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Comando Primario: Le Origini di Luke Stone—Libro #2. Джек МарсЧитать онлайн книгу.

Comando Primario: Le Origini di Luke Stone—Libro #2 - Джек Марс


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schermi della sala apparve un corpo d’acqua.

      “Quello che vede sugli schermi è il Mar Nero,” cominciò. “Da quel che sappiamo, circa due ore fa un piccolo sommergibile a tre posti di proprietà di una compagnia americana chiamata Poseidon Research stava operando in profondità sotto la superficie, in acque internazionali a più di millecinquecento chilometri a sud-est della località di Yalta in Crimea. Sembra che sia stato intercettato e sequestrato dalla Marina russa. L’obiettivo dichiarato del sottomarino era di trovare e segnalare la posizione di un’antica nave commerciale greca che si crede affondata in quell’area quasi duemilacinquecento anni fa.”

      Il presidente Barrett fissò il generale. Fece un profondo respiro. Non sembrava niente di terribile. Era per quello che erano tutti agitati?

      Un sommergibile civile era stato impegnato in un’esplorazione archeologica in acque internazionali. I russi stavano ricostituendo il loro arsenale dopo una quindicina di anni disastrosi e volevano che il Mar Nero tornasse a essere il loro lago privato. Quindi si erano irritati e si erano intromessi. Niente di grave. Bastava sporgere un reclamo all’ambasciata e riprendersi gli scienziati. Magari anche il sommergibile. Era solo un malinteso.

      “Mi perdoni, generale, ma mi sembra una questione di cui si potrebbero occupare i diplomatici. Apprezzo che abbia voluto informarmi ma direi che in questo caso sarà semplice evitare ulteriori difficoltà. Possiamo chiedere all’ambasciatore…”

      “Signore,” intervenne Stark. “Temo che sia un po’ più complicato di così.”

      Barrett si risentì subito di essere stato interrotto davanti allo staff. “Okay,” replicò. “Ma sarà meglio che sia vero.”

      Il generale scosse la testa e sospirò di nuovo. “Signor presidente, la Poseidon Research International è una compagnia fondata e gestita dalla Central Intelligence Agency. È un’operazione di copertura. Il sommergibile il questione, il Nereus, era solo travestito da vascello civile per le ricerche. In effetti, era impegnato in un’operazione segreta sotto l’egida congiunta del Gruppo Operazioni Speciali della CIA e del Joint Special Operations Command. I tre uomini catturati sono un civile con un’autorizzazione di alto livello, un agente speciale della CIA e un Navy SEAL.”

      Per la prima volta da più di un mese, David Barrett si sentì crescere dentro una sensazione familiare. La rabbia. Gli piaceva sentirsi così. Avevano mandato un sottomarino in una missione di spionaggio nel Mar Nero? Non doveva guardare una mappa su uno schermo per capire quali erano gli interessi geopolitici coinvolti.

      “Richard, scusi la franchezza, ma che diavolo stavamo combinando con un sommergibile spia nel Mar Nero? Vogliamo entrare in guerra con i russi? Quella è praticamente casa loro.”

      “Signore, con tutto il rispetto, si tratta di acque internazionali aperte alla navigazione, e vogliamo che rimangano tali.”

      Barrett scosse la testa. Ma certo che era così. “Che cosa stava facendo il sommergibile?”

      Il generale si schiarì la gola. “Era in missione per intercettare i cavi delle comunicazioni russe in fondo al mare. Come sa, in seguito al collasso dell’Unione Sovietica, i russi affittano il vecchio porto navale di Sebastopoli dagli ucraini. Quel porto era il pilastro della flotta sovietica nella regione, e attualmente svolge la stessa funzione per la Marina russa. Come potrà immaginare, è un accordo piuttosto instabile.

      “Le linee telefoniche russe e i cavi per le comunicazioni informatiche attraversano il territorio ucraino e la Crimea per entrare in Russia. In questo momento stanno crescendo le tensioni tra la Russia e la Georgia, appena a sud del paese, e temiamo che potrebbe scoppiare una guerra, se non subito nel prossimo futuro.”

      “La Georgia è in buoni rapporti con noi, e ci piacerebbe che insieme all’Ucraina si unisse alla NATO. Fino a quando ciò non accadrà, entrambi i paesi saranno vulnerabili alle aggressioni russe. Di recente i russi hanno steso cavi di comunicazione lungo il fondale marino da Sebastopoli a Sochi, aggirando quelli che attraversano la Crimea.

      “La missione del Nereus era di trovare questi cavi, e se possibile accedervi. In questa maniera se i russi avessero deciso di attaccare la Georgia, la flotta di Sebastopoli lo avrebbe saputo in anticipo. E anche a noi avrebbe fatto comodo quest’informazione.”

      Stark si fermò.

      “E la missione è stata un fallimento totale,” concluse Barrett.

      Il generale non lo contestò.

      “Esatto, signore. È così.”

      Il presidente doveva rendergliene atto. Molte volte quegli uomini cercavano di mentirgli o di gettargli fumo negli occhi. Beh, lui ne aveva avuto abbastanza, e Stark si meritava qualche punto in più per non averci nemmeno provato.

      “Sfortunatamente, signore, il fallimento della missione non è il problema che dobbiamo affrontare. Il fatto è che i russi non hanno ancora ammesso di aver preso il sommergibile. Si rifiutano di rispondere alle nostre domande sulla sua ubicazione, o sulle condizioni degli uomini a bordo. Al momento non sappiamo nemmeno se siano vivi o morti.”

      “Sappiamo per certo che lo abbiano loro?”

      Stark annuì. “Sì. Il mezzo è dotato di un localizzatore, che però è stato spento. Ma a bordo ha anche un minuscolo chip elettronico che trasmette la posizione al sistema satellitare GPS. Il chip funziona solo quando è in superficie. Sembra che i russi ancora non se ne siano accorti. È nascosto nel sistema meccanico. Dovranno smontare l’intero sommergibile, o distruggerlo, per renderlo inutilizzabile. Nel frattempo sappiamo che lo hanno portato in superficie, e che ora è in un piccolo porto a diversi chilometri a sud di Sochi, vicino al confine con l’ex stato sovietico della Georgia.”

      “E gli uomini?” domandò il presidente.

      Stark scrollò le spalle con un cenno del capo. “Crediamo che siano con la nave.”

      “Nessuno sa di che questa missione?”

      “Solo noi e loro,” rispose il militare. “La cosa più probabile è che qualcuno tra i partecipanti alla missione si sia lasciato sfuggire delle informazioni, o ci sia stata una fuga di notizie dalle agenzie. Non ci piace sospettare di loro, ma la Poseidon Research opera da due decenni e non abbiamo mai avuto motivo di pensare che la sicurezza sia stata violata in passato.”

      Allora Barrett fu attraversato da uno strano pensiero.

      Qual è il problema?

      Era una missione segreta. I giornali non ne sapevano nulla. E gli uomini coinvolti conoscevano bene i rischi che stavano correndo. Anche la CIA li conosceva, e lo stesso valeva per i pezzi grossi del Pentagono. Sotto sotto dovevano aver saputo quanto fosse avventato. Di sicuro non avevano chiesto il permesso al presidente degli Stati Uniti. Lui ne era stato informato solo dopo che era andato tutto all’aria.

      Era uno degli aspetti che più detestava della cosiddetta comunità dell’intelligence.

      Tendevano a confessare i guai quando ormai era troppo tardi per farci qualcosa.

      Per un istante, si sentì come un padre arrabbiato che aveva appena saputo che il figlio adolescente era stato arrestato dalla polizia locale per vandalismo. Lasciatelo marcire dietro le sbarre per stanotte. Verrò a prenderlo domani mattina.

      “Possiamo lasciarli lì?”

      Stark inarcò un sopracciglio. “Signore?”

      Barrett si guardò intorno nella sala. Tutti gli occhi erano su di lui. Ne era dolorosamente consapevole. Occhi giovani nelle file più indietro, occhi anziani circondati da rughe attorno al tavolo, occhi sgranati dietro il vetro di occhiali. Di norma sarebbero stati tutti pieni di rispetto, ma in quel momento sembravano guardalo in un altro modo. Parevano confusi, e anche vagamente…

      Compassionevoli?

      “Possiamo lasciarli lì, e negoziare il loro rilascio senza tanta pubblicità? Ecco cosa voglio sapere. Sarebbe possibile, anche se servisse un po’ di tempo? Se servisse un mese? Sei mesi? Un negoziato


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