Folgorato Dalla Mia Monella Natalizia. Dawn BrowerЧитать онлайн книгу.
fratello in quelle cose, e poter regalare anche lei degli oggetti fatte con le sue mani. Jamie era molto creativo e possedeva un’ottima capacità manuale. Riusciva addirittura a captare delle emozioni, toccando gli oggetti. Adeline, sfortunatamente, possedeva solo il dono dell’empatia. Ma era più un problema che altro perché, quando si trovava in mezzo alla gente, non poteva fare a meno di captare i loro sentimenti. E ciò le rendeva difficile socializzare, e anche innamorarsi di qualcuno. Spesso stentava a fidarsi degli altri.
"Non vedo l'ora che arrivino i parenti!" esclamò. Sorrise con calore. “Terminate pure le vostre sculture: io resterò qui ancora un po’.”
"Quando avrò finito ve le farò vedere!” esclamò eccitato il bambino. Poi sgusciò fuori della stanza.
Adeline si voltò di nuovo verso la finestra. Nevicava molto meno e anche il vento si era attenuato. Ora il cielo si vedeva meglio e cominciavano ad apparire le stelle. Le parve quasi che lampeggiassero sulla sua testa, ma nessuna stella cadente. Sospirò. Aveva un significato, tutto questo? Decise di non pensarci più. Era inutile continuare a star lì, all’inutile ricerca di una stella. Forse si aspettava troppo e probabilmente i suoi sogni non si sarebbero mai avverati.
Piuttosto che rintanarsi nelle sue fantasie, decise di prendere coscienza della realtà. Desiderava disperatamente l'amore, e viverlo anche solo per una notte sarebbe stato per lei una felicità infinita.
Sapeva che non stava chiedendo troppo al destino…o almeno, lo sperava. Non le importava nulla che l’uomo dei suoi sogni fosse blasonato o ricco, solo che l’amasse. Qualcuno che la baciasse togliendole il respiro, che l’accarezzasse con passione e che la cullasse con paroline dolci fino a farle scoppiare il cuore nel petto. Un unico attimo d’amore, che per lei sarebbe durato tutta la vita. Dio, quanto lo voleva! Espresse nella mente il suo desiderio...
Adeline aprì gli occhi e fissò il cielo. Niente era cambiato fuori e lei non si sentiva diversa dentro. Forse il suo desiderio era una sciocchezza, ma lei sapeva che non era così. Gli ospiti sarebbero arrivati di lì a breve, e lei si augurò che tra loro ci sarebbe stato anche l’uomo dei suoi sogni.
Allora, il suo desiderio d’amore sarebbe diventato una realtà, e non una sciocca fantasia di una fanciulla romantica…
CAPITOLO PRIMO
Due giorni dopo…
Devon Hayes, il conte di Winchester, guardò fuori dal finestrino della carrozza e sospirò. Non poteva credere che il suo migliore amico, Zachariah Barton, il marchese di Merrifield, fosse riuscito a convincerlo a partecipare a quello stupido veglione! Odiava le feste in casa e il Natale non era mai stato un'occasione di gioia, per lui. L'unico momento in cui si era davvero goduto le festività natalizie era stato ai tempi del college a Eton, quando lui e Zaccaria lo passavano insieme.
"Vi prometto che non sarà così noioso. - gli assicurò Merrifield per la centesima volta nelle ultime ore - Solo, mettetevi nella giusta disposizione d’animo, altrimenti non vi divertirete mai. Vi presenterò delle persone molto interessanti.”
Devon si voltò verso di lui e inarcò un sopracciglio. "Come fate a esserne così sicuro?"
"Goodland e Lindsey ci raggiungeranno. - rispose Merrifield - Forse anche Hampstead si unirà a noi. Non ne ho la certezza assoluta, ma credo che verrà anche sua sorella, che avrà bisogno di un accompagnatore. Sono disposto a scommettere che sua madre le darà il permesso di venire. "
Jonah Adams, il visconte di Goodland; Matthew Grant, il duca di Lindsey; e Daniel Andrews, il conte di Hampstead erano suoi intimi amici, ma ciò non significava che Devon fosse entusiasta di prendere parte a quelle due settimane di frivolezze. Anzi, il solo pensiero gli faceva torcere lo stomaco.
"Me lo dite solo per convincermi: in realtà nessuno di quelli che avete nominato parteciperà al ballo…o sbaglio?” disse Devon, guardando l’amico con occhio torvo.
"Ma potrebbero!" insistette Merrifield.
Devon era quasi sicuro che i tre amici avrebbero preferito festeggiare il Natale con le rispettive famiglie; dopotutto, avevano ancora dei genitori! Solo lui e Merrifield erano orfani. Merrifield almeno aveva ancora sua madre, ma la evitava ogni volta che poteva. E anche Devon cercava di sfuggire agli sguardi gelidi del suo benefattore.
Devon era orfano dall’età di cinque anni. Era stato allevato dalla sua governante e poi, raggiunta la maggiore età, era stato mandato al college. Dopo di che non aveva fatto altro che frequentare avvocati e servi. Mentre la madre di Merrifield non esitava a gelare con le sue parole il povero Merrifield, lui non aveva nessuno che lo comandasse a bacchetta…né avrebbe desiderato averne. La sua era una vita solitaria, e sarebbe stata addirittura vuota se non avesse avuto i suoi amici, ma ormai ci era abituato. Non aveva alcun desiderio di espandere la sua cerchia sociale o di cercarsi una moglie. Le donne le voleva in un solo posto, a letto, e di certo non si sarebbe legato mani e piedi a una femmina solo per il sesso.
"Come pensavo. Mi avete mentito.” Devon si passò nervosamente una mano tra i capelli castano scuro.
"Sbagliate!” esclamò Merrifield, leggermente offeso. Non tollerava il fatto che il suo miglior amico lo considerasse un bugiardo. “Vi ho già detto che potrebbero venire, invece! Mi hanno assicurato che sarebbero passati da me sul tardi, dopo il cenone.”
"Anche se così fosse, dovrò rimanere bloccato qui per due settimane a fronte di un solo giorno con i miei amici! - protestò Devon - Non mi sembra un granché.”
Se Merrifield non fosse stato il suo migliore amico, lo avrebbe strozzato con le sue mani per quella bugia! In ogni caso, avrebbe pagato per la tortura a cui lo aveva costretto.
"Vi state comportando come un moccioso viziato! - sibilò Merrifield, con tono offeso e frustrato - E comunque, sono stato costretto a questa innocua bugia: se vi avessi detto la verità mi avreste lasciato venire qui a soffrire da solo!”
Devon sospirò. Di nuovo. Ormai era la centesima volta che si rinfacciavano le stesse cose. Merrifield aveva ragione. Se gli avesse detto come stavano realmente le cose, non lo avrebbe accompagnato. Merrifiled non era ancora del tutto indipendente: avrebbe disposto della sua eredità non prima di altri tre anni, e quindi era obbligato a obbedire al tutore che amministrava le sue finanze. Oppure, poteva decidere di sposarsi… ma questo per lui era fuori discussione.
Il suo benefattore era il Duca di Whitewood, che desiderava vederlo e verificare i suoi progressi almeno una volta all’anno, cioè a Natale. Solo così avrebbe riconfermato il suo appoggio economico a quel rampollo illustre, ma orfano. E Merrifield odiava ogni istante che era costretto a passare col Duca.
"Se il Duca vi risulta così odioso, potreste decidere di sposarvi e farla finita!” lo pungolò Devon.
"Siete di pessimo umore, a quanto vedo." Merrifield gli diede un calcio nello stinco dall'altra parte della carrozza. "Cosa vorreste che facessi? Che sposassi la figlia del mio benefattore, magari?"
"E’ in età da marito?" Non gli piaceva la piega che aveva preso quella conversazione, ma ormai era in ballo e non poteva più fermarsi. "Chissà, se sposaste la ragazza, magari il Duca vi guarderebbe con occhio più benevolo.”
"Che vada al diavolo! - esclamò Merrifield, con disgusto - Preferirei mangiare torte di fango per i prossimi mesi piuttosto che ..." Rabbrividì. "Sposare la sua stupida figlia!"
Devon non aveva mai incontrato la figlia del duca. Non conosceva nemmeno il suo nome e neanche gli interessava. Conoscere una fanciulla in età da marito non era affatto nei suoi piani, né ora né mai.
"A volte essere stupidi non è il male peggiore.” disse, per stuzzicarlo. Continuando così, Merrifield ben presto lo avrebbe preso a pugni...
"E nemmeno il minore!” protestò l’amico. Merrifield sospirò di rabbia. “Il punto è che quella ragazza potrebbe anche essere la donna più bella e intelligente del mondo, ma non la sposerei nemmeno morto! Non avete idea di che mostro sia il Duca. E’ un vero tiranno. Se fosse un pirata, mi costringerebbe a camminare sull’asse