quel nuovo assetto, ma allo stesso tempo aveva anche dimostrato di sapere che era troppo preziosa per poterla uccidere.
Era difficile e pericoloso, e significava che qualsiasi cosa avesse fatto Meredith, avrebbe dovuto farla in silenzio. Aveva idee che non avevano nulla a che fare con la banalità di un’aggressione nell’oscurità, idee che potevano bastare a cambiare le cose e far cadere persino un imperatore, ma si trattava di un lavoro delicato e rischioso.
“Ora,” disse Ravin. “Credo sia giunto il momento che tu mi mostri di nuovo perché la tua Casa ha tanto successo.”
Quando si avvicinò al letto, Meredith si costrinse a esibire il suo miglior sorriso. “Certo, mio imperatore. Io esisto per soddisfare i vostri ordini.”
O almeno, così era finché non fosse riuscita a trovare un modo per ucciderlo senza far crollare il regno ai loro piedi.
Una volta terminato con lei, Ravin fissò compiaciuto la forma dormiente di Meredith. Doveva ammettere che era davvero bella ma, naturalmente, molte donne lo erano. Anche adesso, i suoi uomini gli stavano procurando le migliori, perché lo intrattenessero quando non se la spassava con la padrona della Casa dei Sospiri.
Ciò che rendeva la cosa ancora più interessante era che entrambi sapevano cosa fossero davvero lei e la sua Casa. Si trattava di una donna che dispensava sussurri taglienti, di quelli che potevano permettere a chi era addestrato come un qualsiasi Taciturno di portare a termine il lavoro della maitresse stessa. Avere una del suo calibro a sua disposizione rendeva l’intera situazione molto eccitante.
Forse, a tempo debito, avrebbe fatto più che mandarla a chiamare per averla nel suo letto. Prima, però, voleva assicurarsi che lei comprendesse a fondo il suo posto, che fosse sua e di nessun altro.
Non che vi fosse qualcun altro, adesso. Aveva inibito ogni rivale nel giorno in cui aveva fatto giustiziare la regina Aethe. I nobili aspiranti ribelli erano stati dispersi e, in ogni caso, non avevano più un capo. Quel codardo di Vars era fuggito, ma chi avrebbe mai seguito un uomo del genere? Anche le figlie della regina erano scomparse, ma solo perché i suoi Taciturni avevano portato a termine il lavoro con la loro solita destrezza.
Quindi, prima o poi, Lady Meredith avrebbe capito che Ravin era la migliore chance di forza e unità per il regno. Forse